Politica: si parla tanto di Democrazia. Ma quanti Paesi sono davvero democratici?

Pochi. Anzi pochissimi. Almeno secondo il Democracy Index, l’analisi condotta periodicamente dall’Economist Intelligence Unit (EIU) che misura lo stato della democrazia in 167 paesi, di cui 164 membri delle Nazioni Unite. Pubblicato per la prima volta nel 2006, utilizza 60 indicatori riuniti in cinque categorie e poi utilizzati mediante una media ponderata per classificare i vari paese in quattro tipi di regime: democrazie piene, democrazie imperfette, regimi ibridi e regimi autoritari. Negli ultimi anni (2020/2021) solo 22 paesi sono stati classificati come “democrazie complete”. Ai vertici della classifica, come ormai abitudine, molti paesi scandinavi: primo fra tutti la Norvegia, che ha ottenuto un punteggio di 9.87/10, poi l’Islanda (9.58) e la Svezia (9.39). Al quarto posto la Nuova Zelanda seguita da un altro paese scandinavo: la Finlandia, che ha scalato ben tre posizioni. Le democrazie complete sono quelle in cui le libertà civili e le libertà politiche fondamentali sono pienamente rispettate ed esiste una cultura politica compatibile con l’adesione a principi democratici che la mettono sotto pressione. Ma non basta: questi paesi hanno un sistema legittimo di controlli e contrappesi governativi e un sistema giudiziario veramente indipendente. Qui i governi funzionano adeguatamente e i media sono indipendenti. Buona la performance anche di Canada, anche questo paese si trova nel primo gruppo) con Australia e Danimarca. Ancora nel primo gruppo ma con un rating più basso molti paesi dell’Europa occidentale. Tra questi non c’è l’Italia, che ha ottenuto un punteggio che la pone tristemente al 35mo posto della classifica, nel secondo gruppo, quello delle “democrazie imperfette”. A pesare sul giudizio della democrazia del Bel Paese soprattutto gli indici relativi al “funzionamento del governo” e alla “cultura politica”: nel 2019, secondo i valutatori le performance dell’Italia sono state paragonabili a quelle di paesi come la Lettonia, la Slovenia o la Lituania. E peggiori rispetto a paesi come Estonia o Botswana o Taiwan… Magra consolazione quella di trovare nello stesso gruppo, quello delle democrazie imperfette, anche paesi come il Giappone (le dimissioni del premier sono un segno che qualcosa non va nel paese del Sol Levante), Malta, Belgio e perfino i “paladini della democrazia”, gli Stati Uniti d’America, che hanno raggiunto un punteggio elevato solo nell’indicatore “processo elettorale e pluralismo”. Specie considerando che il vicino Canada si è piazzato una ventina di posizioni più in alto nella classifica, nel primo gruppo. A sorprendere la posizione di molti paesi europei nel terzo gruppo, quello definito dei “regimi ibridi”. A cominciare dall’Ucraina, e poi la Macedonia del Nord, la Moldova e il Montenegro. In fondo alla classifica, tra i paesi con i valori più bassi per rispetto della democrazia, vi sono la Corea del Nord (con 1.03/10), seguita dalla Repubblica Democratica del Congo (1.13) e dalla Repubblica Centrafricana (1.32), preceduti dalla Siria e dal Chad. Alcuni di questi paesi hanno ottenuto un impietoso O nella valutazione di alcuni parametri. Zero in “processo elettorale e pluralismo” anche per l’Arabia Saudita che si trova in fondo alla classifica al 159mo posto, poco al di sotto degli Emirati Arabi Uniti, che non sono andati oltre il 145mo posto. Ma se questi paesi non aspirano certo ad essere considerati delle “democrazie”, altri invece si professano democratici e basano la gestione della cosa pubblica proprio sulla partecipazione del popolo. Almeno sulla carta (costituzionale). Paesi come la Cina, finita al 153mo posto con punteggi bassi in tutti gli ambiti e tra i paesi che hanno perso più posizioni. I valutatori hanno classificare il governo cinese come “autoritario”. Poco al di sopra, ma ancora nella classe dei governi “autoritari”, la Russia al 134mo posto, a pari merito con la Repubblica del Congo. Un dato che la dice lunga. Sorprendente il risultato dell’India: al 46mo posto tra le democrazie imperfette, poco sotto l’Italia!. Un dato dovrebbe far riflettere. Quello sulla popolazione mondiale: appena il 5,7 per cento degli abitanti del pianeta vive in paesi in cui c’è una vera democrazia. Al contrario il 35,6% vive in paesi considerati autoritari. Ma l’aspetto più interessante forse è che la performance dei paesi nel loro complesso è diminuita: il valore medio dell’indice è la più bassa dal 2006, anno in cui venne utilizzato questo sistema per valutare la “democrazia” nel mondo. E il fatto che in molti paesi, Italia inclusa, si sia parlato poco e per niente di questo dato e della performance ottenuta è indicativo. E dovrebbe far riflettere i cittadini sul significato di “democrazia”. l Democracy Index (Indicatore di Democrazia) è un grado calcolato dal settimanale The Economist che esamina lo stato della democrazia in 167 paesi. Questo viene quantificato dall’Economist Intelligence Unit Index of Democracy che si concentra su cinque categorie generali: processo elettorale e pluralismo, libertà civili, funzione del governo, partecipazione politica e cultura politica. Le nazioni sono divise in quattro categorie: “Democrazie complete”, “Democrazie imperfette”, “Regimi Ibridi” e “Regimi autoritari”. Secondo l’indagine del 2021, la Norvegia ottiene il risultato più alto con un punteggio di 9,75 su una