Un mondo in confusione…

(parte seconda)

“La filosofia non serve a nulla, ma sappi che proprio perché
priva del legame di servitù è il sapere più nobile”

(Aristotele)

Di per sé la parola “confusione” indica uno stato di incomprensione, di cose che creando un miscuglio si fondono tanto da rendere indecifrabile il loro stare insieme. La cultura occidentale, fin dalle origini del logos, si è identificata come quella che tenta di dare ordine, di definire il cosmo dal caos primordiale, di rendere intellegibile il mondo, di dividere in categorie secondo somiglianza o differenza.
Un percorso che ha portato a numerosi tentativi di definizione del soggetto e alla ricerca metodologica del fondamento del sapere e del vivere comune. Eppure nel quotidiano non si è dissolto quel sentimento di disorientamento che con meraviglia aveva aperto gli occhi alla consapevolezza del proprio viver nel mondo.
Il senso della estraneità, il sentirsi straniero, lo smarrimento nel rapporto tra il proprio sé e lo spazio che ci circonda appare in tutta la sua drammaticità. Elementi che richiamano quella rappresentazione che Munch riuscì così bene a trasmettere come “Urlo”. Unire e separare sono termini che conducono da una parte all’omologazione, dall’altra a integralismi. La complessità sociale non può ridursi a semplici categorie soprattutto se si considera l’avanzamento dello sviluppo tecnologico rispetto a quello culturale e sociale. Con la necessità di un pensiero che cerca nuovi modelli concettuali in quello che è stato definito “postmoderno” si giunge ad uno stallo che rende  filosofico la paradossalità del vivere contemporaneo. “CON-fusione” vuole evidenziare nella parola stessa questa paradossalità: presi a sé stanti “con” e “fusione” uniscono, pongono e ricompongono un insieme, una forma, ma riuniti in un unico termine, paradossalmente, dicono tutt’altro. E, così, potremmo dire che «Un problema filosofico ha la forma: non mi ci raccapezzo». Ed è difficile districarsi dalla notevole mole di “confusioni” che ai nostri giorni, si sovrappongo a diversi livelli, restituendoci una pluralità di situazioni nelle quali l’uomo contemporaneo trova difficoltà a muoversi senza rimanervi oppresso. La vita, il Mondo hanno una  problematica intrinseca  e per questa problematicità che è anche etimologica (con-fusione), si presta, meglio di qualunque altra, a cogliere l’irriducibile problematicità del nostro tempo.

Viviamo quindi in un Mondo in confusione…

…fine

Cosa mi propongo con questo blog?  Di continuare a raccontare la realtà dal mio punto di vista. Il lavoro… così come situazioni di disparità e di ingiustizia sociale sono le condizioni umane alla quale ho dedicato gran parte della mia vita. Oggi, il crescere delle diseguaglianze sociali che aumentano il disagio esistenziale portando all’emarginazione tantissime persone necessita di avere spazi di confronto e discussione. Pertanto, cercherò di mettere in luce quegli spazi in cui la confusione, appunto, si fa più fosca e dove, paradossalmente, potrebbero nascondersi elementi di maggiore comprensione della realtà contemporanea. Di raccontare le contraddizioni del nostro tempo, tentando di colmare lacune di comprensione… Senza nessuna presunzione, aprire uno spazio di dialogo.

“E’ sempre tempo di Coaching!”

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