Salvini è sempre più in bilico più esattamente la sua leadership è sempre più in bilico… anche Meloni è in difficoltà, non solo per aver proposto candidati dimostratisi inadatti come Michetti a Roma, ma per l’emergere nel gruppo dirigente di FdI, di nostalgici del Duce e addirittura di Hitler (inchiesta Fanpage). Al voto, vanno oltre 12 milioni di elettori chiamati alle urne tra comunali, suppletive e regionali. Partono le tanto chiacchierate e battagliate elezioni. Che saranno un test soprattutto per i partiti e per i loro leader, ai tempi del governo “dei responsabili” o di “unità nazionale” com’è stato definito, quello guidato dal Presidente del Consiglio Mario Draghi e che coinvolge quasi tutto l’arco parlamentare. Esattamente sono 12 milioni e 147.40 gli elettori chiamati alle urne distribuiti in 14.505 sezioni. Si vota per il rinnovo di 1.192 amministrazioni comunali, per le suppletive della Camera e le regionali in Calabria. I seggi hanno aperto alle 7:00 di stamattina e chiuderanno alle 23:00 di stasera; riapriranno domani alle 7:00 e chiuderanno alle 15:00. Mai come questa volta il voto delle amministrative sarà carico di conseguenze sugli equilibri e sulle alleanze. A destra come a sinistra. Gli ultimi sondaggi (fermi al 18 settembre) – infatti sono proibiti negli ultimi 15 giorni di campagna elettorale – consegnano già una fotografia diversa rispetto a quelli di luglio. Ieri e oggi sono ben 1349 i comuni che dovranno rinnovare sindaci, giunte e consigli comunali. Di questi, 21 sono capoluoghi di provincia e sei di regione. Vanno al voto anche la Regione Calabria e due collegi uninominali per la Camera, Siena e Roma-Primavalle. È il primo voto (per il 50% degli aventi diritto in Italia) dopo un anno e mezzo di pandemia e dopo la nascita del governo Draghi che ha arruolato la Lega e Forza Italia ma non Fratelli d’Italia, creando così un centrodestra di governo e una destra di opposizione… Tutti elementi, a cui va aggiunta la mission del Pnrr e l’investimento di 220 miliardi, più che sufficienti per fare di questa tornata elettorale la cartina di tornasole per quel laboratorio in continua evoluzione che è la politica italiana. Dicevo che gli ultimi sondaggi consegnano una fotografia diversa da quella di luglio. In piena estate, il centrodestra, che al momento governa solo a Trieste (tra le sei città capoluogo di regione) e in Calabria, era dato vincente a mani basse a Torino, Roma e Napoli. Incerta era Milano e saldamente in mano al centrosinistra solo Bologna. Insomma, fissata a sette l’asticella della posta in gioco (i sei comuni capoluogo di regione e la regione Calabria), il centrodestra era candidato a stravincere 5 a 2. I sondaggi ci consegnano ora una situazione ribaltata con un possibile 5 a 2 o 4 a 3 per il centrosinistra più o meno alleato con i 5 Stelle. Il centrodestra dovrebbe vincere a mani basse in Calabria e a Trieste ma è clamorosamente sotto a Bologna, Napoli e Milano, ed è impegnato in durissimo testa a testa a Torino e a Roma, le due “capitali” conquistate nel 2016 del Movimento 5 Stelle e dove non è stato in alcun modo possibile per Letta e Conte stringere alleanze. Quindi le sfide più calde e più chiacchierate sono quelle per i grandi centri. Roma, Milano, Napoli, Torino, Bologna. Partite importanti per tutti i partiti e le coalizioni di fatto o presunte. Il centrodestra si presenta sempre unito ma che nelle ultime settimane è stato attraversato da crisi interne ai partiti (le tensioni Salvini-Giorgetti nella Lega), dichiarazioni incrociate (l’intervista, smentita, di Berlusconi alla Stampa) e casi mediatici (Luca Morisi per il Carroccio, l’inchiesta Lobby Nera di Fanpage per Fratelli d’Italia). Il cosiddetto “asse giallorosso”, ovvero tra Pd e M5s, come nel governo Conte 2, decolla intanto solo a Bologna e a Napoli. Nelle altre forse si verificherà al ballottaggio. Primo banco di prova sul territorio anche per l’ex premier e nuovo leader del Movimento 5 Stelle Giuseppe Conte, protagonista di bagni di folla nelle ultime settimane di campagna elettorale instancabile su e già per lo Stivale. La madre di tutte le battaglie è Roma. Se le cose dovessero evolvere come dicono i sondaggi, il centrodestra dovrà gestire una sconfitta che costringerà la coalizione ad un poderoso tagliando. E riflessione. A Roma sono state presentate 39 liste. Sei per la sindaca uscente del Movimento 5 Stelle Virginia Raggi. Sette per l’ex ministro dell’economia Roberto Gualtieri, Partito Democratico. Sei anche per il candidato del centrodestra Enrico Michetti. L’outsider che ha infiammato la campagna elettorale è Carlo Calenda, ex ministro allo Sviluppo Economico. A Milano il primo cittadino uscente Beppe Sala schiera otto liste. A provare a insidiare quello che sembra ormai un fortino della sinistra il candidato della destra Luca Bernardo e quella del Movimento 5 Stelle Layla Pavone. Tra i candidati anche un no vax della lista del Movimento 3V. A Napoli sono sette i candidati sindaco dopo i dieci anni di amministrazione di Luigi de Magistris, candidato alle regionali in Calabria. Tra questi Gaetano Manfredi (Pd e M5s), Catello Maresca (centrodestra), l’ex sindaco e governatore Antonio Bassolino, l’ex assessore Alessandra Clemente, Matteo Brambila (ex 5s). Non manca neanche qui un candidato del M3v. Diciannove le liste presentate a Bologna, a sostegno di otto candidati. Matteo Lepore, sostenuto da Pd e 5s, schiera, oltre alla sardina Mattia Santori, la professoressa di Patrick George Zaki, lo studente egiziano dell’università di Bologna detenuto da febbraio 2020 al Cairo in condizioni disumane, Rita Monticelli. L’avversario di centrodestra è Fabio Battistini. Il candidato Andrea Tosatto è sostenuto da 3V – Verità libertà. A Torino le liste sono 30 a sostegno di 13 candidati sindaco, tra cui Stefano Lo Russo per il centrosinistra e Paolo Damilano per il centrodestra e Valentina Sganga per il M5s. Tra le altre, anche qui spunta la 3V per la libertà vaccinale. Curiosità: nel più piccolo Comune italiano per popolazione (32 residenti), Monterone in provincia di Lecco, l’unica lista ritenuta valida per le elezioni è stata quella del Partito Gay per i diritti LGBT+. Il Pd e i 5s corrono insieme però in Calabria, dove si vota per il rinnovo della carica del presidente e del consiglio regionale, a supporto di Amalia Bruni. Gli altri candidati, sempre in area centrosinistra, sono Luigi de Magistris e l’ex governatore dem Mario Oliverio, mentre il centrodestra è compatto per Roberti Occhiuto. In questa tornata elettorale si svolgeranno anche le suppletive della Camera nei collegi uninominali 12-Siena della XII Circoscrizione Toscana e 11-Roma-Quartiere Primavalle della XV Circoscrizione Lazio 1… Vedremo domani sera, quale sarà l’esito e quale il partito o meglio lo schieramento che ne uscirà in vantaggio… e forse capiremo in prospettiva i vantaggi per il Paese…
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