Ciao a tutti,
oggi vi spiego in cosa consiste la terza radice che alimenta la nostra paura. Considerate questo: ogni radice alimenta la paura, e la paura, a sua volta, rende più forti le radici che la alimentano, in un circolo vizioso forte e profondo. Veniamo a noi: la terza radice sono le nostre dipendenze. Cosa intendo con “dipendenza”? Qualsiasi cosa di cui non possiamo fare a meno, altrimenti stiamo male. Considerate che qualsiasi dipendenza, anche quelle gravi, sono sempre legate a una dimensione di carattere emotivo e mentale, prima di tutto, e poi di carattere fisico, a seconda della dipendenza. Il punto principale da capire è che la dipendenza è qualcosa, o qualcuno, con cui cerchiamo di alterare il nostro stato emotivo: o ci procura emozioni positive, oppure riesce ad alleviare quelle negative. Perché diventiamo dipendenti? Perché le nostre emozioni dipendono, secondo noi, da quella persona, quella cosa, quell’attività, quella situazione. Visto che tutti vogliamo stare bene, allora cerchiamo un modo per provare questo benessere. Le nostre dipendenze sono le forme con cui abbiamo imparato a modificare le nostre emozioni. Il problema è che sono sempre qualcosa di esterno, che sta fuori dalla nostra mente. Così, per poter avere l’effetto positivo, dovremo avere quella “cosa” a nostra disposizione. Se manca, staremo male. O comunque meno bene… Se sperimentiamo emozioni positive quando siamo in compagnia di una persona ben precisa, e non riusciamo a stare bene da soli, allora inizieremo a dipendere dalla sua presenza per la nostra felicità. La dipendenza scatta nel momento in cui non riusciamo a stare bene se quella cosa o persona mancano. Se la pretesa dice cosa dobbiamo ottenere, la dipendenza dice cosa dobbiamo mantenere. Perché alimenta la paura? Perché qualsiasi dipendenza è, per natura, qualcosa di esterno e quindi non totalmente sotto il nostro controllo: potremmo perdere ciò che ci fa stare bene e di conseguenza perderemmo la nostra felicità. La paura è tanto più forte quanto più peso hanno le nostre dipendenze sul nostro benessere. Più la nostra felicità, le nostre emozioni positive, dipendono da qualcosa o qualcuno, maggiore è la forza della dipendenza e maggiore sarà la paura che proviamo rischiando di perderle. E questo rischio, intendiamoci, non finisce mai. Non avremo mai, come vi avevo spiegato per le pretese, la certezza di averle sempre a nostra disposizione, come e quando preferiamo, qualcosa o qualcuno da cui fare dipendere la nostra felicità. E come dicevo prima, il livello emotivo è quello fondamentale. Noi creiamo le nostre dipendenze perché non siamo felici e andiamo alla ricerca, all’esterno, di qualcosa che possa procurarci benessere o alleviare la nostra sofferenza. Anche se si tratta di un malessere leggero. E non dobbiamo pensare che con “dipendenze” io stia pensando a gravi patologie: In realtà noi abbiamo, molto probabilmente, molte dipendenze che non abbiamo mai chiamato in questo modo. Come detto è dipendenza il rapporto tra noi e qualcosa di cui non possiamo fare a meno senza starci male. Ecco il primo passo: scoprire da cosa dipende la nostra felicità e il nostro benessere. Vi propongo un Test. Il test è semplice farlo. Anzi, ve ne propongo due: uno teorico e uno pratico (e destabilizzante!). Quello teorico è semplice: osservate tutto quello che fa parte della vostra vita, che siano persone, cose, situazioni o oggetti e riflettete se senza di loro potreste ancora essere contenti e vivere una vita serena e positiva. Ogni volta che il solo pensiero di perdere qualcosa o qualcuno ti fa cadere nello sconforto, allora è probabile che la nostra felicità dipenda da loro, e questo significa che così alimentiamo paura e sofferenza. Paradossale vero? Ricordate questo: noi dipendiamo da ciò che riteniamo necessario per stare bene. Ciò alimenta la paura che si possa perderlo. Avendo paura, creiamo sofferenza e malessere. Come vedete la paura (pretese e dipendenze) trasformano qualsiasi cosa positiva in una fonte di malessere. Perché ciò da cui dipendiamo, potrebbe essere qualcosa di positivo e meraviglioso. Se non è una dipendenza! Il test pratico è molto impegnativo e ve lo proporrò nel prossima post. Considerate questo sulle dipendenze: osservatevi e cercate di individuarle tutte. Per prima cosa dovete capire. Inoltre la soluzione alle dipendenze non è la rinuncia. Ma l’indipendenza emotiva. Sono due cose molto differenti, e noi prendiamo la seconda strada, ovviamente!
E’ sempre tempo di Coaching!
Se hai domande o riflessioni da fare ti invito a lasciare un commento a questo post: sarò felice di risponderti oppure prendi appuntamento per una sessione di coaching gratuito
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