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C’è da rimanere tramortiti da questa orgia di superlativi, che a reti unificate (Rai ed emittenti private) in un’agiografia da Istituto Luce fanno di Silvio Berlusconi. L’intero Paese si sarà chiesto ieri, durante un’interminabile maratona informativa (si fa per dire) dai toni della beatificazione laica, per quale diavolo di motivo a un uomo celebrato in punto di morte come un padre della Patria e uno statista di rara fattura, un’istituzione del giornalismo mondiale come la britannica Bbc abbia dedicato un assai più asciutto “obituary” in cui lo si definiva più sinteticamente: “un esuberante miliardario ed ex primo ministro italiano sopravvissuto a scandali sessuali e accuse di corruzione” (e a una condanna definitiva per frode fiscale, ricordo io). Credo a meno di non voler concludere, che la ragione di tutto ciò, stia nella diversa percezione del rispetto che si deve sempre a chi muore, altrimenti non resta che maledire la perfida Albione, la risposta vera sta proprio in quel “divorzio dal principio di realtà e nella sua costante manipolazione ad uso politico” che proprio il ‘ventennio’ berlusconiano ha trasformato in cifra del discorso pubblico. D’altronde, ricordo a tutti, che il nostro Parlamento, certificò con un suo voto che Karima El Mahroug, all’opinione pubblica nota come “Ruby rubacuori”, era “effettivamente” la nipote di Hosni Mubarak Ex Presidente dell’Egitto. È così che la dismisura del ventennio berlusconiano si è riproposta nel racconto del suo ultimo atto. E questa volta non per mano del suo divisivo protagonista, ma del solito mediocre e interessato coro che, con il cordoglio e con la storia recente di questo Paese… e mi permetto di sottolineare, persino con la vicenda personale e politica di Silvio Berlusconi non hanno nulla a che fare…

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