Politica: Renzi dopo la Leopolda… un uomo solo al centro

“Grande Centro? Per fare cosa? Nun me ne pò fregà de meno… Del centro di Renzi non me ne frega nulla”. Carlo Calenda nell’intervista al Corriere di della Sera di qualche giorno fa,  rimarca così la sua posizione rispetto alla proposta fatta dal leader di Italia Viva alla Leopolda. Smorzando così, sul nascere, ogni tentativo di convergenza. “Renzi faccia quello che gli pare. Vada in Arabia Saudita, faccia il centro con Toti e Brugnaro, suo zio e suo cugino. Noi facciamo progetti seri. Noi facciamo altro”, rincara la dose il leader di Azione. Non proprio una risposta positiva, alla proposta lanciato da Renzi sul palco della Leopolda… altro che: “Non riesco a capire come alle prossime elezioni politiche potremo andare divisi, mi sembra impossibile” così rivolgendosi a Enrico Costa. A sentirlo parlare  Calenda sembra della tesi opposta. Porta chiusa in faccia (almeno per il momento). E questo è solo uno degli indizi del fatto che questo progetto del nuovo grande centro rischia di naufragare a poche ore dalla nascita. C’è un problema di temi importanti,  che vanno ben oltre le forbite citazioni di Hannah Arendt… e c’è sicuramente anche un problema di leadership… Quanto sia una suggestione e quanto un’ipotesi concreta non è dato saperlo ancora. L’impressione immediata è quella, che nessuno dei possibili partner di Renzi, apprezzi il modo di far politica dell’ex Premier… quel “costruire demolendo” tipico del rottamatore per eccellenza… quel tono “corsaro” della sua verve. In concreto, a sentire le reazioni dei soggetti che Renzi vorrebbe come alleati, c’è la possibilità che la proposta di costruire questo soggetto nuovo di un grande Centro resti fermo sulla linea di partenza. Non usano tutti gli stessi toni di Calenda, ma neanche si lanciano a esternazioni di entusiasmo e di giubilo gli altri possibili attori di questo nuovo Centro pensato da Renzi. Con le dovute sfumature – e fatta l’eccezione dell’Udc – la linea è: il contenitore potrebbe anche andare, ma cosa ci dici dei contenuti? Perché il timore dei potenziali alleati è che questa trovata di Renzi sia funzionale solo al raggiungimento di una percentuale dignitosa alle elezioni, e che non sottenda altro che il solito Renzi che guarderebbe anche a pezzi di Forza Italia (Carfagna, comunque ancora tace) ma le perplessità e i distinguo arrivano anche da parte degli altri due schieramenti a cui Renzi guarderebbe: +Europa e Coraggio Italia. Un invito a parlare di contenuti più che di un nuovo contenitore arriva da Riccardo Magi, deputato e presidente di +Europa. Per il presidente di +Europa sarebbe necessario intendersi anche su cosa significa Centro: “Se vuol dire moderatismo, io sono un radicale, quindi lontano da questo concetto. Inoltre, il rischio è che, messo in questi termini, non sia neanche un modo per riavvicinare al voto chi alle urne non va più”. Mentre, l’Udc che è da sempre al centro chiarisce: “…noi siamo innanzitutto europeisti e filo atlantisti, questa è una condizione imprescindibile. Ovviamente il ‘Centro’ è la nostra casa, anche se questa casa la stiamo già pensando e costruendo da tempo nell’ambito del Centrodestra che, se vuole essere affidabile non deve solo vincere le elezioni… Ribadiamo il nostro categorico disinteresse a operazioni di palazzo e raccogliticce”. Ed ecco la linea di Coraggio Italia: “Se c’è un progetto, forse. Se è solo una questione di numeri, anche no”. Noi siamo interessati al confronto effettivo, che non abbia una dimensione tattica o numerica. Perché se l’unico obiettivo è raggiungere il 10%, vorrei ricordare che chi si pone questo proposito spesso non solo non ottiene il risultato algebrico ma neanche quello politico”; così dice ad Huffpost Gaetano Quagliariello, senatore e vicepresidente di Coraggio Italia, la formazione di centrodestra – 24 deputati, sette senatori – a cui appartengono anche il presidente della Regione Liguria Giovanni Toti e il sindaco di Venezia, Luigi Brugnaro. Più che a un nuovo soggetto, Quagliariello guarda al centrodestra. Se Calenda sbarra la porta, Quagliariello la lascia socchiusa. “La pandemia ha portato a nuovi scenari politici, economici e sociali. In questo contesto non si possono escludere cambi negli schieramenti. Ad ogni modo noi siamo interessati a un dibattito, anche al centro, solo se è un dibattito vero – o ci si muove d’anticipo altrimenti il progetto muore prima di nascere”. Orbene, se l’intenzione di Matteo Renzi era dispiegare le vele di questo nuovo progetto immediatamente con il vento in poppa, prima di salpare dovrà controllare bene di non avere a bordo solo i soliti tre amici e nessun altro… se fosse così la sua nave sarebbe  definitivamente ferma e in disarmo…

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