Il Mondo non mi piace…

…può essere un problema di bassa autostima?
Vi state chiedendo che c’entra l’autostima con il farsi piacere o meno il mondo? Vediamo un po’…
L’autostima comprende: la soddisfazione di sé, l’intima consapevolezza del proprio valore e la fiducia nella propria capacità di svolgere un determinato compito. Stimare noi stessi significa non mettere in discussione la nostra importanza e, di conseguenza, essere capaci di assumersi responsabilità nei confronti degli altri. Il rispetto per noi stessi, per i nostri bisogni, emozioni, potenzialità, aiuta ad entrare in un rapporto costruttivo con gli altri. Se questo rispetto manca (bassa autostima), anche il rapporto con gli altri ne viene profondamente condizionato.  L’autostima è una valutazione che la persona dà di se stessa. Tale valutazione varia tra due estremi: uno positivo ed uno negativo. Chi ha bassa autostima sperimenta: una scarsa fiducia in se stesso e nel mondo; una difficoltà di ascoltarsi e di individuare obiettivi realistici e coerenti con le proprie aspirazioni; la tendenza a dipendere dagli altri per ciò che riguarda la definizione del valore come persona e delle capacità; una ricerca continua del consenso degli altri, uno scarso spirito di iniziativa ed una scarsa disponibilità a rischiare; la tendenza a reagire d’impulso; la mancanza di un progetto di vita personale; una vulnerabilità ai disturbi d’ansia; uno stile comportamentale passivo. Tutti questi elementi possono contribuire al mantenimento di un basso livello di autostima. Ne volete un classico esempio? Leggete questa lettera trovata in un forum online:

“Salve a tutti,
ho 25 anni e sono uno studente universitario mooolto indietro con gli esami… non ho mai lavorato, anzi direi che non ho mai fatto niente nella vita. Ho coscienza non essendo completamente ebete di essere in una situazione “pessima” e questo ormai mi pesa alquanto anzi direi molto. Io penso e comincio a credere che la ragione principale di tutto ciò stia nel mio modo di essere, sicuramente ho un carattere passivo per cui la maggiore occupazione nella mia vita fino ad oggi è stata quella di rigirarmi attorno ai miei pensieri… Mi sento una persona “ingrippata” forse fin dalla nascita… c’è il fatto che non riesco a prendere un giornale di annunci per trovare un lavoro. Mi chiedo perché? come ho detto non ho mai fatto niente e mi blocca il pensiero che una volta assunto (parlo anche dei lavori + banali, che potrebbe fare chiunque), il capo se ne accorga. Insomma ho paura di farmi conoscere dagli altri, e con il tempo questo ha portato a chiudermi in me stesso… Sono cresciuto in un piccolo paese e sin da quando avevo 13-14 anni, gli altri ragazzi mi chiedevano perché non uscivo mai, perché non parlavo mai, il solo fatto che me lo dicessero mi faceva stare male, come se avessero capito qualcosa di me che io non conoscevo o che non volevo far conoscere, forse io mi ero illuso che alcuni lati del mio carattere non esistessero.  Fondamentalmente parlo di paura, sì, a me fa paura tutto quanto… anche esprimere la mia opinione al punto che oggi mi sembra di non averle proprio le opinioni, ascolto gli altri parlare di qualsiasi cosa: donne, lavoro, economia, politica, divertimenti vari, viaggi, droga. Su qualsiasi cosa io non so dire la mia. Naturalmente questo succede con alcune persone, con altre riesco anche a “spiaccicare” due parole, perché capisco che sono messe peggio di me. Tutto questo mi dà un senso di forte mediocrità. Proprio oggi parlando con un amico (o meglio un conoscente), gli ho detto che ho una mezza idea di partire e girare per L’Europa… Parigi, Londra, Madrid, Berlino e così via. Lui c’è stato in questi posti mi ha guardato in faccia poi mi ha scorso fino ai piedi e poi mi ha guardato ancora in viso e mi ha detto: “stai attento che a uno come te in giro per il mondo gli rubano anche le mutande”.  Che significa che a uno come me… ma si, cioè lo so che significa… è proprio ciò che mi fa male…
Credo che da queste considerazioni che nasca la mia apatia… la mia perdita di speranza che tutte le cose possono cambiare. Anche se so che in realtà ci sono cose che non cambieranno mai. Tante volte ho parlato di questa cose e tutti si, tutti quanti più o meno mi dicono di non prendermela che ho altre qualità… o comunque mi dicono cose del genere per rabbonirmi… ma io vorrei semplicemente avere le qualità necessarie a che nessuno che mi “squadri” da capo ai piedi, si possa permettere di dirmi: “a te rubano anche le mutande”.
Fulvio

Avete letto? Ma, c’è anche… all’opposto chi ha un’autostima eccessiva si mostra come una persona orgogliosa, estremamente testarda e sicura di sé e, come conseguenza, incapace di vedere i propri errori e gli eventuali comportamenti alternativi; in questo caso si parla di autostima ipertrofica. Nei casi estremi diventa presunzione, disprezzo per l’altro, superiorità; tutte caratteristiche del disturbo narcisistico di personalità. Occorre notare, comunque, che talvolta la bassa autostima è proprio mascherata (nel tentativo di compensarla) da atteggiamenti sprezzanti, altezzosi e arroganti. La struttura di personalità delle persone con bassa autostima è comunque spesso problematica, sono molto frequenti dipendenza affettiva, insicurezza, indecisione, ma anche veri e propri sintomi di disturbi dell’alimentazione, dell’umore o d’ansia. Nei casi più estremi di bassa autostima, spesso si ha a che fare con veri e propri disturbi di personalità, come il disturbo dipendente. In generale, il miglioramento dell’autostima è una premessa fondamentale per il benessere psico-sociale della persona. Un percorso di choaching (mentre in casi gravi con presenza di patologie significative occorrerà un intervento psicoterapeutico cognitivo comportamentale) permette a molti di lavorare sugli ostacoli che concorrono allo sviluppo e al mantenimento di un buon livello di autostima: paure irrazionali, pensieri disfunzionali e stile comunicativo inefficace. Le paure irrazionali (ad es. “Offenderò qualcuno”, “Non voglio creare problemi”, “Gli altri mostreranno disapprovazione se mostrerò la mia rabbia”) abbassano il livello di autostima e influiscono negativamente sul proprio stile di relazione che diventa passivo. Con il passare del tempo, l’accumulo di insoddisfazione e di frustrazione per il mancato raggiungimento degli obiettivi auspicati, che alimenta la bassa autostima, può portare ad una manifestazione impulsiva di rabbia con modalità di relazione aggressiva. Entrambi questi comportamenti risultano essere disfunzionali rispetto all’obiettivo di sviluppare relazioni chiare, assertive e funzionali al raggiungimento degli obiettivi…

 “E’ sempre tempo di Coaching!”

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Commenti

  1. Caitlin  Marzo 3, 2017

    Fantastic post however , I was wanting to know
    if you could write a litte more on this topic?
    I’d be very thankful if you could elaborate a little bit more.
    Bless you!

    rispondere
    • skrull_1948  Marzo 3, 2017

      Thank you … the topic of self-esteem is a classic coaching and here in the Blog I have already posted several times on the subject of articles and other related issues such as anxiety management, and more, however, that it has a bearing on the growth staff and self-awareness … but I think I will publish yet more posts in the coming weeks … thank you for your attention and see you soon. Maurizio

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