Sempre aperto il cantiere previdenza…

Come si suole ricordare in natura: “nulla si crea, nulla si distrugge, tutto si trasforma”.
Tra precari, usurati, esodati e precoci ora arriva il pensionato con il mutuo, non senza il rischio di aumentare lo sconcerto nel lavoratore medio.
Si sa in tempi di scarsità di risorse occorrono nuove idee creative, ma è ormai a tutti chiaro che solo con i “giochi di prestigio” le risorse non aumenteranno…
Nel registrare positivamente i tentativi del governo di mettere qualche toppa a una riforma del 2011 frettolosa e iniqua, la prima questione da affrontare nel cantiere previdenza è avviarne una riforma strutturale.
Non sappiamo quanti si involeranno con l’Ape, ma la misura sposta solo in là l’asticella e non blocca il meccanismo infernale: che è la doppia indicizzazione. Non si può lasciar crescere senza fine la speranza di vita (vecchiaia) e anche l’anzianità contributiva.
Delle due, una va fermata. Altrimenti la prima scivolerà verso i 70 anni e oltre, la seconda verso i 43 anni di contributi e oltre.
La seconda questione è liberare risorse per la previdenza complementare. E’ l’ultima chiamata per il cuneo fiscale: non si può risparmiare risorse da destinare ad altre forme di previdenza se gli stipendi sono troppo bassi. Ricordiamoci che sono già quasi due milioni i lavoratori che hanno smesso di versare le rate della pensione integrativa.newimage
La terza questione è quella di evitare il rischio di collisione tra pensioni, assistenza e welfare.
Sono canali che rispondono a logiche diverse e vanno tenuti separati, altrimenti si sconfina nel calderone dell’assistenza, che è il limbo della povertà.
Sono molti gli intermittenti tra i giovani e le donne, e il contributivo non li salverà. Ma il debito pubblico è all’asfissia e non può più tollerare nuove irresponsabilità.

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