In questo scandalo dello stadio romano che trasversalmente trapassa tutti i partiti da destra a sinistra, vediamo prosperare la corruzione, anzi questa volta la corruzione è addirittura “preventiva” essendo arrivata prima ancora dell’inizio dei lavori… Inutile, dichiararsi sorpresi. Facile la domanda: da dove prende i soldi per fare politica il M5S? Formalmente il Movimento 5 Stelle rinuncia ai contributi di Stato, come nel caso dei 42 milioni dei rimborsi pubblici. Ma ha creato un sistema di introiti pulviscolari pieni di anonimi, sigle, voci opache e fittizie spesso difficili da ricostruire. Le entrate sono quindi svariate, a partire dalle sottoscrizioni per singoli eventi, ma per grandi linee: ci sono quelli raccolti dall’Associazione Rousseau; i contributi ai gruppi di Camera e Senato; gli stipendi dei parlamentari; le sottoscrizioni per singoli eventi, come la kermesse annuale; e quelli – ma quest’ultimo è più un postulato che un numero – che provengono dall’intreccio blog-rete-Casaleggio Associati, e che danno luogo a una domanda tanto frequente quanto inevasa: gli introiti per la pubblicità per i link che rimandavano al sito beppegrillo.it che fine hanno fatto? Lo chiese pure l’amata Milena Gabanelli, nel lontano 2013, ottenendo come risposta un laconico e offeso “non vanno certo a finanziare il M5S”. E la lega? Non è certo nuova alle cronache per l’uso ‘spregiudicato’ delle risorse economiche: “Salvini deve ancora spiegare agli italiani come la Lega abbia saputo essere protagonista, in un colpo solo, della truffa delle quote latte pagata dagli italiani 4.5mld e di Credieuronord. La banca della Lega fatta fallire nella disperazione dei correntisti. Troppo facile giustificare che questa non è la stessa Lega …avendo tolto dal logo del partito ‘Nord’. Così come non centra nulla con lo scandalo dello Stadio della Roma e con il mondo di Lanzalone e Parnasi e i “nuovi” finanziamenti di 200mila euro ‘regalati’ dall’azienda di quest’ultimo. Ministro Salvini, dica la verità sui soldi della Lega, è vero che come sostiene l’Espresso che arrivano da Parnasi e che il “tesoretto” a suo tempo scomparso sta in Lussemburgo? Nel nostro Bel paese tra le poche cose che prosperano, c’è un diffuso affarismo pieno di intrecci tra politica tangentista e imprenditoria malata. Nonostante un radicale cambio di classi dirigenti. La questione vale anche per il PD di Renzi, non certo estraneo ad un ambiente lobbistico a partire dalle province toscane. E oggi con un uomo del PD anch’esso coinvolto nell’ “affaire” Stadio della Roma, con buona pace del Presidente della squadra della capitale James Pallotta e dei tifosi romanisti. Siamo quindi di nuovo davanti a una pratica alquanto discutibile della vantata (solo a parole) trasparenza, mentre l’esercizio dei finanziamenti “occulti” ai partiti politici travolge assieme alle competenze mancanti questi “nuovi governanti”. Che dire di Parnasi? Che invece di stare attento al mercato immobiliare, spende tempo e denaro, gloriandosi di pagare tutti, e alla fine non trattenendosi si lascia andare a: “Il governo lo sto a fare io”. Un Di Maio che conferma: “si, Lanzalone l’abbiamo premiato noi con la presidenza dell’Acea per il buon lavoro ‘tecnico’ fatto a Livorno. E un Salvini, che tra un blocco dei porti anti sbarchi immigranti e le invettive contro Bruxelles e la UE, alla domanda se conosceva Parnasi, risponde candidamente la stessa mattina dell’arresto del costruttore: «Lo conosco personalmente. L’ho conosciuto allo stadio, e mi è sembrata una persona per bene… ma, se ha sbagliato dovrà pagare!» E alla domanda, sapeva che Giorgetti si era visto a cena con Lanzalone e Parnasi? «…non ho mica l’agenda di Giorgetti!» Non vi pare “straordinariamente” …straordinario? Dove sta un minimo di rispetto per l’intelligenza del popolo sovrano? Raccontandoci le loro falsamente “ingenue frottole” forse pensano, che il popolo – più che altro – come si suol dire: …sia bue!
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