scala da 0 a 10, mentre l’Afghanistan ottiene il risultato più basso con un punteggio di 0,32. L’Italia si posiziona 31ª con un punteggio di 7,68 in cui risulta come una nazione in cui vige una democrazia imperfetta. Come descritto nel report, il Democracy Index è una media ponderata basata sulle risposte a 60 domande, ognuna delle quali ha due o tre alternative risposte permesse. Molte delle risposte sono “valutate da esperti”; il report non indica il tipo di esperti, né il loro numero, né se gli esperti sono impiegati dal The Economist o ad esempio studiosi indipendenti, né la nazionalità degli esperti. Alcune risposte sono fornite dall’esame dell’opinione pubblica emergente da sondaggi nei rispettivi paesi. “Nel caso di paesi per i quali manchi un sondaggio, questo viene ricavato da paesi simili e la valutazione degli esperti viene usata per chiarire i punti oscuri.” Le domande sono distribuite nelle cinque categorie sopra indicate. Ogni risposta è pensata per ottenere un risultato di 0 o 1, o 0,5 nel caso le possibili risposte siano tre. Con le eccezioni riportate sotto, il risultato viene sommato per tutte le risposte in una categoria, moltiplicato per 10 e diviso per il numero delle domande della categoria. Ci sono alcuni modificatori, spiegati più precisamente del metodo principale. In alcuni casi una risposta che ottenga 0 invalida un’altra domanda; ad esempio, se le elezioni in una nazione non sono considerate “libere” (domanda 1), allora la domanda successiva, “Le elezioni… eque?” non è considerata, ma automaticamente risulta essere 0. Allo stesso modo, ci sono alcune domande considerate così importanti che un basso punteggio in questa causa una penalità al totale punteggio della loro categoria, riguardanti: “L’equità e la libertà delle elezioni”; “La sicurezza degli elettori”; “L’influenza di poteri o governi stranieri”; “La capacità dei funzionari di attuare modifiche”. Dagli indici delle cinque categorie, tutti mostrati nel report, viene poi calcolata la media che fornisce il Democracy Index della nazione. Infine, questo decide la classificazione della nazione in questo modo: Democrazie complete (punteggio da 8 a 10): sono nazioni dove le libertà civili e politiche di base non solo sono rispettate, ma anche rinforzate da una cultura politica che contribuisce alla prosperità dei principi democratici. Queste nazioni hanno un valido sistema di pesi e contrappesi di governo, una magistratura indipendente le cui decisioni vengono imposte, governi che funzionano in maniera adeguata e media che sono diversificati e indipendenti. Queste nazioni hanno problemi limitati nell’ingranaggio democratico. Democrazie imperfette (punteggio da 6 a 7,99): sono nazioni dove le elezioni sono libere e le libertà civili di base sono rispettate, ma possono avere dei problemi (ad esempio violazione della libertà d’informazione). Nondimeno, queste nazioni hanno delle significative falle in altri aspetti democratici, inclusi una cultura politica sottosviluppata, bassi livelli di partecipazione nella vita politica, e problemi nel funzionamento del governo. Regimi ibridi (punteggio da 4 a 5,99): sono nazioni dove avvengono puntualmente significative irregolarità nelle elezioni che non sono quindi libere. Queste nazioni comunemente hanno governi che mettono pressione all’opposizione, una magistratura non indipendente e una corruzione estesa, pressione sui media, debole principio di legalità e falle più pronunciate delle democrazie imperfette nel campo della cultura politica sottosviluppata, bassi livelli di partecipazione politica e problemi nel funzionamento del governo. Regimi autoritari (punteggio inferiore a 4): sono nazioni dove il pluralismo politico è assente o è estremamente limitato. Queste nazioni sono spesso dittature assolute, possono avere qualche istituzione convenzionale propria di una democrazia ma di scarsa rilevanza; le violazioni e gli abusi sulle libertà civili sono all’ordine del giorno, le elezioni (se ci sono) non sono assolutamente libere, i media sono spesso controllati dallo Stato o da gruppi associati al regime, la magistratura non è indipendente, la censura è onnipresente e sopprime ogni critica che interessi il governo. Il report discute anche altri indici di democrazia, come definiti ad esempio da Freedom House, e discute alcune delle scelte compiute dal team di The Economist. Ad esempio, in questo esame è stata data una maggiore enfasi all’opinione pubblica e ai suoi atteggiamenti, misurata da pubblici sondaggi, ma gli standard economici di vita non sono stati considerati un criterio di democrazia (come altre indagini hanno fatto). Il report è largamente citato da numerose testate giornalistiche e da pubblicazioni accademiche in revisione paritaria.


Anno 2021

Tipo di regime                    Punteggio      N. Nazioni      Nazioni (%)     Pop. mond. (%)

Democrazie complete        da 8.1 a  10            21             12.6%                  6.4%

Democrazie imperfette      da 6.1 a    8            53              31.7%                39.3%

Regimi ibridi                       da 4.1 a    6            34              20.4%                27.2%

Regimi autoritari                da 0 a       4            59              35.3%                37.1%             

Alla fine, i Paesi democratici sono solo 74 e l’Italia viene dopo il Botswana…

 


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