II mondo è cambiato!

“il mondo è nelle mani di coloro che hanno il coraggio

di sognare e di correre il rischio di vivere i propri sogni”

(Paulo Coelho)

Sembra una banalità dirlo, ma la maggior parte delle persone non sembra ancora rendersene effettivamente conto.

Eppure sono cambiate le regole del gioco ma …nessuno (…di quelli che dovrebbero farlo) l’ha spiegato e veramente insegnato a chi nel gioco sta entrando proprio adesso.

Un giovane su tre sotto i 25 anni è disoccupato (…nonostante il job act e qualche miglioramento di decimi  percentuali) e la situazione non è migliore se si prendono in considerazione i neo laureati.

Com’è potuto accadere?

I nostri genitori ed i nostri nonni ci hanno sempre spinto a studiare, a “fare i bravi a scuola”, perché lo studio garantiva occupazione, indipendenza. Le risorse per costruire un futuro.

Bene… no! Anzi male! A quanto pare lo studio non è più sufficiente. Una prima lezione ci dice che: Impegnarsi a scuola (…meglio comunque contrinuare a farlo) non è più …sufficiente per trovare lavoro.

Con l’evoluzione tecnologica, l’informatizzazione e la robotica le aziende tradizionali vanno “ottimizzando e efficentando” servizi e produzione: e grazie a ciò e all’aumento di produttività …sono necessarie oggi molte meno persone a parità di valore creato.

In modo particolare funzioni che non generano direttamente valore come il marketing o la gestione amministrativa passano in secondo piano rispetto a chi “fa” e “produce”.

Ingegneri, tecnici… anche, idraulici, elettricisti… sono le professioni più cercate. Persone in grado di costruire, di usare le proprie mani e il proprio cervello per creare software, oggetti, tecnologia.

Impara ad usare le mani e la testa, cerca di capire cosa ti piace fare con passione.

E’ divenuto imperativo: “impara a costruire qualcosa di utile o a creare software che risolve un problema ed avrai più lavoro di quello che mai potrai gestire”.

Sia chiaro… imparare non significa passare tre anni a studiare la teoria senza preoccuparsi del mondo del lavoro.

Oggi, non dev’essere la tua laurea a decidere che lavoro fara,i ma il lavoro che vuoi (e che puoi fare) a suggerirti cosa devi studiare.

Mai come oggi l’uomo ha avuto accesso in modo facile ed immediato a così tanta conoscenza: da Wikipedia alle migliaia di corsi gratuiti messi a disposizione dalle migliori Università di tutto il mondo, oggi chiunque può imparare la programmazione, la meccanica, l’elettronica, la chimica, la biologia in modo totalmente autonomo e gratuito.

Chiunque può imparare una nuova lingua per viaggiare e chiunque può acquisire le basi dell’imprenditoria e creare una nuova impresa.

Una seconda lezione ci dice che: Distinguere la “scuola” dal “lavoro” non ha quasi più senso.

E’ il mondo del lavoro ti deve guidare nell’acquisire nuove conoscenze; imparare dev’essere un’attività continua, dinamica, diversificata.

La velocità con cui il mondo si sta evolvendo ha ormai reso obsoleto il tradizionale percorso studio-carriera: per sopravvivere è necessario guardare al mondo del lavoro già durante la fase scolastica e continuare a studiare anche una volta entrati nel mondo del lavoro.

Eppure è ancora il modello tradizionale o meglio quello “vecchio” quello che ancora viene seguito da quasi tutti i giovani.

Anche se questo modello è contenuto nel manuale del mondo 1.0.

Un manuale basato su una versione del mondo in cui i nostri nonni e i nostri genitori sono cresciuti.

Un mondo in cui si andava a scuola, ci si laureava e si lavorava per 30/40 anni per la stessa azienda per poi andare in pensione e godersi la vecchiaia.

Ebbene, quel mondo non esiste più!

Ora siamo alla versione 2.0 e il manuale necessario a sopravvivere non possono certo scriverlo i nostri genitori o i nostri nonni …devono sicuramente scriverlo, le nuove generazioni.

Quindi una terza lezione ci dice che: i giovani devono decidere con la loro testa!

Tuttavia… vorrei dare loro un …suggerimento: “meglio  non ignorare i suggerimenti di genitori e dei nonni, all’insegna della “rottamazione” di cose e persone “tout court” …archiviando così ogni precedente ‘esperienza’  ….forse non è questa la strada migliore.

Certo, i vostri genitori sono cresciuti in un mondo alquanto diverso da quello attuale, faticano a comprendere quanto è difficile e frustrante per voi pensare al futuro.

Lottare per uno stage non pagato o vedere la propria laurea …considerata come carta straccia sono esperienze che nessuno di loro ha mai avuto.

Quando hanno fatto le loro scelte di vita, diventare medico, avvocato o professore era considerato una garanzia per una vita prosperosa.

Ora non è più così!

Ma credetemi… possono anche loro comunque capire la velocità con cui cambia il mondo e ciò che accade  alle varie professionalità che evolvono rendendo impensabile trovare lavoro in un’azienda e pensare di rimanerci per trent’anni: lo sanno anche loro (molti l’hanno provato sulla loro pelle) che  quella professione potrebbe persino non esistere più tra 10 o 15 anni. E comunque sostenere e aiutare i giovani a reggere le difficoltà di questo periodo di forte instabilità e incertezza.

Una volta chi faceva l’imprenditore lo faceva per scelta, adesso un po’ tutti devono essere imprenditori per necessità.

Ogni giovane è un imprenditore di se stesso in un modo o nell’altro.

Pianificare e costruire la propria carriera professionale è compito di ognuno di noi e va fatto cercando di capire come il mondo sarà tra 5 o 10 anni. Guardando avanti.

Purtroppo un manuale che insegna come costruire una carriera ed avere una vita prosperosa nel mondo di oggi non è ancora stato scritto e sicuramente non ha nulla a che vedere con quello che i nostri genitori hanno letto negli anni ’80.

L’incertezza è ovunque nel nostro presente e nel nostro futuro.

È uno spazio vuoto da colmare. E con ogni spazio vuoto ci sono tante opportunità per innovare e creare qualcosa di nuovo: un modo di vivere e di lavorare che sia adatto a questo “nuovo mondo” e che permetta di prosperare e realizzare i propri sogni.

E’ tempo di Coaching!

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