Oggi ancora più che in passato siamo inondati di informazioni che ci arrivano prevalentemente tramite le nuove tecnologie. In pochi minuti riceviamo decine di messaggi sul nostro smartphone, troviamo almeno altrettante notifiche su facebook, per non parlare di tutte le e-mail e le newsletter che riceviamo sulla nostra casella di posta. Questa mole di input dall’esterno si va a sommare a quella altrettanto intensa che viene dalla nostra mente: pensieri ed emozioni, idee e sensazioni che si avvicendano e si accavallano vorticosamente.
Il mix di sollecitazioni a cui siamo sottoposti ci crea spesso una situazione di caos e di confusione mentale: oscilliamo come canne al vento e letteralmente perdiamo il senso dell’orientamento.
Questo chiaramente rende molto difficile sia prendere una scelta che portarla avanti con costanza per un certo tempo. Arrivano sempre nuovi input che mettono in discussione quanto abbiamo “deciso” o che ci distraggono dalla strada che abbiamo intrapreso.
“Gli sciocchi agiscono distrattamente. Il saggio invece custodisce l’attenzione come il suo tesoro più prezioso”
(Buddha)
Questo meccanismo che si verifica nel corso delle nostre quotidiane attività è lo stesso che impatta sulle scelte importanti della nostra vita. Siamo così decentrati e “dispersi” che non sappiamo quale strada professionale intraprendere o quale persona vogliamo essere e diventare.
A cosa stiamo dando la nostra attenzione?
La nostra mente è catturata di volta in volta da uno stimolo differente e dopo aver roteato su sé stessa, dove finisce per posarsi? Sulla nostra situazione attuale, su ciò che non funziona, che non ci piace… Focalizzarci sul “problema” dovrebbe in teoria avere la funzione di aiutarci a risolverlo, ma ciò che succede nella realtà è che ci avviluppiamo sempre di più in esso!
Come abbiamo già scritto in passato:
Quello che pensiamo e sentiamo influenza il modo in cui percepiamo la realtà: la nostra attenzione seleziona, tra gli infiniti stimoli che riceviamo, proprio quelli più in sintonia con i nostri pensieri ed emozioni. Sulla base di questi stimoli noi agiamo in un certo modo, ricevendo come effetto una conferma delle nostre aspettative (spesso inconsce), creando quindi un circolo che si autoalimenta!
Ecco quindi che la nostra attenzione o viene dispersa in mille rivoli oppure, quando si canalizza, lo fa proprio su ciò che ci blocca nella situazione che non vogliamo!
Per fare un esempio: se siamo insoddisfatti del nostro lavoro attuale, iniziamo a pensare a “n” possibili alternative, cerchiamo ossessivamente su internet, troviamo corsi di formazione interessanti che vanno dal web marketing, alla cucina creativa all’orticultura, e così via. Poi, ad un certo punto ci confrontiamo con il nostro amico che ci dice che è inutile cambiare perché tanto “i lavori sono tutti uguali” o con la nostra famiglia che ci esorta a “tenerci ben stretto” ciò che abbiamo (anche se è già fin troppo “stretto”!). E così, scoraggiati, ci blocchiamo. Il giorno dopo torniamo a rimuginare sulla nostra insoddisfazione, sugli aspetti negativi del nostro lavoro e su tutte le difficoltà a cui andremo incontro se decidessimo di andarcene altrove… Sì, ma dove?! E così riparte il circo dei pensieri su una, nessuna e centomila soluzioni…
Quindi abbiamo capito che: se ci distraiamo, è un problema; se ci focalizziamo sul problema, è un problema, ma anche se ci focalizziamo sulla soluzione alla fine ci incartiamo! E quindi?! Non c’è via di uscita a questo loop?
Immaginiamo di essere in macchina e di non sapere bene che strada fare e neppure dove andare. Possiamo decidere di continuare a girare a caso (ossia distrarci, ndr.), sperando che prima o poi ci arrivi l’input giusto. Possiamo dirci quanto siamo stupidi a non aver cercato bene la strada prima, che non arriveremo mai da nessuna parte se continuiamo così, ecc… ed in questo modo restiamo fermi al palo del nostro problema. Possiamo iniziare a studiare la mappa, chiedendoci quale sarà la strada migliore, più rapida, con meno traffico, ma il punto è che fino a che non decidiamo dove andare, andranno bene tutte le strade…o nessuna!
“Mi vuoi dire, per favore, quale strada devo prendere
per uscire di qui?, chiese Alice.
“Dipende in gran parte dove vuoi andate”, rispose Stregatto.
“Non mi importa dove” disse Alice.
“Allora non importa nemmeno quale strada prendi”. replicò Stregatto.
(da Alice nel Paese delle Meraviglie – Lewis Carrol)
La nostra attenzione, quindi, deve essere focalizzata sulla meta, ossia lo stato in cui vogliamo trovarci alla fine del nostro percorso, piuttosto che sulle strade o sui mezzi per raggiungerlo.
Se siamo insoddisfatti del nostro attuale lavoro allora chiediamoci: “Cosa desidero invece? Come intendo sentirmi? In che tipo di ambiente vorrei trovarmi?” e così via.
Le risposte che troveremo a queste domande potranno anche essere generiche all’inizio, ma piano piano, direzionando il nostro focus su ciò che desideriamo raggiungere, capteremo segnali sempre più precisi che ci aiuteranno a specificare meglio la nostra meta. La cosa importante nel mondo è non tanto dove stiamo, quanto in che direzione stiamo andando.
E’ sempre tempo di Coaching!
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