ITALIA: Povertà & Inclusione

E’ qualche tempo che le cronache sull’andamento economico del nostro Belpaese, parlano sempre più dell’aumento del tasso di povertà e del suo possibile ulteriore aumento… lo fanno come se fosse un dato presso che nuovo indotto dalla crisi economica e dalla sua lunghezza. In verità già prima della crisi economica, l’Italia presentava un tasso di povertà superiore alla media europea. Nel 2007, la percentuale di cittadini “a rischio di povertà ed esclusione sociale” (ovvero che vivono in famiglie a bassa intensità di lavoro, o a rischio di povertà o in condizioni di severa deprivazione materiale) era pari al 26%, contro una media UE-27 del 24,4%. A partire dal 2008, il divario fra Italia ed Europa è aumentato significativamente e nel 2013 il rischio di povertà ed esclusione sociale nel nostro paese ha raggiunto il 28,4% contro una media UE-27 del 24,5%.

In Italia, inoltre, la percentuale di persone in condizione di povertà assoluta, incapaci cioè di accedere a una serie di beni e servizi ritenuti essenziali per vivere in maniera dignitosa, è più che raddoppiata nel periodo compreso fra il 2007 e il 2013. Infatti, se nel 2007 i poveri assoluti erano il 3,1% della popolazione, nel 2013 tale percentuale è salita al 7,3%.  In termini reali si è passati da 1 milione e 789 mila a 4 milioni 420 mila persone.  Tradizionalmente nel nostro paese la lotta alla povertà ha trovato poco spazio nelle agende politiche dei governi succedutesi negli anni della Seconda Repubblica. Allo stesso tempo, se si guarda a quanto avvenuto nella società civile, e in particolare alla crescita del ruolo del terzo settore, non si evidenzia una maggiore capacità di incidere sull’agenda politica. Di conseguenza, gli strumenti di policy di contrasto alla povertà sono rimasti estremamente deboli. In particolare manca ancora un “reddito minimo di inserimento”, ovvero una misura universalistica rivolta a tutte le persone in condizione di povertà assoluta. Tuttavia se guardiamo alla storia più recente, un cambio di rotta è forse in atto. Da un lato, la Legge di Stabilità 2016 ha gettato le basi per la definizione di una misura strutturale di contrasto alla povertà. Per la prima volta, i finanziamenti destinati a questo settore non sono sperimentali ma appunto strutturali, ovvero sono iscritti stabilmente fra gli interventi di finanza pubblica. Dall’altro, anche sul fronte della società civile, emerge un’attenzione nuova al tema. Per la prima volta, infatti, si è costituito un cartello di soggetti, l’Alleanza contro la Povertà in Italia, uniti dal comune obiettivo di promuovere il rafforzamento delle politiche di lotta alla povertà.  In questo quadro, occorre sicuramente contribuire a sostenere il dibattito e le azioni che le istituzioni pubbliche e gli attori del welfare stanno sviluppando. Mettendo il Focus sui temi della povertà e quelli dell’ inclusione sociale a partire dal realizzare un costante monitoraggio:

1) del fenomeno della povertà, attraverso la rassegna dei principali rapporti pubblicati in materia (ad esempio dall’ISTAT);

2) delle azioni che saranno adottate per dar seguito ai contenuti della Legge di Stabilità (ad esempio per quanto riguarda il Fondo per la Povertà Educativa e il Sostegno all’Inclusione Attiva);

3) delle iniziative che vedono protagonisti gli attori del welfare. In questo modo, Così da promuovere la conoscenza degli strumenti utili a fronteggiare la povertà…

“E’ sempre tempo di Coaching!”

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