Governo: tutti i giorni uguali bigi e dal fiato corto. Incredibile il governo Conte continua a far “cacchiate”…

I Cinquestelle che danno il via libera al Meccanismo europeo di stabilità ma senza prendere i fondi, la ministra dei Trasporti Paola De Micheli che dice di non riempire oltre il 50% i bus dopo aver difeso per settimane la quota del 80%, il governo che nomina il quarto commissario alla sanità in Calabria in un mese. Purtroppo è tutto vero… «C’è l’intesa tra il Movimento 5 Stelle e il Ministro dell’Economia, Gualtieri, sul Meccanismo europeo di stabilità: via libera alla riforma, ma niente utilizzo dei fondi». Proprio così, testuale. «L’Italia non ostacolerà la revisione del Salva-Stati ma non prenderà il prestito». Questa la sintesi sulla prima pagina del quotidiano diretto da Giannini ‘la Stampa’. Come dire che potremo ristrutturare la casa come preferiamo, ma non abitarci. Ancora più brillante la soluzione trovata dalla ministra dei Trasporti, Paola De Micheli, per il problema della riapertura delle scuole. Dopo aver passato gli ultimi due mesi a spiegare che gli autobus potevano benissimo essere riempiti all’ 80 per cento, con cinque persone al metro quadro, perché tanto c’era il ricambio d’aria (?), perché tanto non ci si stava dentro più di un quarto d’ora (??) e perché comunque che volete da me, mica posso lasciare a piedi trecentomila persone (ah, ecco), ora spiega che gli autobus non possono essere riempiti oltre il 50 per cento, e quindi la soluzione è tenere le scuole aperte più a lungo, magari anche nel weekend. E nel frattempo a proposito del rimpasto di governo così risponde: “Aldilà del mio coinvolgimento, fintanto che c’è questa crisi credo sia un po’ strano parlare di poltrone”. Così Paola De Micheli, risponde su Radio Capital alla domanda sul possibile rimpasto di governo nel quale si ipotizza il suo cambiamento, e termina affermando: “Io vado avanti a lavorare con grande tranquillità e con grande determinazione nel ministero che ho il piacere, l’onore e l’onere di guidare”. Ora, sulla proposta dell’apertura delle scuole di sabato e domenica, già c’è chi ha costruito ‘barricate’ come Presidi e Professori. E la ministra della scuola Azzolina, non mancherà certo di replicare anche lei nella prossima intervista – a riguardo si accettano scommesse – che invece, secondo lei, per risolvere il problema basterebbe far fare qualche corsa in più agli autobus. O forse decideranno entrambe se non “rimpastate” entrambe, di approfondire meglio la questione, con tutta calma, in quel fondamentale tavolo interministeriale tra il dicastero della scuola e quello dei trasporti, assieme a scienziati e tecnici, che era stato annunciato nei giorni scorsi, con un certo tempismo. In compenso, ad appena venti giorni dalle dimissioni dell’ex Generale dei Carabinieri, diventato andando in pensione Commissario alla Sanità della Calabria: Saverio Cotticelli (quello che non sapeva di dover scrivere il piano Covid, poi non solo lo sapeva ma lo aveva anche già fatto, ma non sapeva perché lo avesse negato, e ipotizzava di essere stato drogato prima dell’intervista), e dopo un primo passo falso sulla nomina di Giuseppe Zuccatelli (quello secondo il quale per prendere il Covid devi limonare quindici minuti di fila con chi ce l’ha già, nominato peraltro mentre si trovava in isolamento perché aveva il Covid), un secondo passo falso con la nomina di  Eugenio Gaudio (quello ritiratosi all’ultimo istante perché «mia moglie non ha intenzione di trasferirsi a Catanzaro»), un terzo passo falso e un gran pasticcio sul coinvolgimento e sul ruolo di Gino Strada (compresa l’idea di un suo tandem con Gaudio, smentita da Strada via Twitter), un quarto passo falso con la nomina, data per sicura in serata e sfumata all’alba, di Narciso Mostarda (dopo un duro testa a testa con il prefetto Luigi Varratta, sfumato anche lui non ho capito bene per quale ragione; forse perché, in confronto a Mostarda, il suo nome non è stato ritenuto all’altezza), un quinto passo falso sulla nomina del coordinatore del comitato tecnico scientifico Agostino Miozzo (sembra che avesse troppe pretese), alle 18.34 di ieri sera Giuseppe Conte ha potuto solennemente annunciare via Twitter la nomina del nuovo Commissario alla Sanità  della Calabria, nella persona del prefetto