Ti senti giù? Prova a non reagire…

“The show must go on…”

Lo spettacolo deve andare avanti: un motto che riassume bene la filosofia di vita dell’era moderna.

Vi è successo qualcosa che vi ha lasciato tramortiti? Siete in preda allo sconforto? Avete subito un lutto? Vi sentite depressi?

“Sì, certo, è molto triste – recita una voce interiore ma non c’è tempo per tutto questo – devi subito ripartire perché la vita continua, e va anche molto in fretta”. E allora? “non vorrai restare indietro, no?.

Eppure vi sembrerà banale l’osservazione, ma anche le ferite dell’anima sono come quelle del corpo (quando non più gravi) e quindi bisogna lasciar loro il tempo di cicatrizzare e di guarire… Solo dopo potremo ripartire… Col tempo o personalmente compreso che… rimuovere il dolore fa malissimo! A molti di voi sarà capitato, in un momento difficile, di essere circondati da persone che si aspettavano una pronta reazione, una dimostrazione immediata di forza. Persone che vi incitavano a “tirare fuori gli attributi” e a trasformare velocemente la depressione o il travaglio, magari ancora acuto in un lontano ricordo. È un’ideologia, quella dell’essere sempre allegri, attivi e produttivi, talmente diffusa che oggi chi “si attarda” in un’elaborazione di un lutto o in un ripiegamento appena un po’ più marcato può addirittura sentirsi in colpa. Non è soltanto un problema di giorni lavorativi persi e di efficienza ridotta, ma di vita sociale che non accetta la pausa dolorosa: va benissimo andare alle Maldive due settimane, ma prendersi due settimane per un travaglio personale “non è accettabile”. Io invece, penso che il tempo per lenire è quello speso meglio… Il messaggio è: tirare avanti senza batter ciglio è una dimostrazione di maturità e forza, mentre un naturale momento di sconforto è segno di una debolezza che dà fastidio. Qualcuno potrà dire: “Però in fondo è vero: la vita va avanti, il passato non torna e buttarsi giù peggiora soltanto le cose”, sicuramente c’è del vero, ma così facendo, cioè applicando questa fretta intransigente, si calpestano leggi psichiche fondamentali, quelle che vedono nei momenti di depressione, crisi, lutto o sconforto la chiave di accesso a una ripresa piena e autentica della vita personale. Occorre sempre osservare bene senza giudicare… Se siamo noi a soffrire, non dovremmo permettere a chi ci circonda di “consolarci” con frasi banalizzanti e assurde richieste di immediata reazione, che ottengono solo l’effetto di farci sentire più soli, di irritarci e di rallentare la nostra elaborazione. Mentre se a essere sconfortato o tramortito è qualcuno a cui vogliamo bene, lasciamogli il tempo di soffrire, permettiamogli di “soffrire bene”, perché solo così la sua ripresa sarà reale e duratura. Offriamogli, se lo richiede, la nostra presenza affettuosa e non giudicante, in modo da aiutare la sua mente a non sentirsi troppo sola… Ci sono alcuni errori da evitare assolutamente… Rassicurare gli altri simulando una serenità che in realtà non c’è dentro di noi, rende finti e prosciuga le energie. Diventare iperattivi per mettere a tacere la sofferenza la fa scendere in profondità. Chiedere supporto psicologico a persone non adeguate, parlare del nostro problema con tutti, crea solo confusione mentale. Sentirsi inopportuni o sbagliati perché non si è al 100%. Il “segreto” è proprio quello di “accudire” la propria crisi e questa passerà prima… Se un evento vi colpisce nel profondo, è nel profondo di voi stessi che la sofferenza deve essere affrontata e risolta, senza sentirti in dovere di cacciar via il dolore il più in fretta possibile. Rispettare i propri tempi, altrimenti c’è il rischio di rimuovere il dolore senza averlo risolto, e in questo caso non ci può essere vera guarigione. Non avere fretta e prendendo il tempo che vi serve. Solo voi potete sapere di quanto tempo avete bisogno per elaborare il dolore, non devono essere gli altri a stabilirlo. Perciò, se volete che quei tempi vengano rispettati, dovete abituarvi a comunicarli, chiedendo agli altri di rispettarli, anche quando possono sembrare troppo lunghi rispetto a una presunta normalità. Accettate l’aiuto giusto …ma non state a parlarne con tutti… Se la soluzione alla crisi è dentro di voi, non significa che non dovete farti aiutare da qualcuno che è in grado di farlo. Provate a beneficiare della presenza altrui, della compagnia, del dialogo e del confronto con persone di cui avete piena fiducia. Se questi aiuti esterni non saranno invasivi e indiscriminati potranno favorire il vostro processo di superamento e di rinascita…

“E’ sempre tempo di Coaching!”

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