Pd: la proposta sulla tassa sull’eredità per i giovani è prima di tutto ragionevole. Draghi ci rifletta…

Personalmente condivido la proposta del Segretario del Pd Enrico Letta è una idea di “buonsenso” e invita Draghi a pensare e incontrare i giovani che oggi vivono in un contesto difficile. Tassare l’1% più ricco, che eredita milioni di euro o li riceve in dono, non è prendere: ma è restituire alla società. Sarebbe uno strumento di emancipazione sociale: sei nato in un contesto difficile, durante la pandemia hai faticato e sofferto di più, allora lo Stato ti aiuta. A molti giovani cambierebbe la prospettiva di vita per davvero. Su questo argomento, c’è una retorica insopportabile da parte di alcuni partiti. Per Salvini personalmente penso che non ci sia più speranza di farlo ragionare. E la destra difende spudoratamente solo i più ricchi. Quello che invece dovrebbe fare Draghi – che non pare un uomo di destra – è di andare incontro a questi giovani e parlare anche con loro, vedere di aiutarli rispetto alle loro difficoltà. Inoltre, il Partito democratico, fa bene a chiedere come fa Draghi, di fermare il toto-nomi per il Colle. E anche quando dice a Salvini di prendere una decisione, se stare ancora in maggioranza o andare all’opposizione. Mentre sulle convergenze con il M5S vista la situazione del Movimento prende atto delle difficoltà esistenti e guarda a cosa accadrà nel Movimento in futuro. Sì, mi piace la proposta di Letta, di creare una ‘dote’ per i 18enni aumentando la tassa di successione sui patrimoni sopra il milione di euro chiedendo così alla parte più ricca della popolazione, quell’1%, di dare un contributo ai giovani. Non tanto e perché è una proposta di sinistra. Ma soprattutto perché mi pare necessario pensare ai giovani, che sono tra i più danneggiati di questa pandemia e a come aiutarli… Draghi sbaglia nel dire: “ora non è il momento di chiedere i soldi agli italiani”. Sarà, ma mi sembra che per sostenere l’economia del paese, si sia distribuito molto e un po’ a tutti, aumentando ulteriormente il debito pubblico (siamo al 160% del Pil). Con il Recovery Plan aumenterà ulteriormente, e il debito pubblico peserà proprio sulle spalle dei più giovani negl’anni a venire. Mi sembra quindi che servano anche delle misure di sostegno per i giovani che vivono in situazioni più disagiate ed, è per questo, che suggerei (modestamente e per quel che conto) a Draghi una maggiore riflessione, invece che un No immediato. Questo governo, ha una missione importante, tirare fuori l’Italia dalla crisi sanitaria ed economica ma non c’è dubbio che con la Lega tutto diventa più faticoso, ecco perché Salvini dovrebbe decidere cosa fare se stare in maggioranza o passare all’opposizione. Di certo, al momento, dovrebbe evitare di parlare del successore di Mattarella perché è prematuro e irrispettoso nei suoi confronti. Draghi ha stoppato tutti, Pd, Lega, Articolo 1, con le loro proposte in materia fiscale. Ora, io credo che Draghi faccia un mestiere molto difficile, ma credo anche che sia legittimo avanzare proposte. E quella del Pd è sicuramente una proposta che guarda a recuperare una delle tante diseguaglianze esistenti è per questo che viene considerata di sinistra, ed è per questo diventa uno scandalo? L’Italia in Europa è tra i paesi con la tassa di successione più bassa, l’idea di alzarla agli italiani che ereditano sopra i 5 milioni di euro per dare speranza ai giovani è solo (lo ridico) di buonsenso. La ‘dote’ a cui si pensa andrebbe solo ai ragazzi che vivono in contesti più complicati, da utilizzare per l’istruzione, per andare a vivere da soli o per mettere su un’impresa. Sulla proposta di Letta, le Sardine sono contro Draghi: “Stronca proposta di buon senso per i giovani”. Le Sardine hanno apprezzato l’idea del segretario dem. Invece Salvini sostiene che la proposta di Letta è fuori dal mondo. Ma se come dice Draghi non è il momento di chiedere i soldi agli italiani. Cosa si può fare per aiutare i giovani della “generazione Covid”? Infatti, italiani sono anche i giovani che vivono in famiglie più sfortunate e nessuno li aiuta. Aiutarli richiedendo un contributo ai più ricchi, non è uno scandalo. Il No di Draghi, merita quindi una riflessione e un ripensamento. La proposta della Lega invece va nella direzione opposta a quello che loro stessi sostengono e favorisce chi ha già di più. Ma francamente io credo che sia corretto, in questo periodo, che chi ha di più debba dare un suo contributo a chi è in difficoltà. La stessa questione l’ha posta Biden negli Usa e anche