USA: L’AMERICA CHE CAMBIA

 

L’AMERICA CHE CAMBIA

Il presidente eletto Joe Biden presenta i membri del team economico e della comunicazione e chiede agli Americani di indossare la mascherina per i primi 100 giorni dal suo insediamento. E annuncia: “ho chiesto a Fauci di restare”.

U.S. President-elect Joe Biden speaks as he announces nominees and appointees to serve on his economic policy team at his transition headquarters in Wilmington, Delaware, U.S., December 1, 2020. REUTERS/Leah Millis

Dopo aver annunciato la scorsa settimana la squadra che guiderà la politica estera americana per i prossimi quattro anni, il presidente eletto Joe Biden ha presentato in questi giorni il suo staff per la comunicazione, tutto al femminile, e il team che lo affiancherà sui temi economici. Il nome più importante è quello di Janet Yellen come Segretaria del Tesoro. Se confermata dal Senato, Yellen diventerebbe la prima donna a ricoprire tale incarico, dopo essere stata anche la prima alla presidenza della Federal Reserve, dal 2014 al 2018. Rilanciare l’economia americana sarà una delle grandi sfide della prossima amministrazione che, infatti, non ha perso tempo ed ha già avviato il negoziato al Congresso per il varo di un nuovo pacchetto di aiuti economici.

Mentre la figura esperta e moderata di Yellen sembra convincere tutti, non sono poche le polemiche sul nome di Neera Tanden, ipotizzata come guida dell’Ufficio per la gestione e il bilancio. Tanden, molto attiva sui social negli anni si è regolarmente scontrata con tanti repubblicani. Scontri che potrebbero costarle la nomina che, come quella di tutti i componenti della futura amministrazione, dovrà passare al vaglio di un Senato di cui ancora non si conosce la maggioranza. Gli occhi sono così puntati sui ballottaggi per i due seggi senatoriali della Georgia, previsti per il 5 gennaio. Qui, la sfida si sta facendo sempre più accesa, non tra democratici e repubblicani, ma anche tra i repubblicani stessi: martedì, un funzionario di alto rango del Grand Old Party (GOP), Gabriel Sterling, ha accusato Trump di incitare gli elettori a commettere violenze e di non fare abbastanza per denunciare le minacce rivolte ai funzionari che hanno certificato il voto. Oggi il presidente uscente sarà proprio in Georgia per fare campagna con due senatori repubblicani David Perdue e Kelly Loeffler, in corsa per la rielezione. In uno stato in cui ha perso per meno di 13mila voti, ai candidati repubblicani potrebbe fare comodo cercare di raccogliere quanto più entusiasmo possibile tra i suoi sostenitori delusi dalla sconfitta. Il timore tra le fila del partito dell’elefantino però è che le continue accuse di brogli pronunciate dal presidente, ottengano un effetto boomerang, scoraggiando i suoi sostenitori dal votare e alienando definitivamente i repubblicani più moderati.

Economia: un nuovo pacchetto di aiuti?

Dopo settimane di gelo, la Speaker della Camera Nancy Pelosi e il leader della maggioranza al Senato Mitch McConnell sono finalmente tornati a parlarsi. Il riavvicinamento è stato reso necessario da due scadenze: quella relativa ai nuovi fondi per i lavori del governo federale, che si esauriranno l’11 dicembre; e quella per un pacchetto di stimoli economici con cui far fronte alla crisi. Un gruppo bipartisan di senatori americani ha presentato un pacchetto di stimoli economici da 908 miliardi di dollari per rompere lo stallo che ha impedito negli ultimi mesi di approvare nuove misure per famiglie e imprese. Di questi, 288 di aiuti per le piccole imprese, 180 di sussidi per la disoccupazione, 160 per gli stati e i governi locali. Gli stanziamenti sarebbero molto più contenuti rispetto ai 2mila miliardi richiesti dai dem a settembre, ma anche più dei 500 miliardi proposti dai Senatori repubblicani: un punto di caduta che potrebbe facilitarne l’approvazione dopo una serie di trattative finite male poco prima del voto. I due partiti non hanno però ancora trovato la quadra su come distribuire queste risorse, con i repubblicani che chiedono maggiori risorse per imprese e università e i democratici che vorrebbero più finanziamenti per l’amministrazione pubblica e sussidi di disoccupazione più generosi.

In questi giorni, a Washington, il presidente eletto non è l’unico a fare piani per il futuro. “Sono stati quattro anni fantastici; stiamo cercando di farne altri quattro. Altrimenti, ci vediamo tra quattro anni” ha detto Donald Trump, che durante una delle prime feste natalizie alla Casa Bianca, ha annunciato in pubblico, dopo giorni di rumors, la possibilità di un bis nel 2024. Se in questi ultimi anni il GOP si è plasmato sempre più a immagine e somiglianza del presidente, non tutti però credono che la sua presa sul partito così salda da garantirgli una ricandidatura alle prossime presidenziali.

Il presidente continua a chiedere ai suoi elettori finanziamenti per “difendere le elezioni” e capovolgere il risultato. Nelle quattro settimane successive al 3 novembre, Trump ha raccolto ben 170 milioni di dollari grazie ai suoi elettori a cui aveva chiesto, soprattutto via mail, aiuti finanziari. Eppure gli sforzi non hanno portato a grandi risultati: lunedì anche Wisconsin e Arizona, stati dove il team di Trump aveva avviato dispute legali (oltre a Nevada, Pennsylvania, Michigan e Georgia), hanno certificato l’esito del voto a favore di Biden. Sebbene il tempo a disposizione di Trump per contestare i risultati arrivi in teoria fino all’8 dicembre, la data del “safe harbor” dopo la quale l’esito del voto è in gran parte protetto da ulteriori dispute, è molto probabile che le corti (compresa la Corte Suprema) non le prenderebbero comunque in considerazione. Ma a cosa servono allora i fondi che Trump e il suo team stanno raccogliendo? Secondo il New York Times, la maggior parte sarebbe destinata a finanziare un nuovo comitato politico, “Save America”, che Trump potrà utilizzare per finanziare le sue future imprese politiche. Un’altra parte, invece, sarà utilizzata per ripagare i debiti accumulati nella campagna presidenziale 2020.

