Il paradosso è servito!
Il mese scorso è tornato a salire il tasso di disoccupazione arrivando all’11,7% (a marzo era all’11,4% poi rivisto all’11,5%) …eppure è salutato come un buon risultato!?
Infatti, pur se ad aprile è aumentato il tasso di disoccupazione …nel contempo aumentano anche gli occupati.
Un paradosso… non sembra anche a voi? Aumentano contemporaneamente disoccupazione e occupazione. Ma come è possibile?
Lo rileva l’Istat, sottolineando che il dato si spiega con l’aumento della partecipazione al mercato del lavoro. Il tasso di disoccupazione nel mese sale dello 0,1%, arrivando all’11,7%. L’occupazione, intanto, incrementa dello 0,2% rispetto a marzo: in Italia ora lavorano 22,6 milioni di persone.
Diminuiscono infatti gli inattivi e aumentano quanti hanno un impiego (occupati) oppure sono alla ricerca (disoccupati).
Strano, ma vero perché il mese scorso i disoccupati sono effettivamente aumentati, ma solo perché sono calati gli inattivi, coloro che non lavorano e neppure cercano un’occupazione.
Il tasso di disoccupazione rilevato dall’Istat, infatti, è dato dal rapporto fra i disoccupati e il totale della forza lavoro (occupati, ovviamente chi lavora, e disoccupati, ovvero chi cerca lavoro, ma non lo trova).
A far lievitare il tasso è stato quindi l’ampliamento della forza lavoro grazie al fatto che alcuni inattivi abbiano iniziato a cercare un impiego, indipendentemente dal fatto che l’abbiano trovato o meno. Ebbene ad aprile è successo che il 50% di chi ha cercato un impiego lo ha effettivamente trovato: i nuovi occupati sono stati + 51 mila, i disoccupati solo + 50 mila, ma gli inattivi sono ben 113 mila in meno.
Un dato che diventa ancora più eclatante se paragonato allo scorso anno: negli ultimi 12 mesi gli occupati sono 215 mila in più, i disoccupati sono 93 mila in meno e gli inattivi sono scesi di 292 mila unità.
Insomma, dopo la frenata di inizio anno, dovuta in larga parte al taglio degli incentivi alle assunzioni, il mercato del lavoro mostra segnali di ripresa. Insomma, assorbito il calo degli sgravi fiscali da 8 mila a 3.250 euro l’anno per ogni assunzione a tempo indeterminato, la disoccupazione pur se tornata a salire vede aumentare contemporaneamente l’occupazione, grazie anche agli effetti del Jobs Act che permettono maggiore flessibilità in entrata ed uscita.
Soddisfatto il ministro del Lavoro, Giuliano Poletti secondo cui: “i dati Istat di oggi confermano un quadro positivo. L’aumento degli occupati si aggiunge a quello già registrato nel mese precedente. Su base annua, quindi, il numero degli occupati è cresciuto di 215.000 unità, con il forte rafforzamento degli occupati stabili (279.000 in più). Lo stesso aumento, su base mensile, del numero dei disoccupati (+50.000), cui corrisponde una più che doppia diminuzione del numero degli inattivi, evidenzia un maggiore numero di persone che ricominciano a cercare lavoro”.
Come al solito… e sempre “esageratamente” addirittura …esulta il Presidente del Consiglio dei ministri, Matteo Renzi: “Il Jobs Act funziona, smentiti i gufi!”
Vediamo qualche dettaglio.
Età. I segnali di ripresa e la ritrovata fiducia, tuttavia non riescono ad arginare il dramma della generazione 80′: la classe di età che ha avuto l’aumento di occupazione più consistente anche a causa della stretta della riforma Fornero sull’accesso alla pensione è quella over 50 con un aumento di 25.000 occupati sul mese e di 261.000 sull’anno. La classe tra i 35 e i 49 anni ha perso 5.000 occupati rispetto a marzo e 125.000 unità rispetto ad aprile 2015. La fascia di età tra i 25 e i 34 anni ha guadagnato 20.000 occupati sul mese e appena 6.000 su aprile 2015. Per i più giovani si registra un aumento di 11.000 occupati su marzo e di 74.000 rispetto ad aprile 2015.
Giovani. Situazione identica per il tasso di disoccupazione dei giovani che ad aprile risale al 36,9% con un aumento di 0,2 punti rispetto a marzo e un calo di 1,3 punti su aprile 2015: tra i 15 e i 24 anni gli occupati sono 988.000, in aumento di 11.000 unità su marzo e di 74.000 unità su aprile 2015. I giovani disoccupati sono 578.000 con un aumento di 11.000 unità su marzo e un calo di 69.000 unità su aprile 2015. Dal calcolo del tasso di disoccupazione sono per definizione esclusi i giovani inattivi (4.341.000), nella maggior parte dei casi impegnati negli studi: l’incidenza dei giovani disoccupati tra 15 e 24 anni sul totale dei giovani della stessa classe di età è pari al 9,8% (cioè meno di un giovane su 10 è disoccupato).
Occupati. L’aumento dell’occupazione rispetto a marzo riguarda sia i dipendenti (+35 mila i permanenti, stabili quelli a termine) sia gli indipendenti (+16 mila). Su base annua i lavoratori dipendenti aumentano di 259.000 unità mentre gli indipendenti diminuiscono di 43.000. La crescita dell’occupazione coinvolge uomini e donne e riguarda tutte le classi d’età ad eccezione dei 35-49enni.Il tasso di occupazione, pari al 56,9%, aumenta di 0,2 punti percentuali sul mese precedente.
Disoccupati. Dopo il calo di marzo (-1,7%) la stima dei disoccupati ad aprile sale dell’1,7% (+50 mila), tornando al livello di febbraio. L’aumento è attribuibile alle donne (+4,2%, pari a 56.000 disoccupate in più), mentre si registra un lieve calo per gli uomini (-0,4% pari a 6.000 disoccupati in meno). Su base annua l’aumento degli occupati (+215.000) ha privilegiato i maschi (+145.000) rispetto alle donne (+71.000).
Inattivi. Ad aprile il tasso di inattività diminuisce sia per gli uomini (-0,2 punti su marzo, -0,7 su aprile 2015) che per le donne (-0,3 punti e -0,5 rispettivamente). Il tasso di inattività tra i 15 e i 64 anni è al 25,4% per gli uomini e al 45,4% per le donne. E diminuisce il numero degli inattivi perché aumenta la fiducia di trovare un lavoro, un lavoro buono.
La situazione Ue. Stabile ad aprile la disoccupazione nella zona euro, ferma al 10,2%, la stessa percentuale di marzo, che comunque era il miglior dato rispetto all’agosto del 2011. Secondo Eurostat, bene anche il tasso registrato nella Ue a 28, con l’8,7%, in leggerissimo calo rispetto all’8,8% del marzo scorso, ma molto meglio su base annua, visto che nell’aprile 2015 era al 9,6%. Tra gli Stati membri, il tasso di disoccupazione più basso continua a registrarsi in Repubblica Ceca, con il 4,1%, Germania (4,2%) e Malta (4,3%). Fanalino di coda sempre la Grecia (24,2%) e la Spagna con il 20,1%, dati molto vicini a quelli del mese scorso…
C’è da chiedersi, si dirà “gufando” …siamo sicuri? Non c’è qualcosa che non funziona nella …scienza statistica?
O è la matematica che a fronte della “crisi” è diventata …opinabile?
E’ sempre tempo di Coaching!
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