Governo: festa del 25 Aprile mai prima d’ora così tanta falsità e ipocrisia…

Per questo 25 aprile sono scesi in campo degli adoratori del reazionarismo allo stato puro. Hanno in testa un’Italia senza storia. E, chi come loro, critica la Liberazione non è una persona libera. Fanno il paio con gli stessi che non sopportano un papa perché è vicino ai poveri e ai diseredati… Lo dico senza perifrasi: ci sono modi di festeggiare il 25 aprile che piacciono poco anche a me. Non mi piace per niente il fatto che la Brigata Ebraica debba faticare a trovare spazio nelle manifestazioni ufficiali e che spesso ne sia stata scacciata per il sopravvento di gruppi radical filo palestinesi. E non mi piace la retorica. Amo invece il 25 aprile come festa nazionale. I guru della destra, e in prima linea Vittorio Feltri, Alessandro Sallusti e, i loro “rami”, Mario Giordano e Maurizio Belpietro e anche Marcello Veneziani sono da tempo impegnati (prendendo in mano la bandiera solidamente impugnata dal Msi di Pino Rauti e dalla retorica anticomunista militante) a svalutare il 25 aprile. La linea interpretativa è semplice e banale. Gli italiani sono stati fascistissimi, anche quegli intellettuali che poi ebbero un ruolo nella costruzione della Repubblica democratica. I partigiani furono pochissimi. Senza gli americani e Winston Churchill saremmo, scrive credo Feltri, ancora al saluto romano. Io penso che se gli italiani fossero stati come Feltri, Belpietro, Giordano, Veneziani, Sallusti e compagnia cantando staremmo celebrando tuttora i fasti di un regime corroso fin nelle sue intime radici. Il sovranismo fa leva sulle ipocrisie anti-italiane. Lo scontro fascisti-antifascisti ha avuto nel tempo diverse stagioni. C’è stata, per merito del presidente Carlo Azelio Ciampi e col discorso di insediamento come presidente della Camera di Luciano Violante il tentativo di restituire dignità ai perdenti riconoscendo loro non la ragione, che non avevano, ma la generosità del sacrificio. Giampaolo Pansa ha dedicato gran parte della sua vita a ricordare i vinti e quelli che lui definisce gli orrori dei vincitori. Eravamo, si può dire, in questo Paese a un punto in cui si sarebbe potuto festeggiare la Liberazione dall’invasione nazista, la sconfitta del regime fascista ma senza più maledire gli sconfitti. C’è oggi una generazione di giullari di corte che racconta invece falsità sul nostro popolo. In ogni famiglia ci furono sconfitti. Nella mia ci fu un fratello del nonno che ancora ragazzo (16 anni) scappò a Milano per unirsi ai Repubblichini e il nonno raccontava di come si era perso il fratello… mentre lui cercava di contribuire a costruire un partito di sinistra per la democrazia italiana. Ho scoperto frugando alcune carte trovate anni fa nel baule militare di mio papà, che durante la sua prigionia in Germania dopo esser stato preso l’8 settembre (aveva 20 anni, 4 di più dello zio repubblichino), faceva parte di una “cellula” clandestina del PCI, che già nel Lager di prigionia faceva attività di propaganda e proselitismo per il partito che in patria combatteva la guerra di Liberazione. La memoria di molte delle famiglie italiane è quindi divisa, ma è l’attualità che spacca gli italiani. Chi oggi svaluta il 25 aprile ha in testa una sola cosa. Deve dimostrare che “nella notte tutti i gatti sono grigi”, che non ci sono distinzioni, o todos caballeros o todos bandidos. Nulla di più falso. Hanno praticamente in testa un’Italia senza storia. È assai buffo che il sovranismo italiano faccia leva su tutte le ipocrisie anti-italiane che coinvolgono il Risorgimento e la rinascita democratica. Sono in campo ormai gli adoratori del reazionarismo allo stato puro. Sono gli stessi baciapile che ormai non sopportano un papa perché è vicino ai poveri e ai diseredati. C’è una generazione di giullari di corte nel giornalismo di destra che ogni volta si mette al servizio del reazionario di turno. Non vogliono la Liberazione perché non sono liberi. Affermano di essere liberi di dire cose politicamente scorrette. Ma lo vogliono fare solo quando i loro sponsor sono al potere. Sono ribelli col culo al caldo. Potranno mai realmente misurarsi con la moralità di coloro che combatterono per la Libertà?

E’ sempre tempo di Coacing! 

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