“Noi non abbiamo il dovere morale di accoglierli,
ripetiamocelo. Ma abbiamo il dovere morale
di aiutarli davvero a casa loro”
(Matteo Renzi)
Io credo che bisogna fare molta attenzione alle parole che pronunciamo e a quanto affermiamo su quanti cercano di ‘ancorare’ sulle nostre coste per chiedere aiuto. Negli ultimi sbarchi si registrano alte presenze di donne, di minori e di giovanissimi e sono persone sempre più annientate dal dolore e dalla fatica, ma hanno una testa ed un cuore e quindi ragionano… Come cercano di imparare e comprendere la lingua, intendendo ciò che gli viene insegnato, allo stesso modo possono comprendere anche altro. E se ciò che palesiamo in termini di sentimenti: è avversione, disgusto, schifo, odio, rigetto o al massimo pietismo, dobbiamo tener conto e sapere che stiamo trasmettendo e coltivando sentimenti uguali e contrari. Queste giovani vite non sanno come e cosa sarà della loro vita e del loro futuro, sono come noi, come i nostri ragazzi e giovani Italiani, Europei, ma con un’aggravante, provengono da un mondo di violenza, di torture, di paura, di assenza di libertà. Se il nostro atteggiamento è quello del rifiuto ed innalzamento di muri, se li consideriamo diversi da noi o addirittura non persone umane ma “l’uomo nero” da cui devi stare in guardia (la storiella che tutti conosciamo perché raccontataci da piccoli per farci stare buoni e bravi, la stessa storiella “dell’uomo bianco” è raccontata anche a loro), se li disprezziamo, li sottovalutiamo… c’è la reale possibilità di avere in cambio la stessa moneta! E se a tutto questo ci aggiungiamo la possibilità che siano avvicinati da estremisti fondamentalisti, ecco che questi ultimi scoprirebbero un bel terreno fertile su cui innestare, piantare e far germogliare l’esplosione del loro sentirsi differenti e dissimili. Gli autori delle stragi, quella avvenuta sulla Promenade des Anglais a Nizza e la barbara uccisione di Padre Jacques Hamel, sacerdote cattolico sgozzato in una chiesa di Rouen in Normandia, ci dovrebbero far riflettere perché i crudeli responsabili di tanta violenza sono diventati jihadisti in pochissimo lasso di tempo. In attesa dello sviluppo delle indagini su tutte le zone “oscure” che le tragedie portano con sé, resta il fatto che alimentare l’insofferenza, il rifiuto, l’intolleranza nei confronti di queste persone accresce il rischio di deviazioni. Forse dovremmo mettere in conto di più questi aspetti. In nome della sicurezza non possiamo fomentare gli animi con le armi dell’odio e dell’indifferenza, perché la sicurezza si realizza con situazioni che favoriscano la convivenza, il rispetto reciproco e le pari opportunità sociali e politiche… Succede all’uomo quello che succede al vino quando diventa grappa: passa per un alambicco organizzativo. Non è più vino, è un’altra cosa: più utile forse, più qualificata, ma non è vino! Per l’uomo è lo stesso: l’uomo passa per questo alambicco e finisce – e questo lo dico sul serio! – per perdere l’umanità e diventa uno strumento del sistema, sistema sociale, economico, sistema dove spadroneggiano gli squilibri. Quando l’uomo perde la sua umanità, che cosa ci aspetta? Avviene quello che a me viene di dire nel linguaggio comune: una politica, una sociologia, un atteggiamento “dello scarto”: si scarta quello che non serve, perché l’uomo non è al centro delle nostre attenzioni… nemmeno noi pensiamo più a noi stessi come uomini. E quando l’uomo non è al centro, c’è un’altra cosa al centro (economia, denaro e ricchezza) e l’uomo è al servizio di quest’altra cosa. L’idea è quindi salvare l’uomo, nel senso che torni al centro: al centro della società, al centro dei pensieri, al centro della riflessione. Portare l’uomo, un’altra volta, al centro – lo dice ormai – voce solitaria – solo Papa Francesco. Chiarisco: io non sono credente, io non sono mai stato per una immigrazione indiscriminata… e non lo sono certo oggi. Capisco persino che la politica sempre più senza idee e pressata da continue emergenze… semplifichi il suo linguaggio e usi ormai parlare solo con slogan propagandistici, nel tentativo di attrarre a se qualche pezzettino dell’elettorato, in un crescendo di competizione sempre più divisiva… Ma, attenzione… quelle parole sono sbagliate e non condivisibili. Non aiutano ad affrontare un problema sicuramente complesso com’è quello dell’immigrazione oggi… Occorre rimettere l’Uomo al centro, proprio per non perdere in Umanità… francamente è sempre più necessario e vitale …rimettere l’Uomo al centro, dei nostri ragionamenti sui vari problemi che ci assillano… occorre tenere a mente che se qualcuno sta per cadere non tendere la mano è soprattutto un gesto di disumanità… Mentre questa nostra umanità ha bisogno sempre più di umanità, ha bisogno di restare umana… se vogliamo salvaguardare il genere umano.
“E’ sempre tempo di Coaching!”
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