Una forma di governo “decisamente inferiore”? Gli USA e la loro politica estera

Segretario di Stato; Consigliere per la Sicurezza Nazionale; Segretario per la Homeland Security; Segretario del Tesoro; Direttrice dell’Intelligence Nazionale, Ambasciatrice alle Nazioni Unite e membro del Gabinetto. Antony Blinken; Jake Sullivan; Alejandro Mayorkas; Janet Yellen; Avril Haines; Linda Thomas Greenfield. Cariche e nomi che impareremo a conoscere e con i quali diverremo familiari nei mesi e negli anni a venire, questi. Ai quali se ne aggiungeranno a breve altri, a partire da quello, cruciale, del Segretario della Difesa. Una squadra, questa, cui sarà assegnato il compito di pianificare, guidare e mettere in atto la politica estera e di sicurezza dell’amministrazione Biden.

Nonostante continui a insistere che le elezioni siano state “rubate”, Trump sembra anche mandare segnali che indicano che stia iniziando ad accettare il fatto che la sua permanenza alla Casa Bianca sta giungendo al termine. Il presidente sta infatti usando le ultime settimane di mandato per chiudere dossier ancora aperti e saldare conti in sospeso. Dopo il licenziamento di Mark Esper, la settimana scorsa Trump ha graziato Michael Flynn, ex consigliere per la sicurezza nazionale, coinvolto nel “Russiagate”, che si era dichiarato colpevole di aver mentito all’Fbi a proposito dei suoi contatti segreti con un diplomatico di Mosca. Il potere di grazia del presidente USA è stabilito dalla Costituzione e specificato dalla Corte Suprema. Per alcuni esperti, quella di Flynn è stata una delle grazie più ampie di sempre, da quando Gerald Ford ha graziato Richard Nixon nel 1974. Trump, infatti, lo ha graziato per qualsiasi reato legato alla investigazione Mueller e non per accuse o condanne specifiche. Se Flynn è stato il primo a essere graziato dopo il voto di novembre, è probabile che non sarà l’ultimo. Secondo ABC News, Trump starebbe discutendo con i suoi consiglieri la possibilità di graziare anche i suoi tre figli più grandi – Donald Jr., Eric e Ivanka -, suo genero Jared Kushner e il suo avvocato Rudy Giuliani, che nelle ultime settimane è diventato uno dei sostenitori più accaniti della vittoria di Trump alle elezioni. E Sean Hannity, presentatore di Fox News, ha suggerito lunedì a Trump di graziare se stesso in previsione di future indagini sotto l’amministrazione Biden. Un’azione, quest’ultima, senza precedenti nella storia USA e, come l’eventualità di una “grazia preventiva”, sulla cui legalità i giuristi si dividono.

Non tutti i fedelissimi di Trump stanno però seguendo la strada dell’irriducibile Giuliani. Il leader della maggioranza repubblicana al Senato Mitch McConnell, che non aveva riconosciuto ufficialmente la sconfitta di Trump, si è lasciato sfuggire un accenno a una “nuova amministrazione”. Martedì, in un’intervista con The Associated Press, il procuratore generale William Barr ha dichiarato che il Dipartimento di Giustizia non ha trovato prove dei diffusi brogli elettorali ipotizzati dal presidente. Dall’altra parte però Barr ha anche piazzato una potenziale mina per il presidente eletto Joe Biden, spiegando di aver nominato John Durham come procuratore speciale per verificare se l’intelligence e le forze dell’ordine abbiano violato la legge nell’indagare sulla campagna presidenziale Trump del 2016. La figura di procuratore speciale è molto difficile da licenziare o costringere alle dimissioni ed è quindi probabile che Durham potrà continuare il proprio lavoro anche sotto l’amministrazione Biden.

Dal Blog @Americana di Mario Del Pero, Senior Associate Research Fellow ISPI e professore SciencesPo

Altre cinque cose che sono successe nelle ultime due settimane:

Mercoledì, gli Stati Uniti hanno registrato il picco giornaliero di decessi da inizio pandemia (2.885). Il numero di pazienti in ospedale ha superato per la prima volta quota 100 mila, mentre quello di casi totali ha superato i 14 milioni.
Joe Biden ha detto che chiederà agli americani di indossare la mascherina per i primi 100 giorni del suo mandato e ha chiesto ad Anthony Fauci di fungere da chief medical adviser della sua Amministrazione.
Con una sentenza di 5-4 la Corte Suprema ha bloccato le restrizioni imposte dal governatore di New York Andrew Cuomo alle funzioni religiose.

La Commissione europea ha presentato una nuova strategia per cooperare con gli USA su lotta alla pandemia, cambiamento climatico, commercio e tecnologia, difesa della democrazia.
Gli ex presidenti USA Barack Obama, George W. Bush e Bill Clinton si sono offerti volontari per farsi vaccinare pubblicamente davanti alle telecamere, per dimostrarne la sicurezza, non appena ne verrà autorizzato uno.

ISPI – Istituto per gli Studi di Politica Internazionale

A cura di:
Paolo Magri, Vice Presidente Esecutivo ISPI
Alessia De Luca, ISPI Advisor for Online Publications
Elena Corradi, ISPI Research Assistant

Questa e-mail è stata inviata da ispi@ispionline.it a maurizio.dalsanto@aliceposta.it

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