…basta girarsi intorno. Leggere giornali, ascoltare la radio, guardare la tv, navigare su internet…
Ogni cosa ci dice che il mondo sta andando a rotoli. Io non sono mai stato un pessimista, anzi magari mi hanno definito un ottimista, o addirittura citavano il termine “utopia”, ma ho sempre tenuto conto della realtà che ci circonda; sono un sognatore, ma riesco (purtroppo) a svegliarmi nel momento in cui un sogno non può diventare reale.
Ebbene dopo esperienze fatte e viste sono convinto che il mondo ha iniziato il suo declino.
Quando parli di politica vedi gente prendersi a schiaffi in faccia, davanti le telecamere, senza esitazioni. Quando parli di calcio senti di un sistema corrotto, dove tutto gira intorno a qualcuno che decide chi perde e chi vince, chi deve andare avanti e chi invece deve retrocedere perché ha cercato di opporsi. Quando parli di Chiesa noti che basta un semplice libro, scritto su fatti “reali” o “immaginari” che siano, per far cadere la fede di migliaia di persone. Quando discuti di guerre non ti riferisci più al passato, ma parli del presente…
Si, credo proprio che il declino sia già iniziato.
Basta girarsi intorno: vedi genitori che uccidono i loro figli perché questi piangono; vedi figli che uccidono i loro genitori perché questi non danno loro i soldi per comprare droghe, vedi giovani che uccidono giovani per vedere …l’effetto che fa; senti parlare di tsunami, terremoti, eventi naturali che distruggono intere popolazioni e poi ascolti gli esperti che ci dicono che i ghiacciai si stanno sciogliendo e presto la terra sarà sommersa.
Nel frattempo osservi bambini cresciuti troppo in fretta con una sigaretta in bocca e il cellulare incollato all’orecchio che mandano a quel paese chiunque si metta tra loro e quella libertà che nemmeno sanno cosa sia. E ancora senti discorsi ambigui. Ascolti le voci di persone che hanno paura di rientrare nelle proprie abitazioni la sera, o di gente che non vuole prendere la metropolitana; ammiri uomini che compiono gesti di beneficenza, e poi scopri che lo fanno per pubblicità o come copertura per qualcosa di illecito
C’è chi dice che il mondo va a puttane… Io vi dico che vi sbagliate …perché questo succede da sempre.
Ora, invece, il mondo va a rotoli. Si, credo che il declino sia iniziato… Quante cose negli ultimi anni sono uscite fuori dal controllo?
Qualcuno sta reagendo a tutto questo?
Viviamo, anzi abbiamo vissuto nel consumismo più sfrenato: abbiamo sfruttato (bene o male?) un’era tecnologica senza eguali. E questo mi sembra anche giusto, non c’è nulla di male. Sono disposto ad accettare anche l’esagerazione di alcune persone, piene di strumenti di cui sono diventate “vittime” senza nemmeno saperlo.
C’è una cosa però di cui non abbiamo tenuto conto, o forse qualcuno ci ha tenuto nascosto …le conseguenze!
Già molti non sono pronti ad accettare le conseguenze. Ma, come se nulla fosse poi continuano ad accettare quello che accade e compiere sempre gli stessi gesti… che invece dovrebbero respingere.
E’ incredibile: in queste poche righe sto cercando di sintetizzare tutti i mali di questo mondo. Ma lo faccio con un “pensiero” che poi è forse un interrogativo. No! Per dir meglio, è una sorta di “retropensiero”, che mi tarla…tutti questi altri pensieri sul mondo che va a rotoli: “magari questo declino è… si… può essere positivo?! Forse la crescita è avvenuta troppo velocemente? Molti hanno saputo correre e sono saliti velocemente in cima. Ma tanti altri, forse i più… non hanno saputo …o potuto correre altrettanto velocemente… altri sono ruzzolati e si sono fatti male… sono stati costretti a rimanere giù.
Fino a qualche tempo fa, chi era in cima, non si girava, ma continuava la sua strada per raggiungere un’ulteriore cima… più alta.
Ora invece le cose stanno cambiando: la crescita ha rallentato e la salita è diventata più difficile per tutti quanti… per un sempre maggiore numero di persone si è praticamente fermata… costringendoli a girarsi e ha guardare indietro verso quelli per i quali la salita non era mai cominciata. Certo, l’intenzione non è quella di tornare …troppo indietro …si tenta di rimanere sempre un gradino più in alto rispetto ad altri, ma è già qualcosa che si guardi indietro. Si, il mondo sta andando decisamente a rotoli e …la buona notizia è che qualcuno è stato costretto ad accorgersene e sta in qualche modo …reagendo.
