Governo: Draghi nelle ultime settimane ha tracciato una nuova road map nella lotta al Covid. Ma fatica a mettere in riga le Regioni sui vaccini e a rassicurare l’Italia sulla tenuta e la ripresa dell’economia…

Adesso basta! Niente più alibi per nessuno… Il Governo cerca di mettere sotto controllo i governatori, perché il rischio è che ognuno continui a far per conto suo, consentendo cancellazioni di prenotazioni e rallentando la campagna vaccinale. E continuando così, rendono poco realistico, l’obiettivo delle 500mila vaccinazioni per la fine di aprile… La frustata di Mario Draghi alle Regioni dovrebbe sortire i suoi effetti già fra qualche giorno – nei prossimi dieci giorni l’obiettivo indicato (che si deve raggiungere) è vaccinare 3 milioni di italiani delle categorie più a rischio per età.  Nel tentativo di stroncare questo perenne clima di ‘aria sospesa’ nella guerra al Covid, che proprio due giorni fa ha segnato un nuovo terribile numero di morti 718, dai quali però, con questi calcoli macabri bisogna pur avere a che fare, vanno sottratti i deceduti in Sicilia che non erano stati conteggiati, sicché la cifra dei decessi è comunque di ben 460 morti. Sapendo inoltre che le scorte di vaccini necessari già ci sono per raggiungere questo obiettivo minimo. Ma la messa in riga delle Regioni da parte del Presidente del Consiglio, con l’ammonimento persino brutale a vaccinare anziani e fragili, con un forte richiamo anche alle coscienze personali di ognuno di noi, non ha trovato facilmente uno spiraglio efficace per affermarsi, per le continue resistenze di alcuni Presidenti di regione, intenti solo ad allontanare da se stessi ogni critica: comunque a tarda sera la famosa direttiva del Commissario Straordinario Generale Figliuolo è stata emanata. Si tratta di un punto che Draghi aveva messo quasi al centro della sua conferenza stampa, una conferenza stampa diciamolo pure un po’ strana (sbagliato l’esempio dello psicologo di 35 anni vaccinato prima degli ottantenni era stato il precedente Dpcm ad obbligarlo), ma sicuramente più concreta delle altre. La direttiva del Commissario Figliuolo alle Regioni è infatti stata necessaria per ricalibrare un piano vaccini che deve adeguarsi alle nuove indicazioni per l’uso del vaccino AstraZeneca, destinato ora, alla popolazione con età superiore ai 60 anni. Brevemente e in chiaro. Si tratta di spezzare il potere di quelle Regioni, specie alcune indipendentemente dal colore politico dei Governatori – la Puglia sembra quella più in ritardo, ma anche la Lombardia continua ad avere difficoltà, lo stesso Piemonte e anche il Veneto, nonostante la vivacità dell’inventiva del Doge Zaia, per non parlare della Campania dove De Luca continua a indicare altri come colpevoli per le sue incapacità di controllo della situazione epidemica. Il rischio continua ad essere come già detto che ognuno faccia per conto suo, consentendo cancellazioni di prenotazioni e il rallentamento della campagna vaccinale o continuando a vaccinare categorie privilegiate a discapito dei soggetti più a rischio per età d’anzianità e/o per patologie pregresse, che se colpiti dal virus, hanno un’alta probabilità di perire. Non assumendosi così nessuna responsabilità diretta per gli obiettivi indicati dal Governo nel tentativo di rendere irrealistico l’obiettivo delle 500mila vaccinazioni per la fine di aprile (tra 20 giorni!) ribadito dal Presidente del Consiglio. Obiettivo che rende palese (regione per regione) proprio i loro limiti e ritardi organizzativi nel vaccinare gli italiani. Il ministro Roberto Speranza ha firmato le ordinanze per il passaggio da domani lunedì, in zona arancione di quasi tutte le Regioni che erano rosse (tranne Puglia, Campania e Val d’Aosta) mentre diventa rossa l’unica regione che era stata per qualche giorno addirittura bianca, la Sardegna. E Speranza ha ricevuto una fiducia importante dal presidente del Consiglio dopo gli attacchi quasi giornalieri di Matteo Salvini… Invece, Salvini, incontrando Enrico Letta è apparso particolarmente mansueto e in linea con Draghi che giorno dopo giorno rinsalda i bulloni dell’Esecutivo. Eppure, bisogna ancora registrare una situazione che fatica ad evolvere e che vede salire il nervosismo nell’opinione pubblica, agitato anche da qualche giornale ostile al Presidente del Consiglio, oltre che sui social ispirati da certa destra-destra e/o no vax, no tax, no a tutti e tutto… interessati solo a quando riaprire (indipendentemente dal numero di contagi, saturazione ospedali e terapie intensive nonché numero di morti giornalieri) ovvero, in spregio a qualsiasi minimo buon senso, ripetono: finiamola subito con questa perdurante vaghezza circa i tempi di una riapertura totale. Sono quelli del #ioapro. Sul Corriere della Sera un uomo certo non avventato… né poi politicamente così lontano da Draghi come Walter Veltroni ha chiesto una data precisa per riaprire, mentre altri hanno ricordato il 14 luglio evocato da Emmanuel Macron, la data più emblematica e solenne per i francesi, e in piccolo, il nostro Ministro per il Turismo Massimo Garavaglia ha parlato del 2 giugno (festa della Repubblica) come data per la definitiva uscita dal dramma, così come ha fatto anche Carlo Calenda, formulando qualche giorno fa. un’ipotesi di road map, indicando la data del 15 maggio. Per prudenza (o c’è chi dice per mancanza di senso comunicativo) però Mario Draghi non ha voluto essere più preciso. Francamente ciò appare come una ulteriore critica a mo di foglia di fico, vista la padronanza avuta in conferenza stampa con i richiami fatti direttamente alla responsabilità e coscienza di individui e categorie professionali, non è certo quindi di timidezza o mancanza di senso comunicativo. Ma effettivamente, fra i ritardi delle scorte (ieri un’altro problema con AstraZeneca) e i perduranti problemi organizzativi specie in alcune Regioni, riottose ad ammetterlo e a chiedere aiuto allo Stato centrale per paura di ammettere le loro incapacità politiche oltre che organizzative, il nostro Paese non può vedere ancora la famosa luce in fondo al tunnel: si avverte ormai che non è lontana ma è necessario che tutti, da adesso in poi, remino nella giusta direzione per portare la nave in porto… ora la rotta è stata chiaramente tracciata dal Governo e direi condivisa da tutti i partiti che ne formano la maggioranza… e anche se è pur vero che il “colpo di reni” sulle vaccinazioni immaginato e messo già preventivamente nel sacco, come obiettivo principale del governo Draghi non c’è stato… ostacolato dalla feragginosità istituzionale e dagli interessi particolari di lobby e politici… ma adesso, eventuali ulteriori resistenze e ulteriori ritardi… evidenzieranno le colpevoli responsabilità di coloro che non si saranno adeguati agli indirizzi dell’Esecutivo centrale… Sono così finiti per tutti quanti gli alibi!

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