Italia: una situazione politica, economica e sociale sempre più surreale…

Impossibile tralasciare le notizie su Trump e sul suo stato effettivo di salute. Una domanda: ha o non ha contratto il virus? Il dubbio è quasi d’obbligo quando si tratta di lui… il politico più menzognero di tutti i tempi. Alla fine è uscito dall’ospedale dopo tre giorni scarsi di ricovero e dice: “mai stato così bene da 20 anni a questa parte… non temete il virus”. Trump ha postato un video domenica pomeriggio, spiegando di sentirsi meglio e di avere imparato molto sul coronavirus durante gli ultimi giorni. Poco più tardi ha salutato i suoi sostenitori che da alcuni giorni si trovano fuori dall’ospedale militare in cui era ricoverato, il Walter Reed di Bethesda, in Maryland, uscendo con un’automobile presidenziale e salutando dal finestrino. Ma l’uscita a sorpresa di Trump, sembrava pensata proprio per le telecamere e per sollevare il morale dei suoi sostenitori. Insomma per Trump la strategia sul coronavirus non cambia: pagherà alle urne? Vedendolo al rientro alla Casa Bianca sembra quasi che per lui il contagio sia stata l’occasione di una cura ricostituente per ringiovanire. Incredibile! Un vero e proprio show nel tentativo di risalire nei sondaggi.  Un tentativo di recuperare la simpatia dell’opinione pubblica per l’elezione del prossimo 3 novembre. Certo tutto è possibile! Ma tutto diventa sempre più ‘surreale’. Tornando a casa nostra anche qui  (ma un po’ ovunque in Europa) la situazione politica, economica e sociale va assumendo una dimensione ‘surreale’. Il Governo si lambicca sul cosa fare per apparire  forte e determinato evitando il declino. Zingaretti e persino Renzi hanno provato a dare una “scossa” a Conte…  Zingaretti ha accelerato su Decreti sicurezza e Mes all’indomani del voto regionale che ha visto il Pd resistere in Toscana e Puglia. E anche il leader di Italia Viva Matteo Renzi (seppur i voti ricevuti da Italia Viva fossero pochi, si, veramente pochi) tenta di essere l’alfiere di un governo che governi e quindi chiede una verifica, immagina il segretario del Pd o il suo vice Orlando dentro l’esecutivo, comincia a parlare di elezione del Presidente della Repubblica e tiene lì, a portata di Nato, la sua via d’uscita personale dalla palude politica italiana… cosa si fa mai per esistere! Il governo Conte 2 procede di conserva, senza accelerare su nulla: siamo probabilmente nella fase più acuta del “contismo”, malattia adolescenziale del politicismo che acuisce la contraddizione fra inerzia dell’esecutivo e urgenza dei problemi da affrontare. Lo si vede chiaramente con l’ultimo Dpcm il governo blinda le frontiere. Infatti nel nuovo decreto obbliga ai tamponi chi arriva da Uk, Olanda e Belgio. Tra le nostre Regioni la Campania è diventata la regione più a rischio virus. E il governatore De Luca ha già deciso e chiude tutti i locali alle 23. Mentre il Ministro della Salute Speranza dice: “Nessun territorio è fuori pericolo”. Ma tutti alla fine escludono un nuovo e totale lockdown. Infatti le ipotesi di lockdown sono solo di tipo locale e così le nuove restrizioni agli eventi. Conte esclude quindi una chiusura totale. E il ministro Boccia sottolinea che: “Ottobre sarà il mese decisivo”, per determinare l’indirizzo definitivo di che fare rispetto al virus e alla sua alta diffusione. Francamente mi pare di vedere che continuano le scelte a metà o per meglio dire le non scelte! Un Esempio per tutti: dopo ben 13 mesi il governo modifica, ma non cancella, i decreti sicurezza di Salvini. Né porti chiusi, né aperti. Così il consiglio dei ministri ha approvato il nuovo “decreto immigrazione” che cambia i provvedimenti del governo Conte uno. Restano le multe alle Ong, anche se ridotte a un massimo di 50mila euro. Viene introdotta la “protezione speciale”, in casi di vulnerabilità, violenza domestica, sfruttamento lavorativo, calamità naturali per soggetti che non hanno i requisiti dello status di rifugiato, con la possibilità di trasformare il permesso di soggiorno in permesso di lavoro con l’obiettivo dell’integrazione. «I decreti propaganda di Salvini non ci sono più. Vogliamo un’Italia più umana e sicura. Un’Europa più protagonista», annuncia su Twitter il segretario del Pd Nicola Zingaretti. Ma non si tratta però di una vera e propria “cancellazione” dei decreti Salvini, ma di una modifica sulla base dei rilievi della Consulta e del Capo dello Stato. Alla fine l’impianto normativo di quei provvedimenti resta in piedi. Nel testo, il soccorso in mare viene affermato come obbligo costituzionale e internazionale. C’è poi il divieto di espulsione e respingimento di chi nel suo Paese rischia torture o trattamenti disumani, a