Guerra: Più di 90 giorni di guerra. i Russi avanzano lentamente nel Donbass, ucraini in difficoltà. Il ruolo della Nato. La Russia, l’Ucraina e il mito della vittoria…

L’esercito ucraino appare in affanno nella battaglia per il Donbass. Nella regione orientale si concentrano ora tutti gli sforzi delle truppe russe e, nonostante gli scarsi progressi, continuano i pesanti combattimenti con bombardamenti incessanti. Mosca, nel frattempo, rifiuta un faccia a faccia tra Putin e Zelensky. “Non funziona così”, risponde la diplomazia russa. “Le persone che non sono esperte non capiscono che i colloqui al vertice devono essere preparati a fondo e l’ordine del giorno deve essere concordato da entrambe le parti, altrimenti non c’è bisogno di parlare”. Così Dmitry Polyansky Vice dell’inviato russo alle Nazioni Unite e conclude: “Non c’è altra alternativa che combattere”. Incassato il “No”, il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha dichiarato che “le prossime settimane di guerra saranno dure e che, al momento, non c’è altra alternativa che combattere”. Nel suo quotidiano video-messaggio Zelensky precisa: “La situazione più difficile è nel Donbass. Bakhmut, Popasna, Severodonetsk. Gli occupanti sono molto aggressivi in queste direzioni, verso quelle città. Hanno iniziato un massacro e cercano di eliminare tutto ciò che è ancora vivo. Nessuno ha mai distrutto il Donbass come stanno facendo ora le truppe russe”. La resistenza ucraina sta quindi affrontando molte difficoltà nell’est. Dopo aver respinto l’invasore a nord e aver combattuto per quasi tre mesi nel sud, dove la città di Mariupol è diventata un simbolo di coraggio e tenacia, ora, nel Donbass sta subendo seppur lenta, l’avanzata dell’Armata russa e sembrerebbe aver perso slancio anche dal punto di vista del morale. Zelensky quindi insiste per avere ancora più armi dagli alleati, gli Stati Uniti hanno confermato che daranno all’Ucraina assistenza militare “fino alla fine” e hanno annunciato che 20 Paesi offriranno nuovi pacchetti di assistenza alla sicurezza, tra cui: “munizioni di artiglieria, sistemi di difesa costiera e carri armati”. Il “Gruppo consultivo sulla difesa dell’Ucraina” si è riunito per la prima volta il 26 aprile scorso presso la base di Ramstein in Germania. All’incontro parteciparono, tra gli altri, i ministri della Difesa di Stati Uniti, Gran Bretagna, Paesi Ue, Giappone, Israele. I ministri decisero di aumentare in modo significativo l’assistenza militare all’Ucraina; in particolare, era stata la Germania che acconsentì alla fornitura di armi pesanti. Ora dopo la riunione del Ramsten-bis, che si è tenuta on-line lo scorso 23 maggio, Lloyd Austin, Segretario alla Difesa americano sottolinea che: “Nelle quattro settimane trascorse da quando il gruppo di contatto si è riunito a Ramstein, lo slancio delle donazioni e delle consegne è stato eccezionale. E, dopo le discussioni di oggi, sono lieto di riferire che stiamo intensificando i nostri sforzi”. Insomma, la parola d’ordine sembrerebbe diventata una sola, categorica e impegnativa per tutti: VITTORIA! Essa trasvola spazio e tempo ed accende i cuori come si suole dire ad ogni latitudine: “dalle Alpi all’Oceano Indiano”. “Vincere! E vinceremo!”, per dare finalmente un lungo periodo di pace con la giustizia all’Italia, all’Europa, al mondo”. Così Mussolini disse il 10 giugno del 1940. Anche allora la guerra trovava giustificazione nell’annunzio della pace… ma il mito della Vittoria non poteva ricevere dallo Storia una sconfessione più tragica. In realtà l’Europa, dopo quella guerra, ha goduto di un lungo periodo di pace che è durato (messa fra parentesi la guerra della NATO nei Balcani) dal 9 maggio 1945 al 24 febbraio 2022. Ora, sarebbe interessante capire quale pace ci si attende dopo la preannunciata vittoria dall’Occidente e dall’Ucraina sulla Russia… Perché una cosa è sicuramente chiara, grazie alla intrepida resistenza degli ucraini e alle generose forniture di armi di USA, GB e NATO, oltre al prezioso supporto dell’Intelligence americana e inglese, la guerra per la Nato (rispetto all’inizio) ha cambiato sicuramente segno. Nella fase iniziale l’obiettivo era quello di bloccare l’offensiva della Russia per dare una chance all’Ucraina di avviare un negoziato che consentisse di pervenire rapidamente al cessate il fuoco, sulla base di un compromesso con concessioni reciproche. In questa fase le trattative sono andate avanti e il 15 marzo il Financial Times ha pubblicato una bozza di accordo in 15 punti, che prevedeva uno status di neutralità per l’Ucraina, che avrebbe dovuto riconoscere l’annessione della Crimea alla Russia e la proclamata indipendenza delle due Repubbliche del Donbass. Su quella bozza è calato un silenzio di tomba nelle Cancellerie occidentali. Dopo il primo mese di combattimenti che hanno testato la notevole capacità di resistenza delle forze armate ucraine, addestrate, guidate e rifornite dalla NATO, è sparita dai radar ogni prospettiva di mediazione ed è stata avviata a Ramstein, il 26 aprile, la fase due che si pone l’obiettivo di porre le forze armate ucraine, previo un adeguato rifornimento di armi pesanti, in grado di sconfiggere la Russia, dando per scontato che il conflitto sia destinato a durare mesi, se non anni. E in più, in Europa vengono meno concetti quali la Neutralità di Paesi non