Life: Covid-19, per far funzionare il piano vaccini, occorre prima di tutto lavorare contro il Far West delle regioni. Accentrare il piano vaccini, in campo Gabrielli e Curcio. Ultim’ora ‘silurato’ Arcuri…

Già a Draghi arrivavano le prime critiche per un presunto continuismo con il ‘Contismo’. Proverbiale il passo lento (chi va piano va…) del Governo Conte nell’ultima fase della pandemia… Nella realtà a guardar bene, si vede che il neo Premier, sta definendo per la campagna vaccinale una nuova strategia insieme ai nuovi vertici della Protezione civile. E con tutta probabilità (così i molti rumors) l’ex capo della Polizia Gabrielli, appena nominato sottosegretario ai Servizi, potrebbe ricevere anche una delega di consigliere per la sicurezza nazionale del presidente del Consiglio. E Arcuri? Si pensava che si sarebbe occupato solo della parte che riguarda forniture e contratti… Ma notizia dell’ultim’ora Mimmo Arcuri è stato dimissionato dall’incarico di Commissario Straordinario Covid. Incarico che è passato al Generale degli Alpini  Francesco Paolo Figliuolo con una grande esperienza nella logistica dell’Esercito Italiano. Comincia così a prendere forma il piano di Mario Draghi per accelerare la campagna dei vaccini. Il piano che il presidente del Consiglio sta definendo insieme ai nuovi vertici della Protezione civile prevede di moltiplicare le iniezioni ora troppo basse, ma non offre traguardi numerici precisi. Chi lavora nella trincea organizzativa parla di almeno 300mila vaccinazioni al giorno (naturalmente quando arriveranno i vaccini), ma l’obiettivo potrebbe essere anche più ambizioso, nei prossimi mesi primaverili per recuperare i ritardi di questo inverno, arrivando fino a 500-600mila dosi ogni 24 ore. L’obiettivo richiede un metodo preciso. D’altronde i nuovi casi giornalieri sono cresciuti e cresceranno per almeno un altro mese. E se non si interverrà rapidamente, l’incremento durerà ancora di più. Lo spiega Roberto Battiston, professore di fisica all’Università di Trento, che da mesi studia l’andamento dell’epidemia. Sta accadendo, spiega Battiston, «qualcosa di simile a quanto avvenuto a ottobre, quando all’improvviso l’Rt ha iniziato a crescere, passando in tre settimane e mezzo da 1,15 a 1,85. Allora però avevamo una serie di frecce al nostro arco per piegare la curva e riportarla a valori accettabili, cosa avvenuta ai primi di dicembre». Ore, invece, «stiamo già usando tutti gli strumenti a disposizione: mascherine, distanziamento, vaccini, immunità di gregge di chi si è già ammalato. Però abbiamo di fronte delle varianti, molto più aggressive del virus conosciuto negli scorsi mesi, che stanno diventando le forme più diffuse». L’effetto varianti vede l’epidemia correre: in una settimana i contagi sono aumentati del 33%. E in Piemonte e Lombardia, la crescita va oltre il 45%. Quindi è sul metodo e sulla strategia che Draghi sta concentrando in queste ore la propria attenzione. Puntando a centralizzare maggiormente il piano a Roma ed evitare la disastrosa frammentazione regionale. Franco Gabrielli, potrebbe quindi ricevere come accennato più sopra la delega di consigliere per la sicurezza nazionale del presidente del Consiglio. In questo ruolo, secondo quanto scrive Il Messaggero, l’ex capo della Polizia sarebbe anche una sorta di super commissario per l’emergenza, incluso il piano vaccini. Draghi però non vorrebbe replicare il modello del governo Conte che aveva affidato a Domenico Arcuri uno strapotere nella lotta alla pandemia. Ed ecco che il Commissario, è uscito di scena, e continuerà ad si occuparsi, in veste di amministratore delegato di Invitalia, La campagna vaccinale, non lo riguarderà più. Arcuri tra l’altro, in questi giorni è alle prese con l’inchiesta sullo scandalo delle false mascherine, e a breve dovrebbe essere sentito dalla Procura di Roma per una controverifica sulle rivelazioni degli intermediari finiti sotto indagine. I poteri di Arcuri vanno come detto al Generale Figliuolo e al Capo alla Protezione civile che per volontà di Draghi e su suggerimento del neo sottosegretario, Franco Gabrielli, è tornata a essere guidata da Fabrizio Curcio. La notizia della delega per la sicurezza nazionale a Gabrielli dovrebbe trovare già conferma nei prossimi giorni con la pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale del decreto di nomina. Il premier vuole che gli uomini dell’emergenza, anche quelli dell’esercito che il ministero della Difesa metterà a disposizione, si muovano in una cornice normativa ben definita e alla luce della sentenza della Corte costituzionale di cinque giorni fa. La lotta alla pandemia, hanno stabilito i giudici della Consulta, è competenza dello Stato. In questo anno di battaglia al virus, insomma, il conflitto tra governo centrale e Regioni non aveva ragione di essere se non per una errata interpretazione da parte dei Presidenti di Regione del federalismo sanitario. Attualmente la campagna vaccinale procede in modo non omogeneo, con Regioni che hanno un passo più virtuoso e sostenuto, e altre che invece faticano e non sono nemmeno nell’orizzonte di completare a breve il primo step dell’immunizzazione che riguarda gli over 80 (vedi Lombardia) . Per Draghi la sentenza è una leva per riorganizzare il coordinamento su base nazionale dei piani regionali. L’altra parte della sua strategia Draghi la continua a giocare sul fronte europeo: e riguarda il pressing sulla Commissione affinché spinga le aziende farmaceutiche a liberare i brevetti per la produzione domestica e a fermare l’export in caso di accordi non rispettati su dosi e tempi di consegna. Nel frattempo, ci si augura l’immediato via libera al nuovo vaccino Johnson&Johnson da parte dell’Ema, che essendo monodose potrebbe facilitare la campagna della prima iniezione di massa sul modello inglese. Si sta valutando anche la strategia delle “prime dosi”, cioè somministrando una prima dose per tutti, ma gli esperti avvertono che va bene con AstraZeneca – che prevede la seconda dose dopo tre mesi – ma non con Pfizer e Moderna che invece richiedono un richiamo dopo tre-quattro settimane. Ma tutte le armi in questo momento diventano importanti. E per Matteo Salvini tra queste c’è anche il vaccino russo Sputnik. Dopo Ungheria, Austria, e San Marino, anche la Repubblica ceca ha avviato le trattative con Mosca. Ma l’Italia punta comunque a restare nella cornice comune della Ue e delle autorizzazioni rilasciate dall’Ema… troppo pericoloso permettere alla produzione di vaccini di modificare pesi e misure degli assetti geopolitici attuali già traballanti proprio sugli scambi commerciali (la così detta: guerra dei dazi) degli ultimi anni…

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