cui va riconosciuta la protezione speciale, che sostituisce quella umanitaria. E anche il diritto a essere accolti e integrati. Il provvedimento si completa con l’aggiunta degli articoli che prevedono l’istituzione di un nuovo Daspo urbano, sulla scia dell’omicidio di Willy Monteiro Duarte, per tenere lontani i violenti dai luoghi di intrattenimento, l’aumento delle pene per il reato di rissa, e nuove norme per oscurare i siti del dark web. Il decreto è stato approvato in consiglio dei ministri, dopo un lungo lavoro di mediazione tra le diverse anime del governo. In particolare con i Cinque Stelle, che hanno provato a frenare sull’ampliamento delle protezioni speciali e sulla necessità di un nuovo decreto per riscrivere quelle norme scritte con la Lega nel governo Conte 1. Direte ma sono cambiamenti importanti! Sicuramente. Insisto  non vogliatamene… ma così continuano le scelte ‘surreali’ di questa maggioranza di governo. Il decreto immigrazione, è una svolta a metà e le regole cambiate lasciano alcuni nodi irrisolti. Quali? Il nodo della zona Sar libica resta irrisolto e in contraddizione con la nuova normativa. Lo ius soli è ancora fuori discussione ma il decreto delude chi si aspettava che venissero accorciati i tempi per la concessione della cittadinanza che può essere richiesta, con particolari requisiti, dai cittadini stranieri che risiedono stabilmente in Italia da dieci anni o alla maggiore età. Niente permesso, niente lavoro. È un caso estremamente comune che interessa decine di migliaia di immigrati che vivono e lavorano in Italia da anni e a cui il nuovo decreto non trova soluzione.  E così l’immagine riflessa da questo governo, continua ad essere di grande fragilità nonostante al voto positivo nelle regioni si aggiunga la positività del voto per i sindaci nei capoluoghi di provincia e in molti comuni minori. Alle elezioni nei 98 Comuni con più di 15 mila abitanti ha vinto il centrosinistra, che è passato da 41 a 51 sindaci, mentre il centrodestra è sceso da 41 a 34. La pseudo intesa Pd-M5s vince in 9 città. Ecco perché Matteo Renzi non si è fatto problemi nel ricorrere alla trita formula del “mettiamoci tutti intorno a un tavolo”, espressione non meglio precisata (un supervertice dei segretari?) pur di dare una sveglia a Giuseppe Conte. La realtà dunque è che due partiti della maggioranza su quattro – mentre il M5s ormai non parla più di politica, paralizzato dalla baraonda interna e dalla posizione assunta dal giovane Casaleggio – si sono stufati dell’inerzia di Conte. Sembrerebbe che sola la Bersaniana LeU è “contiana” fino in fondo senza riserve, il che non è moltissimo. Il leader del Pd, Nicola Zingaretti, sono settimane che sta cercando di far capire all’avvocato del popolo che bisogna cambiare marcia un po’ su tutti i principali dossier (Scuola, Recovery fund, Mes, Occupazione e Investimenti) ma sinora senza alcun reale successo, fatta eccezione per gli annunci di una svolta su Quota 100 e appunto le correzioni dei decreti sicurezza: sulle altre questioni importanti (Recovery plan, Mes, politiche industriali e occupazione e altro ancora) rimangono solo gli annunci perché di fatto la ‘ciccia’ ancora non c’è. Matteo Renzi l’ha messa giù con maggiore chiarezza, e senza schifare le movenze da Prima Repubblica: quella che ha chiesto è la classica “verifica” anche se «la parola è vecchia» con tanto di richiesta di rafforzamento della squadra con l’ingresso «di Zingaretti o Orlando», perché il Pd – deve essere questo il suo ragionamento – se vuole realmente condizionare Conte deve entrare al governo con il suo leader o il suo vice (e così magari ci scappa anche un dispettuccio a Dario Franceschini che nel caso non sarebbe più il capo delegazione del Pd). Zingaretti quindi si deve sporcare le mani. E se non gli andasse toccherebbe a Andrea Orlando (con Alfonso Bonafede in grande agitazione). Ma il leader dem ha respinto l’invito: «No, no, l’importante sono le idee, non i nomi». Comunque, sta il fatto che la sintonia fra Nicola e Matteo esce confermata come uno dei tratti particolari di questa fase, tanto da formare una tenaglia che dovrebbe costringere il capo del governo a fare qualcosa, assumere una iniziativa, fornire una risposta. Nel suo andreottismo 2.0, Conte sinora è sfuggito come un anguilla ai problemi posti dai partner di governo, riuscendo a glissare sul Mes, utilizzando anche una certa inerzia su questo punto del ministro dell’economia Gualtieri; a non riaprire il dossier Ilva; a minacciare ma senza agire sulla vicenda Autostrade; a non muovere un dito sulla legge elettorale, grazie al patto non scritto di rinviare tutto. Renzi si è messo addosso dunque i panni dell’uomo