Governo: il Pd salverà il governo, ma chi salverà il Pd?

Il governo c’è. Alla Camera è stata incassata la fiducia e oggi toccherà al Senato pronunciarsi a riguardo, qui i numeri sono più esigui e la maggioranza sarà risicata (nei 5S c’è più di un mal di pancia). Ma, tutto sommato sembra un governo decente (ottimi Lamorgese, Gualtieri, Provenzano). Le prime pagine dei giornali di destra sono oggi per ovvi motivi fonte di grande felicità… tanto è il livore che trasudano. Sono bastate poche battute per capire lo scopo del governo giallorosso. Giuseppe Conte e il PD riportano l’Italia nel ‘recinto’ dell’Europa. Roma cambia approccio sui migranti e prova a cancellare le sgrammaticature di Matteo Salvini, rinnegato senza se e senza ma. Il sospetto è che la discontinuità pretesa da Zingaretti piaccia e non poco a Giuseppe Conte. Anche se, cancellare anche da un punto di vista legale quanto fatto con la Lega potrebbe non essere la scelta corretta per costruire un vasto consenso. Un conto è correggere il tiro, un altro è cambiare atteggiamento in maniera radicale, E la revisione della legge sui migranti del Friuli Venezia Giulia potrebbe essere solo il primo passo. Conte unico capo nel governo: “Finalmente posso muovermi senza avere il freno a mano tirato“, avrebbe dichiarato Conte dopo il giuramento. E il riferimento non sarebbe solo a Salvini, ma anche a Luigi Di Maio, costretto a lasciare Palazzo Chigi per trasferirsi alla Farnesina. Un ruolo importante, ma oggi, il governo PD-M5S ha un solo capo, non più tre. Nel corso dei quattordici mesi alla guida del governo gialloverde Conte è stato sicuramente il ponte tra l’Italia e l’Europa. La sua dimensione è europea e non è un caso che nel corso della crisi di governo qualcuno abbia suggerito di mandarlo a Bruxelles come commissario del nuovo governo. Senza le pressioni di Salvini e del “vecchio” Di Maio, Giuseppe Conte può coltivare i suoi rapporti con l’Europa nella speranza che possa riuscire a ritagliare un ruolo di primaria importanza per il Paese (aiutato sicuramente in questo da Gentiloni). In caso contrario Conte si ritroverebbe a vestire i panni della pecora e non del leone, e andrebbe ad alimentare le proteste della Lega, una minaccia comunque sempre presente…Comincia così un cammino difficilissimo. Per il PD e per chi ancora lo vota, o vota comunque a sinistra, inizia una ulteriore fase di grande sofferenza. Se qualcuno si aspetta che i provvedimenti del Conte bis possano cambiare la percezione del partito di fronte al popolo, sbaglia di grosso. Se qualcuno pensa che il M5S rinuncerà ai suoi comportamenti schizofrenici, sbaglia di grosso.  C’è un punto di partenza che nessuno deve mai smarrire. L’accusa di aver rinviato le elezioni ferendo la costituzione e il diritto al voto dei cittadini è una gran cretinata. In Gran Bretagna anche il premier cialtrone si è visto rifiutare dal parlamento la pretesa di andare al voto al suo comando. Qui si è fatto un governo seguendo le regole costituzionali. PD e M5s si odiavano, ma anche cinque stelle e Lega si odiavano. Questo governo esiste perché Matteo Salvini si è rivelato un pericolo per sé e per la sua gente, e di riflesso anche per noi. Tuttavia il PD, i suoi elettori e quelli che hanno votato a sinistra, penso a chi ha votato Leu, non devono mai dimenticare che andare al governo dopo aver perso le elezioni richiede una responsabilità maggiore. Questo senso di responsabilità lo devono avere innanzitutto i capicorrente del PD. Penso all’immemore Matteo Renzi che ormai impazza di nuovo in tivù e nella stampa scritta dimenticando che la sconfitta da cui è nata questa situazione è roba sua. Lo devono ricordare quelli che nel PD cambiano posizione al primo stormir di fronde, gli urlatori e chi ultimo arrivato minaccia di uscire e lo fa sbattendo la porta… dopo essere stato eletto al Parlamento Europeo coi voti del partito… Dovrebbe pensarci Carlo Calenda prima di fare scelte irreversibili. In altre parole: al PD non basta stare al governo per riconquistare consenso. Insomma piddini eravate in braghe di tela, da poco eravate tornati in leggera ripresa ma senza il miracolo Salvini sareste/mmo stati in grave difficoltà. Però non sempre c’è uno stupido che ci aiuta. Perché questo ragionamento? Perché a questo punto il PD dovrebbe fare due cose. La prima è essere la sentinella del governo assicurandosi che faccia cose, sulla linea poche-chiacchiere-qui-si-lavora e che le cose vengano fatte bene. Troppo protagonismo nuocerebbe all’esperienza. Lo dico a coloro e ad altri che passano le loro giornate in televisione. Visto l’elenco di nomi di ministri e ministre, di nessuno di loro si sentirebbe la mancanza nei talk politici. Tutti al ministero per favore! In secondo luogo il PD deve ricordarsi di essere un partito che si è fatto divellere dai luoghi in cui c’è il voto popolare. Se nel PD qualcuno aspetta che alcuni provvedimenti del governo possano cambiare la percezione del partito di fronte al popolo, sbaglia di grosso. C’è un obbligo ormai non rinviabile: dovete fare il partito! Solido, solidissimo, con la gente vera e qualche computer. Nessuno si deve illudere che il pericolo Salvini sia passato. Infatti, se questa esperienza finirà male, per la sinistra non ci sarà più storia. Ci penseranno figli e nipoti. Se questa esperienza dovesse dare qualche risultato, come è invece possibile, non si deve comunque pensare che siano finiti i guai del PD. Non è necessario essere esperti di cose “nazareniche” per sapere che lì c’è gente che si detesta e che ha progetti politici assai differenti. L’importante è che dall’esperienza di governo possa venir fuori una alternativa politica e che qualcuno nel PD sappia raccoglierla. Il problema del PD è fare una cosa che non faceva più da tempo: stare in mezzo al popolo. Se poi ci saranno altri che si interrogheranno sulle necessità di una forza limpidamente moderata, se ne faranno una ragione. Il PD, per farla breve, ha fatto un grande azzardo e ha fatto bene a farlo. Grazie a Renzi che ha avuto la ‘genialata’ e facendo un doppio salto all’indietro ha spalancato le porte ad un governo PD-M5S… senza alcuna coerenza e con una faccia da ‘culo’, rispetto alla strategia dei popcorn. Ma anche grazie a Nicola Zingaretti che ha saputo gestire la complicata pratica con sapienza, grazie a chi non ha perso contatti col mondo pentastellato e grazie anche a chi, ha saputo fare il passo indietro. Tuttavia questo azzardo non mette in sicurezza il partito neppure se si rivelasse un azzardo felice. Un buon governo può mobilitare a favore della sinistra parti di popolo che si erano allontanate, può creare un clima sociale più sereno, ma il problema del PD è quella cosa che aveva dimenticato di fare: negli ultimi lustri, si proprio così lo stare in mezzo al popolo. Oggi si sorride ancora nonostante ci siano pure gli infelici… ma da domani se non si cambia radicalmente per stare tra la gente e difenderne bisogni e diritti… saranno lacrime e sangue per tutti quanti… e il PD rischia di non salvarsi…

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