Purtroppo la cattiva notizia è che molta gente continua ad avere paura, continua a soffrire, continua a morire, in questa che è l’era della GLOBALIZZAZIONE ECONOMICA.
Si, proprio così: “il mondo va a rotoli: ma… qualcosa sta accadendo”.
Serge Latouche, è il punto di riferimento di una galassia che contesta proprio l’economia nell’era della globalizzazione e cerca di fondare un modello di sviluppo alternativo: “liberiamoci dalla dittatura del Pil… e puntiamo su una DECRESCITA FELICE”. Macché rincorrere la crescita del Pil come un feticcio, quasi fosse l’unico “termometro” per misurare lo stato di salute dell’economia e, dunque, la garanzia della felicità per tutti.
Un altro mondo è possibile, un altro modello di sviluppo può esserne la spina dorsale: e allora, per ribaltare i paradigmi, bisogna ribaltare anche le parole ed ecco che il punto di riferimento diventa la “decrescita”. Ma associata a un aggettivo come “serena” o “felice” per toglierle l’alone di negatività e farne una bandiera.
Scrive e parla Latouche, e ci ricorda che il fronte dei critici della globalizzazione comprende ad esempio Ivan Illich, Raimundo Pannikar, Vandana Shiva, Wolfgang Sachs. Latouche è sicuramente il “profeta” della decrescita felice, ma lui stesso punta a raffigurarsi come esponente di un arcipelago di pensatori che stanno contribuendo a disegnare l’orizzonte di un mondo meno schiavo di un economicismo a senso unico: ecco che mette in fila la “squadra” fra studiosi, esponenti ambientalisti, antropologi-teologi, attivisti controcorrente. I nomi? Wolfgang Sachs nel cuore della Germania-locomotiva, Vandana Shiva come voce fuori dall’Occidente al pari di Gustavo Esteva o Majid Rahnema, e poi Raimundo Pannikar fra India e Catalogna. Ma soprattutto Ivan Illich, pensatore fuori dagli schemi che per la sua carica anti-istituzionale può essere visto come una sorta di “anarchico cristiano”. Ma è una galassia che lo stesso Latouche ha cercato di estendere ulteriormente, ad esempio citando sempre più spesso Tiziano Terzani.
L’ha fatto per raccontare le distorsioni degli effetti di quella che continuiamo a chiamare “crescita” e in realtà – dice – fa crescere solo i profitti delle multinazionali e i conti in banca di una fascia sempre meno larga di persone.
Volete conoscere un paradosso: il Ladakh, un angolino in mezzo a India e Tibet, (ma qualcosa del genere l’aveva visto anche Terzani in una vallata del Nepal), arriva il “Progresso” grazie a una grande superstrada realizzata dal governo indiano, fa da battistrada per portare lassù fra i monti del Karakorum e dell’Himalaya la civiltà dei consumi. Risultato: saltano gli equilibri all’interno della comunità locale, una parte degli abitanti si impoverisce e qualcuno si arricchisce ma tutti perdono quel “piccolo paradiso”. È l’emblema degli effetti della mercificazione di ogni cosa e di quanto tutto questo avveleni la convivenza civile: inutile dire che, per chiunque si batta contro la “follia produttivistica del capitale”, questo ‘paradosso’ possa suonare come un pensiero al quale guardare con attenzione.
Infatti, la “fortuna” del termine “decrescita” sta proprio nell’aver messo in rilievo i paradossi “dell’economia della crescita”. Ora, un altro esempio… l’Africa subsahariana non esiste agli occhi di quest’economia, perché vale meno del 2% del Pil del mondo. Eppure qui vivono 770 milioni di persone. O meglio, sopravvivono, perché come ricorda Latouche, comunque …esiste una economia “informale” che è quasi una …non-economia. Ma è in questi interstizi che spunta e si rafforza la solidarietà umana, ed è a quella che di questi tempi bisogna ritornare a guardare sempre più.
Possiamo continuare ad ignorare tanta parte del mondo e dell’umanita?
E’ sempre tempo di Coaching!
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