di governo anche per rassicurare una volta di più che i problemi di stabilità non verranno da lui (se cadesse il Governo, la sua formazione politica, se si andasse al voto scomparirebbe) riaffermando così che l’orizzonte è quello della fine della legislatura e addirittura, per rendere più chiaro il concetto, infilando la carta della scelta del nome per il Quirinale nel mazzo della verifica. Il contrario del Renzi incendiario che molti si aspettano… Sembra piuttosto definire, il capo di Italia Via, il suo personale calendario politico e di vita: alfiere di un governo che governi, e poi, probabilmente alla fine dell’anno prossimo, un possibile pensierino al ruolo di Segretario Generale della Nato, ipotesi che – ha detto – «non è sul tavolo», almeno nell’immediato. Certo prima Biden deve vincere e diventare il Presidente Usa.  Ma chissà tra un anno, potrebbe essere per lui un’ottima uscita di sicurezza (forse l’unica – c’è anche una vecchia promessa di Obama) dalla palude politica italiana… Mentre Conte sul Covid ha dato un segno di vita ma esclusivamente per mantenere i poteri che il Parlamento gli conferirà allungando lo stato d’emergenza. Dopodiché il Paese, sempre più inquieto e preoccupato, attende di capire quale sarà la strategia complessiva del governo per affrontare quella che ormai assomiglia in modo preoccupante alla temuta seconda ondata del virus.  Ma veniamo alla stretta anti-Covid. Il nuovo Dpcm: mascherine all’aperto, limiti alle feste e niente ballo Riparte la battaglia al virus. Si potrà uscire solo con la bocca e il naso coperti. Nuove restrizioni alle frontiere e possibili lockdown locali. Ma niente coprifuoco per i ristoranti. Il Comitato tecnico scientifico disegna quattro scenari in caso di crisi. In tutta Italia si potrà uscire solo con la bocca e il naso coperti. Il governo si prepara a rinnovare tra oggi e domani il Dpcm del presidente del Consiglio Giuseppe Conte, con la proroga dello stato d’emergenza fino al 31 gennaio 2021. Oggi il ministro della Salute Roberto Speranza illustra alle Camere il nuovo provvedimento, che prevederà l’obbligo della mascherina all’aperto. Le uniche eccezioni riguardano i viaggi in macchina da soli, gli spostamenti in bici o in moto e le passeggiate in luoghi isolati. Il limite per le feste di private è di 200 persone, che dovranno comunque osservare tutte le precauzioni. Resta in vigore il divieto di assembramento. Il provvedimento punterà a evitare le aggregazioni anche occasionali nelle ore serali e nei fine settimana. Una puntualizzazione rivolta ai giovani, che spesso sono asintomatici e possono contagiarsi, portando poi il virus a casa. Per coloro che non rispettano le regole sono previste multe, così come è accaduto nei mesi del lockdown. Le sanzioni potrebbero andare da 550 a 3mila euro per chi non indossa la mascherina. Sarà la polizia locale a effettuare le verifiche. Almeno per ora il governo non fisserà orari anticipati di chiusura per bar e ristoranti. Saranno le Regioni a decidere, sulla base dell’andamento dei contagi provvedimenti più restrittivi. Così come ha già fatto la Campania con l’obbligo di chiusura alle 23. Il nuovo decreto prevede come già detto che siano effettuati i tamponi anche a chi arriva da Regno Unito, Olanda e Belgio. Gli scienziati del Comitato tecnico scientifico hanno tracciato dunque quattro scenari di crisi. Subito l’uso della madcherina anche all’aperto. Nel primo c’è una bassa circolazione del virus, con focolai sporadici e con un Rt costantemente sotto all’1 e le precauzioni di protezione da prendere sono quelle più soft. Nel secondo scenario, quello in cui si trova l’Italia, la circolazione nazionale è più sostenuta, con tanti focolai in aumento, ma il sistema sanitario è in grado di gestire la situazione. Le restrizioni in questo caso si fanno “locali” prendendo misure più severe. Il terzo scenario c’è quando l’Rt sale e aumentano i casi. In questo caso potrebbero essere decise anche chiusure di attività sociali e culturali, come discoteche, bar e palestre. Infine c’è il quarto scenario, che scatta quando l’Rt resta stabilmente sopra all’1,5 per almeno tre settimane, e c’è una «criticità nella tenuta del sistema sanitario nel breve periodo»… Mentre già si discute se dalle nuove misure anti-Covid, si debbano avere timori per la ripresa economica. Le Borse vedono i listini prudenti. Cresce l’allarme Fmi: “Alti rischi sulla ripresa, debito mondiale verso il 100% del Pil”. Seppur lo Spread è ai minimi da due anni… Insomma tutto resta nell’indeterminatezza… e la situazione politica, economica e sociale del nostro Paese appare sempre più ‘surreale’…

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