Guido Longo (… … … …) questa parentesi la lascio vuota per consentire al lettore di aggiungere la battuta che preferisce e speriamo che il prefetto che era già in pensione per limiti d’età, richiamato in servizio attivo riesca nell’impresa. Certo che tutti i giorni per il Governo Conte 2 sono uguali e sono tutti bigi e dal respiro corto. Chissà forse, con il sempre più probabile ‘rimpasto’ potrebbero riprender fiato e colore. Il Premier sembrerebbe  aver capito che non sono un bluff, le voci costruite e lasciate circolare dai principali partiti della maggioranza: la voglia di un rimpasto nell’esecutivo accomuna ormai Pd (che sembrava contrario), Movimento 5 Stelle, Italia Viva e Leu. Infatti, Renzi (sembra adesso a nome di tutti quanti) torna a chiedere un rimpasto per gestire i soldi del Recovery Fund: “Rafforzare squadra di governo, ci sono da spendere 200 miliardi!” Certo, non subito, non prima dell’approvazione della manovra. Subito dopo però sì. E senza aspettare un giorno di più. “Questa cosa o la anticipiamo o la subiamo”, è la frase che risuona più spesso ai vertici dei 5 stelle. E quindi, ormai sono tutti della partita: il ministro degli Esteri Di Maio, il segretario dem Zingaretti, il leader di Italia Viva Renzi e anche Speranza Ministro della Salute e contemporaneamente Capodelegazione di Leu nel Governo. Cosa può fare Conte, davanti a un fronte così compatto? Può solo cercare di capire fin dove sono pronti a spingersi gli “alleati per caso” che hanno dato vita al suo secondo governo. E soprattutto, quanto sia possibile arginarli? E così ci prova… eccome se ci prova. “Per il Recovery fund, occorre un’ennesima cabina di regia per distribuire i fondi Ue”. La proposta (accennata in settimana a otto e mezzo la trasmissione della Gruber sulla 7). E’ stata discussa in una riunione di questo fine settimana, dal Premier con i Capidelegazione dei partiti che compongono la maggioranza: prospettata una super struttura di coordinamento composta dal Governo, dal Mef e dal Mise, più 6 manager e una task force operativa di 300 persone. Onde evitare così le trappole burocratiche del nostro ordinamento statale che renderebbero ferraginoso e inneficace l’impiego di detti fondi (???!!!)  Giuseppe Conte apre così alle richieste della maggioranza di rivedere l’assetto di governo, rispondendo in primo luogo a Pd e Italia Viva, per far strada  a una gestione meno accentrata di Palazzo Chigi dei 209 miliardi di euro che l’Italia dovrebbe ricevere dalla Ue, nei prossimi anni, per attuare la ripresa economica post Covid. Al termine del vertice di maggioranza con i capidelegazione dei partiti e i ministri dell’Economia e degli Affari europei, Roberto Gualtieri ed Enzo Amendola, si è fatta quindi strada la definizione di questa struttura piramidale con una gestione e supervisione politica, in capo a Palazzo Chigi, ma affiancata da una sorta di comitato tecnico esecutore, guidato da 6 manager indipendenti. È indubbiamente una svolta politica quella che emerge, anche se ancora interlocutoria, dal vertice tenutosi l’altro ieri a Palazzo Chigi… Vale la domanda, ma, non si trattava di approfondire la possibilità di un limitato e normale rimpasto? Dopo averlo negato fino all’ultimo… E invece, ecco che i finanziamenti della Next generetion UE probabilmente saranno gestiti sia dal Comitato interministeriale affari europei, sia da una regia politica che farebbe capo al premier Conte, al ministro dell’Economia, e a quello dello Sviluppo economico. Ma affiancata da un comitato esecutivo o una struttura di missione costituita da manager, probabilmente 6. Manager che dovrebbero essere scelti dal governo,  ma che dovrebbero avere poteri eccezionali, essere responsabili degli obiettivi del Recovery, anche con poteri e deleghe sostitutivi rispetto ai soggetti attuatori (??!!) E sarebbero coadiuvati da una task force di 300 persone (e queste da dove arrivano?) L’assetto della governance del Recovery fund in questione dovrebbe essere definito con una semplice norma inserita nella legge di bilancio. C’è da restare ‘annichiliti’! Sarà veramente così? Francamente mi pare un’ulteriore grandissima “cacchiata” che si aggiunge alle già tante fatte. E’ una soluzione “marziana”. Questa volta è veramente troppo…

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