Governo: il lungo addio… mentre il Paese è nel caos…

“La Befana vien di notte
con le scarpe tutte rotte
col vestito alla romana:
viva viva la Befana!”

E’ arrivato il giorno della Befana dopo un lungo momento di attesa… scenderanno in campo i duellanti per la sfida finale? Qua a differenza del racconto di Joseph Conrad, nessuno chiederà all’altro di fare pace… ma l’epilogo sarà il medesimo che nel romanzo Renzi/ Feraud rifiuterà la proposta d’amicizia di Conte/ D’Hubert… Conte sembra che stia facendo di tutto per evitare la crisi formale… ma sembra che “volente o dolente” il presidente del Consiglio sia arrivato al termine del suo secondo mandato, nonostante che pur di restare a palazzo Chigi si sia detto disposto a mollare su qualsiasi richiesta, facendo slittare anche ogni decisione sui fondi europei. Mentre l’Italia è sempre più stanca, e non capisce cosa sta succedendo sul palcoscenico della Terza Repubblica. La politica dà il peggio di sé e sorgono improbabili proposte di soluzione della crisi che aumentano solo la confusione. Di fronte a questo indegno spettacolo molti cominciano a credere che le urne siano il male minore… in questo gelo di stagione, è tornato prepotentemente in scena, il peggio della Prima e della Seconda Repubblica quando a un certo punto la situazione si incarta e nessuno sembra avere la chiave per risolvere il rebus di una crisi politica che si accartoccia su sé stessa. Tutto rumoreggia nelle orecchie dei cittadini, che hanno ben altro per la testa, ora che le incertezze sui colori delle Regioni, sui vaccini e la loro somministrazione, sulla rinviata riapertura delle scuole si intrecciano in un modo crudele con il nuovo aumento dei decessi, ieri altri 649 italiani per un totale di 76.329 se ne sono andati – ma come, non avevano detto che le chiusure e riaperture mirate funzionavano? Personaggi che cercano un autore che razionalizzi una crisi sbrindellata e ormai senza senso con un logoro copione di trattative più o meno finte, parole date e non mantenute, telefonate o call che non partoriscono nulla, ognuno fa due parti in commedia in una sarabanda felliniana… scordandosi che l’inasprirsi della ferocia del Covid – gioca un ruolo – macabro – ma chiaro nel senso di giocare contro l’apertura della crisi di governo. Quello che è certo hanno preso a muoversi ambienti politici, come nei momenti meno limpidi della storia parlamentare, drappelli di onorevoli, personaggi sciolti, formazione di quattro persone come “Cambiamo” di Giovanni Toti, che non contando nulla, danno comunque non si capisce bene quale «disponibilità» per strani governi «di salute pubblica» – mai formula fu meno azzeccata, in una situazione come questa. Il Presidente del Consiglio è pronto a mollare su tutto, compresa la famigerata delega sui servizi segreti, pur di non infilarsi nel tunnel della crisi formale, mentre maestri di politica gli consigliano di andare in Parlamento e mostrare a Matteo Renzi di avere i voti – Travaglio suggerisce questa soluzione e sul Fatto Quotidiano scrive: “Perché lo fa? Più leggiamo le spiegazioni di Renzi capo di Italia viva sulla crisi di governo, – che i sondaggi di dicembre davano al 2,9 per cento e oggi lo vedono scendere ancora verso il 2 per cento –  spiegazioni ormai giunte ieri a quota 937, più abbiamo la sensazione che quella vera sia la numero 938. Secondo voi, qual è? Sondaggio a risposta multipla. 1. Conte è Presidente del Consiglio e lui no. 2. Conte è primo nei sondaggi e lui ultimo. […]”.  Comunque sia, al leader di Italia Viva, non pare vero di aver riconquistato il centro del ring e gode nel costringere tutti a giocare al suo Risiko personale… e fa di tutto per costringere Conte a rassegnare le dimissioni… e poi si vedrà se ci sarà un Conte ter. Come può una “crisi al buio” così voluta da Renzi, avere lo sbocco di una “crisi pilotata” come vorrebbe Conte? Probabilmente c’è ancora tanto di non detto dentro questa vicenda di una crisi nata per differenze sui contenuti del Ricovery Fund e la sua gestione… e che sta finendo in un “duello rusticano” dov’è d’obbligo la morte (politica) di uno dei due contendenti. Certo c’è ancora da gettare sul tavolo per una possibile soluzione della crisi il nome dell’ex presidente della Consulta Marta Cartabia, addirittura con Mario Draghi super–ministro dell’Economia. Ma ciò… è veramente tanto e fa capire che se le cose dovessero stare così, la vicenda potrebbe trascinarsi più a lungo del previsto. E forse non a caso la quarta bozza del Piano per il Recovery Fund slitta e con essa la fatidica riunione del Consiglio dei ministri mentre il classico del rimpastone tiene banco e ora si parla di un nuovo ministero per il Recovery fund per Andrea Orlando, con conseguente irritazione di Dario Franceschini che si vedrebbe soffiato il ruolo di capodelegazione del Pd ma siamo alle indiscrezioni tipiche dei momenti in cui la qualità della lotta politica si abbassa sotto il livello del mare. Persino molti politici sembrano essersi disamorati di una contesa che ormai sfugge di mano e rotola per conto suo senza che nessuno prenda in mano la situazione… Il Quirinale non ha in questa fase molto da dire, la parola rimane ai partiti. Conte, come detto, si muove a tentoni cercando di salvare un governo che ormai è in punto di morte; il Pd tratta e aspetta che sia il premier che Renzi si facciano male: «se la vedano loro». Ma si sta stufando anche lui, se è vero com’è vero che persino un ministro dem nelle chiacchiere ha auspicato le urne come male minore… e per l’ennesima volta anche il vicesegretario Pd Andrea Orlando (in predicato di entrare nel rimpasto di governo) pone come sola alternativa a questo caos il voto chiarificatore… ma sarà poi veramente così?!

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