altri Paesi. È giusto ridistribuire la ricchezza. Alcuni detentori di grandi patrimoni, penso a Bill Gates per esempio, si sono resi disponibili ad aiutare chi è in difficoltà in questa fase. Per Draghi chiaramente sono un ostacolo le diverse opinioni della coalizione di maggioranza. Credo che questo governo ha una sfida importante davanti: tirare fuori l’Italia dalla crisi economica e sanitaria. E Mario Draghi merita quindi sostegno. Ma il Pd, dentro al governo, deve continuare a portare avanti anche le sue battaglie cercando punti di sintesi. Certo, con la Lega è tutto più faticoso. Salvini sta facendo un gioco inaccettabile avendo scelto di stare in maggioranza, ma in realtà fa opposizione. Certo un altro stop di Draghi è arrivato appunto al pressing di Salvini che lo vorrebbe al Colle come prossimo presidente della Repubblica. Credo che sia prematuro e irrispettoso nei confronti di Mattarella. Per adesso c’è ancora lui, per fortuna ha dimostrato di essere un punto di riferimento e, quindi, merita rispetto e gratitudine. Parlare adesso del suo successore è davvero fuori tempo e luogo. Se c’è una persona, dentro il Pd, che non ha il minimo dubbio sulla necessità della “dote ai diciottenni” lanciata da Enrico Letta, è il vicesegretario Peppe Provenzano. “Enrico ha avuto coraggio”, dice poco dopo essere andato a trovare i ragazzi del Cinema America a Roma, alle prese con l’ennesima intimidazione di stampo fascista. “È il primo segretario del Pd che propone un aumento delle tasse per i super ricchi con una esplicita finalità di giustizia sociale”. Spiega, l’ex ministro del Sud, che “dopo Berlusconi e la timidezza del centrosinistra del passato, l’Italia sulla successione è diventata una sorta di paradiso fiscale. E questo ha contribuito a rendere la nostra società quella con il più alto grado di disuguaglianza e la più bassa mobilità sociale. La polemica contro la casta dei politici non ci ha fatto vedere che la società stessa si stava dividendo in caste. E che si cristallizzava la peggiore delle ingiustizie. E cioè che il destino di ciascuno di noi sia segnato dalle eredità familiari o dai contesti geografici”. C’è uno studio della Banca d’Italia di qualche anno fa, secondo cui le famiglie più ricche di Firenze sono le stesse dal 1427. Uno più recente, sul sito lavoce.info, basato sui registri delle imposte di successione: dalla metà degli anni ‘90, lo 0,1% più ricco ha visto raddoppiare la propria ricchezza, mentre i beni della metà più povera degli italiani si riducevano dell’80%. Draghi sottolinea l’esigenza di fare una riforma fiscale complessiva. Draghi, parla di progressività, spazzando via ogni ipotesi di flat tax. Ma progressività, nel dettato costituzionale, significa questo: chi ha di più paghi di più, affinché chi ha di meno paghi di meno”. E quindi, quella del Pd è una proposta tutt’altro che rivoluzionaria, anzi minima, rispetto a quanto accade sui patrimoni in Francia o Germania. Non si tratterebbe di prendere, come ha detto Draghi, ma invece di restituire alla società, di dare alla metà dei giovani italiani meno abbienti, a cui è stato sottratto molto durante la pandemia. Se non lo facciamo adesso, dopo una crisi devastante che allarga i divari, soprattutto generazionali, quando lo facciamo? La verità è che in Italia per le classi dirigenti non è mai il momento di redistribuire. Questa proposta ha il merito di far giustizia su paginate intere di sociologia da strapazzo, secondo cui a difendere i poveri, il popolo, ci sono Salvini e Meloni. Che invece, hanno rivelato la vera anima della destra: la difesa dei privilegi, stavolta di una minoranza di straricchi. Ancora una volta bisogna mettere davanti l’esempio americano: per alcuni la sinistra va bene solo quando è lontana, dunque innocua. Se Biden fa proposte radicali, ci rimproveriamo di non avere coraggio, di occuparci solo di diritti civili vedi la legge Zan. Ma forse ci dimentichiamo che diritti civili e diritti sociali si tengono, sono inscindibili. Ma allora perché, quando qualcuno fa una proposta netta, che mette in discussione gli interessi di quei pochi che contano molto, partono i fischi dei commentatori ai vari livelli. Un ulteriore segnale che la pandemia ha fatto maturare ulteriore egoismo sociale anziché maturare una coscienza nuova… Proposte che guardino avanti a recuperare diseguaglianze sempre più insopportabili ben vengano! Nessuna marcia indietro, nessun rinvio alla prossima legislatura… Non sarà facile, ma è questo che va fatto…

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