Come controllare la rabbia: la storia dei 2 lupi…

 

Saper controllare la rabbia e riuscire ad indirizzarla può essere l’arma segreta per raggiungere i tuoi obiettivi.

Un’antica leggenda Cherokee ti spiega come farlo (no, questa versione non la conosci).

“Parla senza controllare la rabbia e terrai il miglior discorso di cui tu possa pentirti”

(A. Bierce)

La rabbia è una delle 4 sensazioni di fondo. Se ci domina, ne siamo schiavi, ma se riusciamo ad indirizzarla può darci quella spinta necessaria per affrontare anche gli ostacoli più ostici. Nell’articolo di oggi vorrei parlarvi di come controllare la rabbia. Occhio: controllare o meglio “gestire”, non reprimere. La rabbia repressa infatti può avere conseguenze ben più pericolose della semplice ira. Per affrontare questo tema ho scelto di proporvi un antico racconto dei nativi americani: la leggenda Cherokee dei due lupi. Di questo racconto esiste una versione breve molto conosciuta, che viene spesso riproposta sui social. Sono certo l’avrete letta. Questa versione è caruccia, ma la morale che intende trasmettere non mi ha mai convinto del tutto. Per questo motivo ho deciso di riportarvi una versione molto meno diffusa, ma che ha delle implicazioni ben più interessanti per quanto riguarda il controllo della rabbia e, in generale, la gestione delle emozioni. Che ne dite, la leggiamo insieme? E’ una delle tante fiabe per affrontare la rabbia… forse la più significativa.

La leggenda dei 2 lupi: la storia che non ti hanno raccontato: Nella versione più nota di questo racconto, si parla di un anziano della tribù dei Cherokee che spiega al nipote come nel suo cuore e in quello di tutti gli esseri umani dimorino due lupi: un lupo nero e un lupo bianco. Il lupo bianco è docile e di buon animo, mentre quello nero è violento e rabbioso. I due lupi combattono continuamente tra di loro. Alla domanda del nipote su quale dei due lupi prevarrà, l’anziano Cherokee risponde: “Quello che nutriamo di più“. Ne siamo sicuri? L’idea che il lupo rabbioso (nero) vada affamato, come vedremo, non è una scelta particolarmente brillante. La soluzione proposta nella versione inedita di questa famosa leggenda mi convince decisamente di più… Perché entrambi i lupi vanno nutriti. Un giorno il capo di un villaggio Cherokee decise che era arrivato il momento di insegnare al suo nipote prediletto un’importante lezione di vita. Lo portò nella foresta, lo fece sedere ai piedi di un grande albero ed iniziò a raccontargli della lotta che ha luogo nel cuore di ogni essere umano: “Caro nipote, devi sapere che nella mente e nel cuore di ogni essere umano vi è un perpetuo scontro. Se non ne prendi consapevolezza, rischi di spaventarti e questo, prima o poi, ti porterà ad essere confuso, perso e vittima degli eventi. Sappi che questa battaglia alberga anche nel cuore di una persona saggia ed anziana come me. Nel mio animo dimorano infatti due grandi lupi: uno bianco, l’altro nero. Il lupo bianco è buono, gentile e amorevole; ama l’armonia e combatte solo per proteggere sé stesso e il suo “branco”. Il lupo nero invece è scontroso, violento e rabbioso. Ogni piccolo contrattempo è un pretesto per un suo scatto d’ira. Egli litiga con chiunque, continuamente, senza ragione. Il suo pensiero è ottenebrato dall’odio, dall’avidità e dalla rabbia. Ma la sua è una rabbia inutile, perché non gli porta altro che guai. Devi sapere che ci sono giorni in cui è davvero difficile vivere con questi due lupi che lottano senza tregua per dominare la mia anima.“ Al che il piccolo Cherokee chiese ansiosamente al nonno: “Ma alla fine quale dei due lupi vincerà?“ Il capo indiano rispose con voce ferma per sovrastare il rumore degli alberi della foresta: “Entrambi. Vedi nipote, se nutrissi solo il lupo bianco, quello nero mi attenderebbe affamato nell’oscurità e alla prima distrazione attaccherebbe a morte il lupo buono. Se al contrario gli presto la giusta attenzione, cerco di comprenderne la natura ed imparo a sfruttarne la forza e la potenza nel momento del bisogno, i due lupi potranno convivere pacificamente nel mio animo.“ Il ragazzo sembrò confuso: “Come è possibile che vincano entrambi, nonno?!“ L’anziano Cherokee sorrise al nipote e continuò il suo racconto: “Il lupo nero ha molte qualità di cui tutti noi possiamo avere bisogno in determinate circostanze. Egli è temerario e determinato, astuto e capace di ideare strategie indispensabili per dominare in battaglia. I suoi sensi sono affinati e i suoi occhi, abituati alle tenebre, possono scrutare anche il minimo movimento e salvarci così da un’imboscata notturna. Insomma, se sapremo addomesticare il nostro lupo nero egli potrà dimostrarsi il nostro più valido alleato.“ Per convincere definitivamente il nipote, il capo indiano prese dalla sua sacca due pezzi di carne e li gettò a terra, una a sinistra e l’altro a destra, ed indicandoli disse: “Qui alla mia sinistra c’è il pezzo di carne per il lupo bianco e alla mia destra il cibo per il lupo nero. Se darò ad entrambi da mangiare, i due lupi non lotteranno tra loro per conquistare la mia mente e potrò scegliere io a quale lupo rivolgermi ogni volta che ne avrò bisogno. Ricorda: La rabbia repressa, come il lupo affamato, è pericolosa. Caro nipote, devi comprendere che non dobbiamo reprimere o affamare nessuna sfaccettatura del nostro carattere. Per controllare la rabbia e gli altri lati oscuri che si nascondono nei meandri della nostra mente, dobbiamo imparare a conoscerli, accettarli e fruttarli nelle circostanze più adatte. Solo in questo modo la lotta interiore tra i nostri due lupi cesserà.“ Mi auguro che questa versione della leggenda Cherokee vi sia piaciuta e vi abbia dato qualche nuovo spunto. Vorrei ora condividere con voi alcuni consigli pratici per controllare la rabbia, anche nei momenti in cui vorreste mandare a vaffa tutti e tutto).

