Coaching: Cambiare per crescere. Il Life & Business Coach per accompagnarti in questo percorso per la tua crescita personale e professionale…

Cosa ti piacerebbe fare o essere? Quali sono gli obiettivi futuri e sfidanti che ti piacerebbe raggiungere e che sino ad oggi non hai affrontato perché difficili o perché hai trovato molti ostacoli? Cosa ti manca per sentirti realizzato/a? Vorresti ritrovare la giusta motivazione o una autostima più forte? Ti piacerebbe avere una mentalità vincente ed usare in modo corretto la vera legge dell’attrazione? Il Coaching, attraverso un metodo efficace, ti aiuterà a realizzare i tuoi obiettivi superando gli ostacoli. A proposito cosa può fare un Life & Business Coach per te? Vi racconto cosa hanno realizzato alcuni coachee, da me seguiti nei loro percorsi di crescita, per conquistare una maggiore autostima ed autoefficacia; lavorare sulla autorealizzazione; diventare ottimisti ed acquisire una mentalità vincente; scoprire le loro migliori potenzialità e come usarle per essere felici; capire come trovare nuovi obiettivi sfidanti e realizzarli; diventare più consapevoli; ritrovare e mantenere la giusta motivazione; iniziare o riprendere una costante attività sportiva; raggiungere gli obiettivi professionali. Migliorare il rapporto con il partner; affrontare una separazione o la fine di una relazione; imparare a gestire il rapporto con i figli; imparare a gestire la solitudine; capire come gestire i rapporti di amicizia o di colleganza; imparare a comunicare con gli altri; iniziare una nuova professione; cambiare lavoro; migliorare la posizione lavorativa conseguendo una promozione; ridurre lo stress ed imparare a gestire meglio il tempo; superare le paure; gestire l’ansia; imparare a lavorare in gruppo in modo più produttivo; gestire un licenziamento; gestire e terminare gli studi universitari; fare le scelte giuste per l’indirizzo di studio; imparare un metodo di studio efficace; superare le paure di inserimento nel mondo del lavoro; imparare a fare un curriculum; affrontare il colloquio di lavoro. Il life e il business coaching quindi rientra tra i vari ambiti di applicazione in cui si estende il mondo del coaching. Abbiamo il life coaching, il coaching sportivo, il career coach, l’executive coach, insomma, la parola coach la troviamo davvero dappertutto. Ma c’è un ambito di applicazione dello stesso che mi alletta particolarmente per via della visione che offre ed è quello di cui vi parlerò in questo articolo: è il business coaching. Orbene: Chi è il business coach? Un Coach che suggerisce soluzioni per credere in sé stessi, divenire Leader efficaci. Il Business coaching (o coaching for business) è uno strumento di crescita, aiuto e potenziamento delle persone in ambito lavorativo. Si avvale, oltre di conoscenza e competenza, anche di vari mezzi e tecniche con lo scopo di migliorare le performance di tutti gli stakeholder facenti parti di un’azienda, si realizzano strategie con-partecipate, piani di sviluppo a medio, breve e lungo periodo, fino a definire un proprio ed unico stile personale. Come ben saprete, stakeholder è una parola inglese molto utilizzata in ambito economico ed imprenditoriale per indicare “Chi ha interessi nell’attività di un’organizzazione o di una società, ne influenza le decisioni o ne è condizionato” (cit. Treccani). Chi sono quindi le parti chiamate in causa? Il business coach in primis, e tutti coloro che sono coinvolti nel contesto aziendale. Si potrebbe controbattere su questo punto sottolineando che nella categoria degli stakeholder rientrano anche coloro i quali non sono direttamente coinvolti con l’attività d’azienda come, ad esempio, fornitori di beni e servizi, banche, enti creditizi, ecc.. Ora, immaginate una persona in gran forma, positiva, propositiva, sorridente e con mille soluzioni in tasca. Chiunque lo incontrerà, avrà modo di sperimentare cosa vuol dire essere in contatto con una persona che si contraddistingue per l’energia che emana. Stessa cosa vale per il contesto aziendale. Un’azienda sana, solida e compatta, restituisce un’immagine molto diversa all’esterno rispetto ad una in cui non vi è collaborazione e ogni elemento lavora ragionando e lavorando separatamente dal contesto complessivo. L’esperienza insegna però che un serio e professionale lavoro di coaching in azienda, pone le basi per un cambiamento che coinvolge tutta la sfera in cui la stessa interagisce quindi, fornitori di beni e servizi compresi. Come? Migliorando la capacità di ascolto, di