Governo: voluta a tutti i costi la manovra del cambiamento, ora prepariamoci al disastro…

Ripresentando alla Commissione Europea una legge di bilancio tale e quale a quella che è stata bocciata i nostri governanti ci hanno condannati a anni difficilissimi. Interessi altissimi, declassamenti, recessioni: ecco quanto ci costeranno provvedimenti ancora indefiniti ma già dannosi come ‘Quota 100’ e il ‘Reddito di Cittadinanza’. E il nostro Ministro dell’Economia Tria, ormai senza alcun credito internazionale, colpito continuamente dal “fuoco amico” – sparato dal duo Salvini, Di Maio con buona pace dell’inutile Premier Giuseppe Conte –  poco potrà fare per evitare che la Commissione Europea faccia i suoi passi verso la procedura di  infrazione per eccesso di debito… molto più grave di quella per deficit.  Oggi, la UE boccerà definitivamente la manovra. E persino l’ispiratore di tutto questo ambaradan di legge di bilancio… l’ormai famoso autore del piano B, Ministro Paolo Savona, si dice preoccupato: “non pensavo che l’UE reagisse così” …che imbecille!! Mentre Salvini continua con suoi toni rudi a parlare di complotti finanziari internazionali. Dovrebbe invece ascoltare qualche consiglio: quando di questa manovra del cambiamento, i nodi arriveranno al pettine, quando questa manovra del cambiamento, mostrerà davvero gli effetti disastrosi che avrà sulla già fragile economia italiana, di non incolpare i mercati, l’Europa, i poteri forti, le cavallette, i giornalisti o il PD di detto disastro. Incolpasse se stesso o meglio incolpassero loro stessi, che l’hanno prima voluta, poi difesa nel principio, che qualunque cosa andava bene, purché si disobbedisse alle regole europee, purché si facesse qualcosa di diverso, purché si sperimentasse l’alternativa. Dando così credito ad un ottuagenario, che di mestiere, dopo un periodo di ‘comiss di stato’, ha ricoperto incarichi di vertice nel fondo speculativo Euklid Ltd. Il 23 maggio, prima della formazione del governo, il Ministro aveva annunciato la sua rinuncia alla carica di presidente, ma secondo voci del mondo finanziario è ancora «director active», stando a quanto scritto sul registro inglese delle imprese, il Companies House. E il Corriere della Sera ha rivelato inoltre, che il professor Savona, ha essendo anche azionista del fondo, 1,3 milioni di euro custoditi in Svizzera. Alla faccia dell’Italianità, dei mercati finanziari e delle speculazioni degli stessi… ma allora!? No, non siete diversi da chi spera di guarire da un tumore con una dieta vegana o dall’influenza con l’omeopatia. Siete vittime del medesimo pensiero magico, della medesima convinzione, irrazionale e paranoica, che la soluzione sia semplice, che ci si possa salvare senza dolore e senza sacrifici, che le alternative ci siano precluse da chissà quali forze oscure che ci vogliono indebolire per controllarci meglio. Che l’Italia, alla fine, se la caverà sempre e comunque. Non è così e dispiace. Ma, ora che il dado è tratto, che quell’abominio politico e contabile che prende il nome di manovra del cambiamento è tornata in Europa tale e quale, coi suoi saldi invariati, dovete essere consapevoli delle conseguenze cui avete destinato noi e i nostri figli. Tante che da alcuni giorni lo spread oscilla già sopra i 300 punti e che arrivando verso i 350 punti a fine novembre, la finanza italiana riesploderà  ai livelli del 2011. E Di Maio e la Viceministra Castelli, non avranno più alibi per imputare la colpa alla UE e/o alla Germania. Dovete sapere che le prospettive di crescita del vostro governo sono frutto di una grande impostura, che quest’anno non arriveremo mai all’1,5% e che qualunque previsione sul prossimo anno dice che a fatica raggiungeremo l’1%. Questo vuol dire che il rapporto deficit/Pil per il 2019 non sarà mai del 2,4%, ma su reddito di cittadinanza e riforma pensioni (il dettaglio delle misure è tutt’altro che chiaro).; forse sarà del 2,6%, come dice l’Ufficio Parlamentare di Bilancio, forse arriverà a lambire le colonne d’Ercole del 3%, forse addirittura a superarle. Se, come preconizza il Fondo Monetario Internazionale, uno shock anche modesto: “aumenterebbe il debito aumentando il rischio che l’Italia sia costretta ad un consolidamento di bilancio maggiore quando l’economia si indebolisce”. Le conseguenze? Saremo costretti a indebitarci più di quanto previsto, per coprire quei costi in eccedenza. E siccome abbiamo già un debito pubblico enorme, il costo del rifinanziamento sarà ancora più salato di quanto lo sia ora, con lo spread a 300. Anche perché, non dimentichiamolo, il Quantitative Easing di Mario Draghi sta finendo e la Bce smetterà di comprare i nostri Btp in scadenza. Tradotto: ci indebiteremo già di più per pagare gli interessi sul debito aggiungendovi quello generato per ‘Quota 100’ o per il ‘Reddito di Cittadinanza’. Non è finita qua. Se, come preconizza il Fondo Monetario Internazionale, uno shock anche modesto “aumenterebbe il debito aumentando il rischio che l’Italia sia costretta ad un consolidamento di bilancio maggiore quando l’economia si indebolisce”, un eventuale rallentamento dell’economia si trasformerebbe rapidamente in una recessione. In altre parole, se le cose dovessero peggiorare, ci toccherebbero cure da cavallo che ci salverebbero dal default, ma che preluderebbero a una nuova crisi dell’economia reale.  Una specie di 2007-20112, ma peggio, tanto per essere chiari. A questo, “ciliegina sulla torta”, aggiungete il più che probabile ulteriore declassamento del nostro debito sovrano da parte delle agenzie di rating, col rischio concreto di finire tra i titoli spazzatura, e le sanzioni della Commissione Europea per debito eccessivo – mai affibbiate a nessun Paese: saremmo i primi – che La Stampa oggi stima nell’ordine dei 60 miliardi. Non ci vuole un veggente per capire cosa succederebbe dopo: una grande fuga di capitali (già iniziata) e imprese, sempre più spaventate dalla possibilità che il governo, per far saltare il banco, decida l’uscita dall’Unione Europea, o anche solo la minacci. Questo è quello che vogliono, questo è quello che otterranno. E questo è quello che ci aspetta, più o meno, nel nome di una ‘Quota 100’ che non esiste e di un ‘Reddito di Cittadinanza’ che chissà quando e come vedranno la luce. Almeno abbiate la decenza di non continuare a lamentarvi, dopo…

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