Zitti tutti: è il corpo che parla…

“Io ascolto con amore i messaggi del mio corpo.

Il mio corpo è il ritratto della salute totale”

 (Louise Hay)

Ho già scritto recentemente del linguaggio del corpo qui nel Blog, ovvero come il nostro corpo è lo strumento principale attraverso il quale si veicola molto del senso della nostra comunicazione interpersonale; la postura, i gesti, le espressioni facciali e la qualità della voce sono elementi di primaria importanza per una comunicazione veramente efficace. Nella mia attività di Life Coach lo studio del Linguaggio del Corpo è una disciplina affascinante che mi è di grande aiuto sia nella vita professionale ma anche nella vita personale. A chi non piace riuscire a leggere emozioni e le intenzioni dell’altro attraverso i suoi gesti? Chi non vorrebbe riconoscere la menzogna sul volto altrui al di là delle parole pronunciate? Chi non desidera potenziare la comunicazione interpersonale attraverso il proprio corpo? Comprendere i gesti del corpo, ci aiuta a leggere e interpretare correttamente la comunicazione non verbale (che incide per un 55% della nostra comunicazione) che è uno strumento attivo e potente per comunicare efficacemente con gli altri… Infatti, l’analisi del linguaggio del corpo di una persona può rivelare molto a proposito della sua personalità, dei suoi sentimenti e del suo modo di relazionarsi con gli altri. E’ per questo che è opportuno che un Coach (ma direi tutti, ognuno di noi) abbia ben presente il linguaggio del proprio corpo per aiutarsi a comprendere e far comprendere meglio il proprio carattere e in generale, il proprio modo di interagire attraverso il proprio corpo con tutti gli altri… Non v’è dubbio che una caratteristica forse la principale che un Coach deve trasmettere con la sua fisicità e gestualità è la sicurezza. Così da poterla infondere anche negli altri. Non è necessario avere un corpo muscoloso per ispirare e trasmettere sicurezza e protezione; ma non c’è dubbio, che un’idea di forza e sicurezza è meglio supportata da una postura che è vede le spalle e il petto dritti… anche da seduti (e anche quando si utilizza Skipe), parlando alla persona che ci sta di fronte rimanendo ben stabile e fermo sulla sedia, trasmettendo così un’immagine di stabilità e fermezza che aiuta a essere più convincente. Un secondo aspetto è l’energia che ci si mette nel comunicare che si riesce a trasmettere agli altri attraverso il nostro corpo e le sue parole. In percorsi di coaching fatti con dei team… è opportuno trasmettere energia con movimenti sicuri. Quindi muoversi con gesti energici e ampi con le mani, assumendo posizioni con le braccia aperte come per abbracciare o con le braccia rivolte in alto in un gesto simbolico di elevazione. Inoltre si fa grande uso di applausi e gesti circolari (per rinforzare l’idea di unione e collaborazione) e gesti lineari (per rinforzare l’idea di forza e di azione). Anche la voce chiaramente è una caratteristica importante del linguaggio del corpo di un coach: una voce calda e profonda ispira sicurezza e fiducia. Un tono cordiale ma non amicale, diretto e colloquiale, ma anche crudo e sferzante quando può servire a scuotere l’altro, è sicuramente importante. Ritmo, toni e pause vanno calibrati per mantenere viva l’attenzione sulle nostre parole. Ricordiamoci sempre che: con la nostra voce se vogliamo riusciamo a comunicare agli altri un colorato mondo di emozioni, passione ed energia, arrivando a toccare le corde profonde delle persone che l’ascoltano. Altra importante caratteristica è la costante ricerca di contatto con gli altri. Questa ricerca di contatto avviene sia da un punto di vista fisico (aptico – stretta di mano, contatto sulla spalla o abbraccio, ma anche prossemico – la percezione e l’uso dello spazio e della distanza nei confronti degli altri), che soprattutto psicologico mostrando disponibilità, empatia, attenzione, ascolto attivo e lettura del linguaggio del corpo degl’altri. Dal punto di vista psicologico la ricerca di contatto deve essere più visibile nei gesti e negli atteggiamenti: nei percorsi individuali la percezione e l’uso dello spazio e della distanza nei confronti degli altri deve permetterci di guardare direttamente nei loro occhi e cogliere le mutazioni emozionali che portano a porre le domande potenti… Comunque è sempre meglio instaurare un contatto visivo diretto per far sì che la percezione e l’uso dello spazio e della distanza nei confronti degli altri parli di noi, anche quando invece ci si rivolge a più persone, avendo cura di distribuire efficacemente lo sguardo su tutti quanti i partecipanti per evitare che qualcuno si senta dimenticato. Compiere i gesti necessari per creare un ponte con l’altro: indicando comunque singolarmente le persone del gruppo con il loro nome e mettendosi una mano sul cuore si simboleggia il nostro interesse per loro e assieme all’uso del sorriso, segnale universale di amicizia e disponibilità, si trasmette amore per il genere umano. In fase di ascolto è opportuno piegare la testa di lato, gesto che comunica attenzione e concentrazione, ed entra in empatia con loro, assecondando le loro emozioni con le proprie espressioni facciali… Il linguaggio del corpo, non è solo qualcosa che riguarda i Coach …tutti quanti dovremmo aver presente che anche quando stiamo in silenzio, il nostro corpo parla e dice…

“E’ sempre tempo di Coaching!”


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