Politica: l’impressione che si ha ascoltando la Meloni è che il suo governo tira a campare in attesa che muoiano le speranze degli italiani…

La/Il presidente del Consiglio torna con una nuova puntata della rubrica social «Gli appunti di Giorgia», in occasione dei primi 100 giorni del suo governo chiede di essere giudicata tra cinque anni, ma non c’è una sola misura che finora abbia dato una spinta al Paese. Mentre le opposizioni continuano nel loro sonno letargico… «Gli italiani ci giudicheranno tra cinque anni», è il ritornello dei colonnelli di Fratelli d’Italia, slogan furbetto che sintetizza una precisa filosofia meloniana: «Il bilancio di questo lavoro, che è una maratona, non certo i cento metri, lo voglio tirare alla fine di questo percorso», tra cinque anni appunto. E quindi? Stiamo tutti zitti per cinque anni? Certo che il bilancio finale – come direbbe Catalano – si fa alla fine – ma la democrazia, che si fonda appunto sul giudizio del popolo, vive tutti i giorni, non si limita al giorno delle elezioni (tra parentesi, ci arriva a cinque anni, questo governo?). Nella loro idea semplificata del conflitto politico e del rapporto tra governanti e governati, i dirigenti di Fratelli d’Italia mal celano una certa insofferenza per la doverosa sottoposizione all’esame quotidiano dell’operato del governo, una specie di fateci lavorare di berlusconiana memoria senza l’allure manageriale di quella Forza Italia degli anni Novanta ma con la stessa prosopopea. La presidente del Consiglio ieri ha parlato dello spread che scende e della Borsa che sale strumentalizzando una condizione generale un po’ più favorevole di qualche mese fa: ‘Lo spread da 236 a 175 punti base in questi 100 giorni’. ‘L’Italia è in una situazione più solida di quanto alcuni dicono’, dice la premier in una puntata della sua rubrica social ‘Gli appunti di Giorgia’. Lo dice senza riconoscere che è più favorevole grazie alla politica economica seguita negli ultimi mesi del governo Draghi, peraltro, da lei non sconfessata, anzi. È merito del precedente esecutivo, infatti, aver trovato la strada giusta per sottrarsi al ricatto della Russia sull’energia, che era il motivo fondamentale della crisi dello scorso autunno con l’impennata dei prezzi del gas che adesso stanno drasticamente scendendo. Poi gli italiani lavorano, certo. La gente si dà da fare. I giovani si arrabattano. Ma Meloni non può rivendicare alcun merito di questo, non c’è una sola misura del governo che abbia dato una spinta al Paese. La sua logica è quella del tirare a campare, tanto si vedrà tra cinque anni, e per il momento non sarà certo questa opposizione divisa e litigiosa a impensierire la presidente del Consiglio. La maratona delle riforme? Ma dove, quali? Il presidenzialismo sta andando malissimo, l’autonomia differenziata è un pasticcio, la riforma della giustizia è stata rimessa nel cassetto. E la gente sa tutto, giudica adesso, non tra cinque anni, vede che nulla è cambiato, immagina che nulla cambierà, ma si tira avanti così, danni grossi in fondo questi non ne faranno. Per spezzare la monotonia di un’azione di governo scialba e confusa ci sarà sempre un Giuseppe Valditara (l’umiliazione per gli studenti è un fattore fondamentale nella crescita della personalità) o un Gennaro Sangiuliano (Dante è il fondatore del pensiero di destra italiano) a sparare qualche grossa “cazzata” per reggere lo spazio di un mattino prima di passare ad altro. E poi, di colpo, fanno la faccia feroce. A costo di far ridere il Paese, come con il decreto anti-rave, oppure di creare sconcerto come nel caso dell’anarchico Alfredo Cospito che sta fornendo l’occasione per seminare azioni violente in Italia e all’estero: «Lo Stato non tratta con chi minaccia», ha fatto sapere ieri Palazzo Chigi, rinverdendo le parole adoperate nel 1978 all’epoca del rapimento di Aldo Moro. Si discute ancora oggi se la famosa linea della fermezza allora fu moralmente lecita e politicamente giusta: ma eravamo in tutt’altro contesto, con lo Stato messo alle corde da sé stesso e da quel piccolo esercito di assassini. Il caso Cospito è completamente diverso. È un condannato al 41 bis, una sorte che egli contesta con uno sciopero della fame che lo può portare alla morte. Non vorremmo un’altra “morte accidentale di un anarchico” per quanto colpevole di atti gravissimi. Piercamillo Davigo ha fatto spallucce con un cinismo che fa venire i brividi: «Altri detenuti in sciopero della fame sono morti». Ecco qui, un governo sostanzialmente immobile e quindi inutile… Di Matteo Salvini si sono perse le tracce e, se non fosse per i tristi pastoni del tg che propinano in continuazione Alessandro Cattaneo e Licia Ronzulli nessuno si ricorderebbe dell’esistenza di Forza Italia. Gli italiani, sono sempre più spaventati e preoccupati, alle prese con una quotidianità difficile e una economia familiare sempre più difficile, se com’è vero Nel 2022 sono andati bruciati miliardi di risparmi delle famiglie per mantenere il tenore di vita. I dati di Confesercenti indicano in 41,5 miliardi di risparmi quelli utilizzati dagli italiani per mantenere lo stesso tenore di vita, quanti gliene serviranno nel 2023? Non crescono i salari e pensioni mentre diminuiscono i servizi: per una Tac bisogna stare in lista d’attesa tre mesi… sono in corso più di un centinaio di crisi aziendali con qualche migliaio di posti di lavoro messi in discussione e, l’elenco dei problemi è molto lungo… «anche prima, del governo Meloni esistevano questi problemi», vero, ma almeno se ne parlava e le critiche fiorivano… due partiti dell’attuale maggioranza governavano assieme a quelli che oggi siedono all’opposizione… e la Meloni che era con i sui Fratelli d’Italia l’unico partito che mai aveva governato… non faceva giornalmente sconti a nessuno… Ora assistiamo alle schermaglie giornaliere tra i tre partiti al governo e ad un lavorio quotidiano per dire che tutto è a posto e che l’azione di governo va misurata sul tempo della legislatura che sono cinque anni… ma gli italiani le difficoltà le incontrano oggi e le subiscono da ieri… il governo Meloni è il risultato elettorale che viene da un’opposizione di lungo periodo (un proviamo anche questi) …vediamo se risolvono qualcosa arrivano dall’Europa altri soldi del Pnrr, ma non dovevano fare un cronoprogramma? Invece solo contraddittori annunci qualche decreto e soprattutto grandi “rinculi” e retromarce… i problemi sono urgenti ma noi li risolveremo nei prossimi 5 anni, lasciateci lavorare e ci cantano la canzone: «nessuno mi può giudicare nemmeno tu!» ma non è così che ha funzionato fino ad ora… cos’è cambiato? Haaa… è cambiato il governo e oggi di è destra… e gli italiani si devono attrezzare… giacché si può finanche sopportare, un governo “di destra” …visto che si dice che ha sempre governato la sinistra… sarà ma questa cosa qui mi pare proprio una grande “balla”…sbaglio io?

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