problem solving, di relazione e tanto altro. Il tanto stimato Stephen Covey, la chiama “sfera d’influenza” appunto, e potremmo contestualizzarla in questo modo. Avrete sicuramente sentito parlare di razionalizzazione delle risorse. Bene, investire tempo, energia, denaro ed ogni tipo di risorsa necessaria, sia che parliamo dell’azienda in senso ampio, sia che parliamo di singole persone, l’unico lavoro davvero sensato da fare è: lavorare nelle aree di controllo ossia, ciò che si può realmente gestire. Tanto per intenderci e per non lasciare nulla in sospeso, le aree fuori controllo potrebbero essere politica, economia, meteo, pandemie, politiche commerciali diverse di clienti e fornitori e via dicendo. Nel grafico, possiamo notare che gestendo ciò che è sotto il controllo esclusivo dell’azienda attraverso un efficace supporto di coaching aziendale, possiamo ottenere efficienza anche nella programmazione, nella collaborazione, nella produttività, nell’innovazione offrendo un senso e uno scopo (mission e vision). Ognuno di questi aspetti restituisce un risultato che coinvolge in maniera diretta e/o indiretta persone, aziende, enti che si relazionano o si relazioneranno con l’impresa ottenendo diversi benefici come: Partnership, collaborazioni con altre aziende. Nuovi investimenti (banche e assicurazioni). Ordine nella gestione e presenza costante (relazione con i clienti nel pre e post-vendita, con i fornitori nelle relazioni e politiche commerciali). Maggiori garanzie, stabilità e fiducia (i fornitori potranno concedere dilazioni). Etica e professionalità (“chi avrà contatti con noi potrà parlare bene di noi”). Questo è quello che intendo con stile personale. Quindi il Business Coach è un professionista, incaricato di solito dal titolare o da chi detiene il potere decisionale in azienda, che aiuta le organizzazioni (profit e no-profit) al miglioramento dell’asset lavorativo, delle performance lavorative, del coinvolgimento e responsabilità di ogni componente che ne prende parte. A questo punto vi chiederete: si, ma il business coach cosa fa? Ogni Coach ha un suo approccio ed un suo ambito di applicazione. Il Business Coach di solito, parte da elementi chiave: Punto di partenza. Ossia, dove l’azienda si trova in questo momento, quali problemi ha. Soluzioni. Quali ha adottato finora e se hanno funzionato in toto o solo in parte. Quali obiettivi vuole raggiungere. Ottenendo questo tipo di valutazione preliminare, il Business Coach, prospetterà un piano su misura per l’azienda in cui dovrà operare preoccupandosi di tracciare e costruire una scala fatta di piccoli obiettivi che passo dopo passo, gradino dopo gradino, permetteranno l’azienda di raggiungere determinati risultati. Il Business Coach suggerisce soluzioni? Alcuni professionisti potrebbero farlo direttamente ossia, hai un problema? Chiami il coach di riferimento, trovi la soluzione e via. Ma riguardo a questo punto, vorrei spendere due parole ed invitarvi a riflettere. Durante il mio percorso lavorativo, mi sono trovato molto spesso a repentini cambi di prospettiva perché dovevo necessariamente adeguarmi al contesto in cui lavoravo. Tuttavia, pochissime realtà aziendali hanno posto le basi per un cambiamento duraturo come quello di formare/informare nel breve, medio e lungo periodo allo scopo di rendermi pronto, autosufficiente quindi, indipendente. Ogni volta che vi era un problema, puntualmente dovevo far riferimento al capo del settore che, se non avesse avuto tempo, avrebbe procrastinato il suo aiuto e si creavano grosse falle all’interno della macchina aziendale. Falle che per necessità e virtù, dovevano essere riparate in breve tempo e molto spesso con modalità a me sconosciute. Le risposte alle mie domande: come ha fatto a…? Quale strumento ha utilizzato per…? Non avevano risposta e puntualmente, davanti a problemi simili si ripresentava la stessa situazione di dipendenza: dovevo andare dal responsabile di turno per risolvere. Di contro, anche il responsabile avvertiva la fatica della responsabilità: non aveva imparato a delegare perché questo avrebbe significato investire una mole di tempo iniziale. “Meglio poco, maledetto e subito” era la politica, ma i risultati erano visibili nel lungo periodo. In altri contesti, al contrario, mi è stata offerta la possibilità, l’opportunità e la fiducia, di utilizzare strumenti idonei alla crescita sentendomi naturalmente più coinvolto e naturalmente più indipendente, nonché responsabile. Chiedere l’aiuto di un professionista per