Se davvero si vuole dare vita a un esecutivo d’emergenza, allora si scelgano persone per bene, dal profilo tecnico e al di sopra delle parti. La sola ipotesi di dare in mano il Paese ai due senatori è più terrificante dell’emergenza contagi. Nessuno nasce imparato, diceva un vecchio motto materno. Forse è per questo che di fronte all’apparire, improvviso e spaventoso, del coronavirus tanti, soprattutto chi occupa ruoli pubblici, hanno fatto errori e sbagliato comunicazione. Ad alcune settimane dall’apparire del figlioccio del pipistrello, la quantità di errori si può riassumere in due categorie. La prima è stata sicuramente il dare l’idea di essere di fronte a un mostro imbattibile, proprio mentre un Paese serio come la Cina aveva, a suo modo, messo in campo tutte le risorse per sconfiggere l’epidemia. Il secondo errore è stato quello di barcamenarsi fra allarmismo e il suo contrario. Errore che non hanno compiuto solo alcune persone, in particolare la dottoressa del Sacco di Milano, l’équipe dello Spallanzani e la mitica Ilaria Capua. Il governo ha avuto giornate buone quando è stato governo, quando, invece, si è fatto prendere dalla frenesia da Grande fratello ha fatto pena. Alcuni ministri, ad esempio Roberto Speranza, hanno tuttavia mantenuto un profilo giusto e sullo stesso Giuseppe Conte se ha sbagliato negli ultimi giorni (così come Attilio Fontana. il governatore della Lombardia), ha anche cercato di dire e fare cose rassicuranti. Non siamo meno peggio dei Paesi che ci circondano e che rifiutano i nostri aerei e le nostre navi senza dire nulla di chiaro su se stessi. A noi è toccata la fine del cane che annega, quello che tutti bastonano. Per qualche giorno, a parte lo solita dose di sciocchezze di Matteo Salvini, il mondo della politica è apparso sobrio. Fino all’annuncio della proposta del governo di tutti. Proposta, come ha chiarito il governatore Fontana, che Matteo Renzi avrebbe fatto in odio a Conte. Questo Renzi dovrebbe usare il numero chiuso per i suoi odi perché ormai l’elenco è infinito. Il tema susciterebbe poco interesse, data l’inesistente consistenza elettorale del Renzi medesimo, se non avvelenasse il dibattito politico. Vorrei insistere quindi su un punto. Il governo di emergenza per far fuori un governo in carica è una ipotesi vile e che non passerà. Il Pd e i 5 stelle non lo accetterebbero mai. Neppure Sergio Mattarella può far cadere un governo per far giocare Renzi. Il tema può essere proposto solo in altro modo. E cioè se cresce la convinzione, e soprattutto se cresce al Quirinale e nel cuore pulsante del Paese, che non ce la facciamo se non incarichiamo un uomo al di sopra delle parti accompagnato da uomini e donne al di sopra delle parti (purché non rompano i coglioni sulle pensioni) di guidare l’uscita dell’Italia da questo cono d’ombra in cui è situata con una brutta fama internazionale e una sfiducia interna molto estesa. Un governo fortissimo, di pochi mesi, fatto da persone per bene. Per fortuna l’Italia ne ha tante. E per evitare che appaia un governo che “commissaria” la politica si possono scegliere per farne parte politici con un forte profilo tecnico o d’esperienza. Quindi nessun capo partito o legittimo aspirante a dirigere il governo successivo. Se non è questo il governo d’emergenza, desistete. L’idea di far fare un governo ai due Mattei è spaventosa. Meglio il coronavirus. È più leale…
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