allineati militarmente… tornando così alla contrapposizione in blocchi e al clima della guerra fredda, che poi così fredda non è, visto che parlano principalmente bombe e missili… Ormai siamo arrivati a più di 90 giorni di guerra e all’orizzonte non si intravede niente di buono, anzi si va delineando quanto sia elastico proprio il concetto di Vittoria. Dopo Ramstein, il Presidente Zelensky, si è lasciato sfuggire che l’Ucraina non avrebbe sollevato al tavolo del negoziato il tema della Crimea, annessa alla Federazione Russa nel 2014. Immediatamente è stato zittito dal Segretario della NATO che, in un’intervista al giornale tedesco Die Welt, ha dichiarato: “L’Ucraina deve vincere questa guerra perché’ difende il suo territorio. I membri della Nato non accetteranno mai l’annessione illegale della Crimea. Ci siamo inoltre sempre opposti al controllo russo su parti del Donbass nell’Ucraina orientale.” Commentando quest’intervento, l’ambasciatore Umberto Vattani ha osservato: “Gli occidentali avevano sin dall’inizio dichiarato di voler intervenire a difesa dell’Ucraina per salvaguardarne l’indipendenza e la sovranità di fronte alla prepotenza e ai soprusi del Cremlino. Ma chi difenderà Zelensky dalle pretese della Nato che vuole imporre la sua linea a quella di Kiev in vista delle trattative da intavolare con Putin?” ( su Avvenire del 9/05/2022). È curioso che Stoltenberg parli anche a nome nostro e ci faccia sapere che noi non accetteremo mai l’annessione della Crimea alla Federazione russa, tanto per mantenere in vita anche questo ulteriore fronte di conflitto fra Russia e Ucraina. Certo se la parola d’ordine che arriva d’oltreatlantico è “vincere”, l’Europa non può fare altro che stringere i ranghi e abbassare la testa. Invece, come osserva l’ambasciatore Alberto Bradanini sul Manifesto del 10 maggio: “I governi europei dovrebbero lavorare a un compromesso, perché è così che finiscono le guerre. Si eviterebbero altri guai per il popolo ucraino e per le economie europee, oltre a una pericolosissima escalation con il rischio di un 3° conflitto mondiale”. Attraverso la Nato, appare ormai chiaro che gli Usa tengono l’Europa “sotto stretta vigilanza”, sterilizzandone ogni anelito verso una sua autonomia, pur in un quadro di leale alleanza atlantica. Che la volontà degli USA sia quella di prolungare la guerra fino al raggiungimento della vittoria finale è confermato anche dal voto della Camera statunitense che ha disposto aiuti in armi e assistenza all’Ucraina per 40 miliardi di dollari. Appare così sempre più chiaro, che la durata del conflitto russo-ucraino è funzionale altresì al tentativo Usa-Cina di delineare un nuovo ordine mondiale oltre la guerra.  Washington e Pechino stanno infatti, cercando di giocare la “carta ucraina” per definire un nuovo equilibrio globale fra loro. Ormai siamo arrivati a tre mesi e più di guerra e all’orizzonte come già accennato non si intravede niente di buono: nessun ‘cessate il fuoco’, nessun negoziato che possa ristabilire un percorso che porti ad una pace duratura. Anzi, lo dico senza giri di parole, visto che è ormai evidente quanto sia elastico il concetto di vittoria: La mia impressione è che a guadagnare dall’allungamento del conflitto alla fine sarà la Russia che alla lunga di fatto vincerà la guerra in Ucraina! E l’America con l’Europa finiranno alla fine per perderla assieme all’Ucraina. Lo ha esplicitato in un’intervista al Financial Times il ministro degli Esteri ucraino, Dmytro Kuleba: “L’immagine della vittoria è un concetto in evoluzione – ha spiegato al quotidiano britannico – nei primi mesi ci sarebbe sembrata una vittoria se avessimo ottenuto il ritiro delle forze russe alle posizioni che occupavano prima del 24 febbraio e il pagamento dei danni inflitti. Ora, se siamo forti abbastanza sul fronte militare e se vinciamo la battaglia per il Donbass, che sarà cruciale per le successive dinamiche del conflitto, certamente la vittoria in questa guerra per noi sarà la liberazione del resto del nostro territorio“. Francamente non mi pare che nel Donbass stia vincendo l’Ucraina, nonostante le tante armi ricevute appare giorno dopo giorno in seria difficoltà. Vale quello che la Storia ha mostrato più volte: “il mito della vittoria acceca coloro che si ritengono potenti e li spinge ineluttabilmente al disastro”. Se questo è vero per la Russia di Putin. Questa è altresì la Storia recente di tutte le guerre (dopo il secondo conflitto mondiale) intraprese nel Mondo dagli USA e dall’Occidente… Sembra che su questo fronte ci scordiamo sempre di quanto sia fragile, alla fine resta un fronte molto frastagliato proprio negli interessi particolari di ogni Nazione che lo compone… in altre parole: c’è sempre chi ha da perdere qualcosa di più degli altri e ciò non aiuta l’unita del fronte medesimo… Personalmente, comincio a pensare che entrambi gli schieramenti farebbero bene a sbarazzarsi di questo ‘mito della Vittoria’… se vogliamo veramente evitare la terza guerra mondiale… La Russia, l’America con l’Occidente in generale, devono prendere atto che non esiste e non esisterà più un Mondo unipolare e che per l’appunto un Mondo multipolare deve seguire solo e sempre l’indirizzo diplomatico di composizione dei conflitti,  per non finire in una catastrofe per l’intera Umanità…

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