Leggere è una delle attività più importanti a cui dedicare una parte, anche piccola,
del nostro tempo e io personalmente cerco di farlo ogni giorno. L’ultimo libro che ho letto mi ha davvero dato tanti spunti che condividerò con voi nelle prossime settimane. Se vi va di leggerlo, si tratta dell’autobiografia di Martin Luther King (io l’ho ritirata da Amazon). La domanda che potrebbe rivoluzionare la vostra vita l’ho letta nelle ultime pagine, quelle davvero più cariche di spunti per quel che mi riguarda, e parte dalla parabola del buon Samaritano (King – era un pastore protestante).
Questa è una delle più famose è racconta di come un uomo, lunga una strada poco frequentata, fosse stato aggredito e derubato da alcuni banditi che lo avevano lasciato per terra, mezzo morto. Passarono due uomini, religiosi e connazionali, ma andarono oltre pur avendolo visto per terra. Poi un terzo, straniero (i loro popoli erano in cattivi rapporti), invece si ferma e lo soccorre. Ne cura le ferite, lo trasposta in una locanda per farlo riposare e paga addirittura di tasca sua le cure e il soggiorno per quello sconosciuto, ferito, trovato al bordo della strada. I primi due erano ipocriti, egoisti, superficiali? Qualcuno, suggerisce King, potrebbe pensare che fossero impegnati in un programma per la sicurezza di quelle strade e che questo avesse la priorità sul soccorso (la vita di molti contro la vita di uno solo). Ma offre un’alternativa: i due uomini avevano paura. Se fossero stati aggrediti anche loro fermandosi? Se fosse una trappola per derubarli? Così King pensa che questi uomini non fossero cattivi o egoisti, ma si fossero fatti semplicemente una domanda: “cosa mi accadrà se mi fermo ad aiutare questa persona?” E poi arriva a trasformarla nella domanda che può davvero rivoluzionare le nostre vite: “Cosa accadrà a questa persona se io ora non mi fermo ad aiutarla?”. Non è questa una domanda retorica fatta da un prete dietro al suo comodo pulpito. Ma suggerita da un uomo che, rispondendo, ha dedicato la propria vita perché fosse possibile migliorare quella di milioni di persone in tutto il mondo. Noi siamo abituati a chiederci sempre: “Cosa ci guadagno, mi conviene?”. Il che significa chiedersi: “Cosa mi succederà se adesso mi fermo ad aiutare questa persona?”. Questa è una domanda lecita, ma non è la domanda migliore e non è la sola. Da oggi dovremmo di fronte a ogni situazione, a ogni problema, a ogni persona, cominciare a chiederci: “Cosa succederà a questa persona se io non mi fermo e passo avanti?”. Se su Facebook leggi un post con delle offese contro qualcuno, cosa succederà se intervieni? Se vedi che il padrone di un animale lo tratta male, cosa succederà se intervieni? Se una mamma offende e picchia il figlio, cosa succederà se intervieni? Se un ragazzo insulta la propria fidanzata, cosa succederà se intervieni? Se un uomo viene deriso e trattato male da tutti, cosa succederà se intervieni? Succederà che, probabilmente, ti beccherai qualche insulto, offese, ti guarderanno tutti male, ti diranno di farti i fatti tuoi, ti diranno di andartene, ti tratteranno male per il tuo intervento. No, non conviene. Ma cosa succederà a tutte le “vittime” di queste situazioni se non intervieni? Succederà che non cambierà nulla, che saranno sole, che saranno sempre più deboli. Non applaudire chi, durante la seconda guerra mondiale ha difeso, nascosto e aiutato gli ebrei rischiando la vita. Non applaudire chi ha avuto il coraggio di denunciare mafia e corruzione rischiando la vita. Non applaudire Martin Luther King per aver sacrificato la sua vita per la libertà e i diritti dei neri di tutto il mondo. Chiedeti/tevi piuttosto, ogni giorno, di fronte alle “piccole” opportunità della tua/vostra vita, in ogni sfida e occasione che ti/vi si presenterà da ora in poi: “Cosa succederà se io non faccio nulla?”. Noi non abbiamo bisogno di altre “giornate mondiali o della memoria”, di parate e cortei.
Abbiamo bisogno di persone che si chiedano ogni giorno: “Cosa succederà se non faccio nulla?”. Non serve chissà quale evento per porti/vi questa domanda e fare una scelta coraggiosa che cambi le cose. La vostra stessa felicità è sottoposta a questa domanda, perché non si può essere felici se ci giriamo e continuiamo per la nostra strada senza chiederci sinceramente “Cosa succederà se ora passo senza fare nulla?”. Ovviamente usa la testa, la prudenza. Non abbiamo bisogno di martiri, non ci servono eroi. Vi invito solo a porvi una domanda diversa e cercare soluzioni sensate, efficaci ma anche prudenti. Ma domandiamoci sempre: “Cosa accadrà se non faremo nulla?” Non dimentichiamoci che “gli altri” siamo noi, e che questa domanda che oggi ci poniamo, è la stessa che domani, quando saremo magari noi a trovarci per terra lungo la strada, sarà quella che spereremo in chi ci passerà vicino.
Un saluto…
“E’ sempre tempo di Coaching!”
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