Eccovi alcuni consigli pratici per controllare la rabbia. La rabbia è come un torrente in piena: se qualcosa lo ostacola, viene travolto e le macerie creano ancora più distruzione. Esistono però delle strategie pratiche per controllarne il flusso ed indirizzarlo verso i nostri obiettivi. Ricorda il dito sul rubinetto. Ti è mai capitato, magari ripulendo un lavandino, di appoggiare un dito sul rubinetto per ottenere un getto d’acqua più potente? Cosa succede se fai troppa pressione con il tuo dito? Già, il getto va fuori controllo e ti ritrovi con schizzi d’acqua ovunque. Con la rabbia succede la stessa cosa: se cerchi di reprimerla, di tappare il flusso, la pressione si innalzerà a tal punto che non riuscirai più a controllare le conseguenze. Togli il “dito”, lascia che la rabbia fluisca, accettala, osservala, non affamate il vostro lupo nero, dategli giusto quel che serve per tenerlo al guinzaglio e utilizzarne la potenza a vostro vantaggio. La repressione è sempre la scelta sbagliata: quando sentite la rabbia crescere dentro di voi, provate ad applicare la tecnica dell’autocontrollo. Il suggerimento funziona perfettamente anche con gli scatti d’ira. Usate il grandangolo. La rabbia ha la capacità di farci considerare importanti le cose frivole e trascurabili le cose importanti. Quando siamo arrabbiati perdiamo la prospettiva degli eventi e mettiamo il nostro ego davanti alle relazioni e alla nostra felicità a lungo termine: è stupido. La prossima volta che state per avere uno scatto d’ira, provate a farvi questa semplicissima domanda: “Ciò per cui mi sto innervosendo avrà importanza tra 5 anni?“. Questo quesito funziona come il grandangolo di una macchina fotografica, vi aiuta a staccarvi dalle piccole incazzature quotidiane e a vedere il quadro generale. Mettete la rabbia per iscritto. Quest’ultima strategia è in assoluto una delle mie preferite, ma a differenza delle altre non può essere applicata quando ci troviamo nel bel mezzo di una discussione. Ti sarà però estremamente utile per comprendere come poter indirizzare la vostra energia nervosa. Quando sentite la rabbia ribollirvi dentro, prendete un foglio di carta e rispondete a queste domande: Chi/cosa ti sta facendo arrabbiare? Perché questa persona o questo evento ti innervosisce così tanto? Come puoi agire per utilizzare la rabbia a tuo vantaggio? Quest’ultima domanda è la più importante. Parafrasando Gordon Gekko, potremmo dire: “anger is good“. La rabbia non solo non va repressa, ma non va neanche sprecata in inutili esplosioni teatrali: lasciatele ai bimbominkia isterici. Ricordate l’archetipo del guerriero? Uno dei suoi tratti caratterizzanti è l’aggressività positiva, ovvero quella forza interiore che gli consente di spingersi ai limiti della propria zona di comfort. Usate la rabbia e trasformala in aggressività positiva; cavalca il lupo nero e sfrutta la sua forza per dimostrare chi sei e quanto vali…

“E’ sempre tempo di Coaching!” 

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