risolvere uno o più problemi senza prendere in mano gli strumenti, farli propri e riutilizzarli in modo creativo, in autonomia e circostanze diverse, rende l’azienda perennemente dipendente dal Coach di riferimento. Questo non fa che bloccare il processo di sviluppo e soprattutto, non rende cosciente le dinamiche con cui si formano alcuni problemi interni e con cui gli stessi possono essere risolti. Ritengo che solo questo tipo di approccio sia, pienamente coerente e in linea con il coaching aziendale con l’ethos dello stesso: alleanza, conoscenza e collaborazione contro comando, controllo e dipendenza. Mi stupisce sempre quando negli incontri di coaching, davanti ad alcune domande, la persona che ho di fronte sa già quale potrebbe essere quella successiva utile al contesto: vuol dire che sta imparando a camminare da sola! Scoprire come credere in sé stessi. Un’azienda che si forma, cresce in una mentalità di coaching, impara a gestire le relazioni umane con sincerità, con fiducia, incoraggiamento senza dover ricorrere a tecniche di comunicazione. Ciò che pensi di una persona, traspare dall’atteggiamento, da ciò che fai o non fai. Ogni tecnica sarà obsoleta, superficiale e vuota se non si pone attenzione alle radici, a ciò che c’è oltre, alle proprie visioni, ai propri modi di gestire e vedere gli spazi di lavoro e le relative collaborazioni. Ognuno ha sempre qualcosa da offrire, bisogna avere la volontà di capire come raggiungere quel qualcosa e apprezzarlo con il cuore. Senza un adeguato investimento iniziale in termini di tempo, i risultati non arriveranno mai. Uso raramente la parola mai e questo è il caso in cui l’eccezione è ben voluta, semplicemente perché ogni opera destinata a durare nel tempo necessita appunto, di tempo, cura, attenzione e di grande volontà nel mettersi in gioco per crescere e divenire più forti. Un’ottima azienda, solida, non solo a livello economico, ma anche a livello strutturale delle proprie risorse umane, ha un ottimo leader come il direttore di un’orchestra con gli strumenti che la compongono. Un ottimo leader, è colui che ha compreso l’ethos del coaching, lo ha fatto proprio, sperimentato in prima persona per poi essere proposto ai suoi dipendenti e collaboratori. Insomma, riprendendo l’analogia con il direttore d’orchestra, ha studiato gli spartiti, ne ha dato nuova vita e ora, propone una sinfonia niente male! Parliamo quindi di leader efficaci, non per intendere chi è capace di gestire le varie dinamiche amministrative, logistiche e strutturali dell’azienda; in questo caso rientra più la figura del manager. Il leader efficace è colui che trasporta i propri valori e le proprie competenze nel contesto lavorativo, li rende fattibili con una vera e propria mission, li rende visibili con una vision condivisa e li attua in un processo di coinvolgimento. Non tutti sono leader, tanti sono manager, anche ottimi manager in veste di leader, spesso con grosse difficoltà che faticano a gestire per questo l’executive coaching riveste un ruolo fondamentale e complementare al business coaching. Se dovessi semplificare mille sfaccettature e ipotesi riguardo un buon approccio al mondo del coaching in azienda, di sicuro lo farei con una equazione di questo tipo: R/C=RO, RO, ossia la costante che rappresenta il Risultato Ottimale, è dato dal rapporto tra Responsabilità e Conoscenza. Il rapporto tra i due elementi (Conoscenza e Responsabilità) è direttamente proporzionale: all’aumentare della Conoscenza (gestione di sé, organizzazione, coinvolgimento) aumenta la Responsabilità del singolo. Responsabilità che sfocia in miglioramento della propria autostima, lavoro fatto con il cuore e la mente, sentire e vivere la propria unicità nel dare il proprio contributo, forme di dissenso e/o approvazione diventano concetti di responsabilità che aiutano a crescere. Il risultato è una tangente che passando dal punto “0” o punto di partenza, concretizza un miglioramento esponenziale in maniera costante nel proprio asset lavorativo/organizzativo/gestionale. Un’ultima cosa… Hai paura di sbagliare e ti blocchi perdendo occasioni e opportunità? Non ti fidi del tuo “intuito” e lasci che siano gli altri a decidere per te? Hai paura di deludere e ferire le persone che ami? Non ti senti all’altezza e le tue decisioni sono piene di dubbi e incertezze? . E ti blocchi per paura di sbagliare, senza riuscire a fare le scelte che vorresti. Perché non decidi?

E’ sempre tempo di Coaching! 

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