Covid: ma è vero che ci ha tolto la Libertà? Forse se vogliamo uno Stato meno paternalista, sarebbe opportuno non comportarci come bambini…

La scelta di imporre ulteriori restrizioni (quante, e come, lo vedremo nelle prossime 48 ore) dovrebbe basarsi sulle caratteristiche della variante Omicron. Anzichè su quella massa di psicologismi, sociologismi e filosofemi con cui ognuno di noi finisce per incartare i propri pregiudizi… Come al solito piovono a dirotto: indiscrezioni e retroscena sulle prossime restrizioni che il governo deciderà giovedì riaccendendo una classica polemica di tipo ipotetica, in cui ognuno tende a dare il peggio di sé. Definisco polemica ipotetica quel dibattito in cui, non avendo ancora fatti concreti su cui poggiare le opinioni, inevitabilmente, tutti devono ripiegare sui propri pregiudizi. Non sappiamo quanto la nuova variante Omicron sia diffusa in Italia e in che misura gli strumenti utilizzati finora, a cominciare dal green pass, si riveleranno domani – quando la nuova variante sarà diventata prevalente – insufficienti o magari addirittura dannosi. Quello che sappiamo con certezza è che grazie a quegli strumenti oggi siamo più protetti della maggior parte degli altri paesi e siamo in una situazione migliore anche dal punto di vista dei contagi e delle ospedalizzazioni. Dovrebbe essere abbastanza per seguire lo stesso metodo seguito fin qui, continuando a giocare d’anticipo, sulla base dei dati: la scelta di imporre ulteriori restrizioni dovrebbe basarsi su questo e solo su questo. Non su quella massa dettati come già accennato dai propri pregiudizi. Certo, anche i pregiudizi hanno però un loro significato, e dicono molto del modo in cui reagiamo alle difficoltà. Ci sono ad esempio quelli che trascinano i piedi sin dall’inizio, quelli che apparentemente sarebbero stati felicissimi di farsi travolgere dalla pandemia e hanno accettato le restrizioni giusto per fare un favore a noialtri, e quindi, a ogni nuova ondata, prendono il tono spazientito di chi ritiene si stia approfittando della sua generosità. Insomma, sembrano dire all’intera schiera di medici, scienziati e governanti che finora, bene o male, e in Italia assai meglio che altrove, ha organizzato la strategia anti-covid: vi ho consentito di salvarmi la vita una volta, due volte, tre volte, ma adesso mi pare che ve ne stiate approfittando. Ci avrete mica preso gusto? Ci sono poi quelli che condividono tutto, anche le soluzioni più drastiche, anche se comportano disoccupazione di massa, il fallimento di interi comparti industriali, miseria e sofferenze tremende per milioni di persone, ma considerano un sacrificio insopportabile dover fare un tampone o indossare una mascherina all’aperto. Di solito sono quelli che usano argomenti tipo: a che mi serve la mascherina se sono da solo in un bosco? Sulla base dello stesso ragionamento, però, dovrebbero chiedersi a cosa serva indossare il casco quando vado a venti all’ora, o proibirmi di passare col rosso quando non c’è nessuno all’incrocio. Se applicassimo lo stesso metro a ciascuna delle norme che regolano la nostra convivenza civile, la nostra convivenza civile durerebbe pochissimo. E poi ci sono, inevitabilmente, centinaia di politici, giornalisti, intellettuali e persino virologi ed epidemiologi di grido pronti a solleticare i pregiudizi e le idiosincrasie di ciascuno, perché a tutti piace essere popolari, prendere applausi invece che fischi, vendere molte copie dei propri libri e aver bisogno di un assistente o addirittura di un agente per smistare gli inviti in tv. Alla base di queste reazioni c’è però un problema di fondo, che ha a che fare, credo, con una scarsa capacità di astrazione. Se infatti le ondate del virus fossero visibili come le ondate di una marea, non penso che a nessuno verrebbe in mente di dire, ad esempio, che tanto valeva lasciarsi sommergere due settimane fa, che non ha nessun senso fare tanta fatica per mettere in salvo chi abita sulla costa, visto che comunque la marea continua a salire, e mica potremo continuare a spostarci all’infinito, ad alzare gli argini all’infinito, a indossare il giubbotto di salvataggio all’infinito. Se il contagio, in tutta Europa, fosse qualcosa che si vede a occhio nudo, di sicuro nessuno direbbe che il gioco non vale la candela, né paragonerebbe il rischio di vedere migliaia di persone morire annegate con il proprio diritto al cenone di Natale o al concerto di Capodanno. Intendiamoci, in questi due anni molte previsioni si sono rivelate sbagliate, molte analisi infondate, molte decisioni dannose, tardive o insufficienti. Ma novantanove volte su cento quegli errori sono stati compiuti non per un eccesso di cautela, bensì per il desiderio di infondere fiducia e rassicurare, nella migliore delle ipotesi. O più semplicemente perché era quello che volevano sentirsi dire elettori, lettori e spettatori. È un dato statistico che anche tanti intelligenti liberali, terrorizzati dalla compressione delle libertà individuali, dovrebbero considerare. Se vogliamo uno Stato meno paternalista, forse dovremmo prima smettere di comportarci come bambini…

E’ sempre tempo di Coaching!

Se hai domande o riflessioni da fare ti invito a lasciare un commento a questo post: sarò felice di risponderti oppure prendi appuntamento per una  sessione di coaching gratuito

0

Aggiungi un commento