La foto dei due attempati signori che ieri alla stazione di Napoli sventolavano bandiere tricolori, in rappresentanza dell’intero troncone napoletano della manifestazione contro il green pass che avrebbe dovuto bloccare l’Italia, potrà anche farci tirare un sospiro di sollievo (a Milano e Roma erano poche decine di più), ma attenzione a non spingerci a sottovalutare un fenomeno ormai carsico e non solo italiano, che sta già dimostrando la sua persistenza, e anche la sua pericolosità. A scorrere notizie e immagini provenienti dalle iniziative del movimento no vax, no pass o comunque lo si voglia chiamare, a leggere le sue pagine facebook e le sue chat telegram, si ha una sensazione di déjà-vu e al tempo stesso di spiazzamento: da un lato, in Italia come in Francia, negli Stati Uniti e in tanti altri paesi, troviamo in prima linea esponenti di movimenti dichiaratamente neofascisti, con tutte le pose, i simboli e atteggiamenti tipici dell’estrema destra, a cominciare naturalmente dal non celato gusto per la violenza e l’intimidazione; dall’altro lato, tuttavia, sugli striscioni di quelle stesse manifestazioni, nelle immagini di quelle stesse pagine Facebook, i simboli dell’estrema destra sono rovesciati e usati contro il governo, i politici e i giornalisti considerati complici della «dittatura sanitaria», e perciò rappresentati come gerarchi nazisti meritevoli di un nuovo processo di Norimberga, con il green pass equiparato alla stella gialla imposta agli ebrei nel Terzo Reich e i cittadini non vaccinati ai prigionieri di Auschwitz… Sui cartelli dei manifestanti, si trovavano «green pass» scritto con le svastiche al posto delle esse (un tempo a questo scopo si usavano le esse runiche, che risultavano anche più intelligibili, ma adesso non stiamo a sottilizzare), slogan che chiedono «libertà» e promettono lotta «contro le discriminazioni». Uno dei canali Telegram più minacciosi, quello in cui si diffondevano gli indirizzi di casa dei membri del governo invitando i partecipanti a farli «cagare sotto», s’intitola «basta dittatura» e ha come logo il segnale di divieto che racchiude una svastica. Il manifestante che alla stazione di Milano arringa l’unica folla presente – quella dei giornalisti – dice: «Vogliamo essere lasciati in pace di scegliere». E indossa una maglietta nera con su scritto «Marcia su Roma»… L’estrema destra ha certo un’antica tradizione di mimetismo, entrismo e camaleontismo, ma qui siamo decisamente oltre. L’ondata populista degli ultimi anni ci ha abituato all’abuso reiterato del principio di non contraddizione, tecnica del resto in cui proprio i nazisti sono stati tra i primi a eccellere, ma vedere dichiarati apologeti della dittatura fascista sfilare contro la dittatura, usare come uno stigma nei loro striscioni gli stessi simboli che portano tatuati sul braccio o disegnati sulle magliette, obiettivamente, rappresenta un salto di qualità non da poco… Il guaio è che due tra i maggiori partiti italiani, come Lega e (soprattutto) Fratelli d’Italia, da tempo ripetono gran parte di quelle scombiccherate parole d’ordine… Comunque ieri abbiamo assistito con un certo grado di contentezza al flop della protesta dei no vax e no green pass nelle stazioni ferroviarie… il timore di vedere scene di una vera e propria “guerra civile” con tanto di blocco di un servizio pubblico essenziale qual è il servizio ferroviario, fulcro del trasporto pubblico locale delle nostre regioni e conseguentemente della possibilità di recarsi al lavoro di milioni di cittadini e quindi perno dello stesso sistema produttivo ed economico del nostro Paese… si è dissolto vista la sparuta presenza di qualche centinaio di manifestanti nelle principali stazioni delle grandi aree urbane italiane… “Molto rumore per nulla”, come recita il titolo di una delle più belle commedie teatrali di Shakespeare. Sono le parole usate da Michela Marzano nel suo articolo su Repubblica di oggi… guardando le immagini delle manifestazioni organizzate dal movimento No Green Pass, e lanciate dal gruppo Telegram “Basta dittatura”. I No Vax e i No Green Pass si sarebbero dovuti incontrare ieri, nel primo pomeriggio, di fronte alle stazioni delle principali città, ma all’appuntamento erano davvero pochi. All’appello c’erano le forze dell’ordine e i giornalisti, ma loro, i manifestanti, erano un pugno; e come detto a Napoli, ce n’erano addirittura solo due… Io, se devo essere sincero, non me lo aspettavo. Come forse è accaduto a tante altre persone, avevo preso alla lettera i post e gli annunci diffusi sui social, agitandomi di fronte alla violenza di alcune immagini e frasi di alcuni di questi “invasati” i giorni prima… Il cazzotto in diretta al giornalista di Repubblica. L’inseguimento fino sotto casa del Prof. Bassetti… e quant’altro era successo scavando ulteriormente il solco tra due Italie ma soprattutto tra gli italiani… Non è successo quello che avevano organizzato i Gilets Jaunes in Francia nel 2019, manifestando ogni sabato, bruciando macchine e cassonetti, e devastando ristoranti e negozi per le strade di Parigi. Questa volta, almeno per ora, da noi le cose sono andate diversamente, anche se è partita un’altra battaglia della Lega nel governo contro Draghi. Infatti, la commissione Affari sociali della Camera ha bocciato tutti gli emendamenti che chiedevano di sopprimere l’articolo 3 del decreto legge in discussione che introduce l’obbligo del green pass. Tra i partiti che avevano depositato le norme anche la Lega, ex M5S e Fratelli d’Italia. «Votazione in Commissione sanità sulla soppressione green pass in toto. Ho ricordato le risoluzioni di Consiglio d’Europa e Commissione UE. Niente. Votato a favore della soppressione del green pass Lega, FdI e ex M5S. Contrari tutti gli altri», ricostruisce a cosa fatta Claudio Borghi, deputato del Carroccio, in commissione Affari sociali della Camera oggi presente ai lavori in sostituzione di membro leghista assente. L’episodio accende polemiche nella maggioranza. «Io stigmatizzo la scelta della Lega che con i voti di ieri in Commissione alla Camera contro il Green pass ha deciso, di fare una scelta che la pone al di fuori della maggioranza. Quindi chiedo un chiarimento politico su questo punto. Perché la Lega di fatto si è messa contro e fuori dalla maggioranza». È l’attacco del segretario del Pd Enrico Letta, lanciato a margine del suo intervento alla Festa Nazionale dell’Unità. Eppure nonostante il gran rumore… e le contraddizioni politiche presenti nella Lega… le manifestazioni previste siano andate praticamente deserte. C’è da chiedersi come mai? Forse perché (come scrive la Marzano) “…dopo tanti V-Day e troppe manifestazioni (Forconi, No Tav, No Tap, Gilets Jaunes e via dicendo) la gente si è stancata di scendere in piazza, e preferisce insultare e minacciare dietro lo schermo del proprio cellulare? Forse perché gli ideologi No Vax, ossia i complottisti duri e puri, sono davvero pochi e, nonostante suscitino l’adesione online di chi ha paura (ma come si fa ad aderire a un gruppo che posta svastiche e minaccia di morte contro esperti e politici), poi non sono seguiti”. Osservando il flop dei No Green Pass, sovviene la possibilità, anche per chi ha esperienza del mondo e della politica (avendo ormai i capelli grigi) di aver confuso tra “reale” e “virtuale” – facendo esattamente ciò che rimproveriamo spesso ai nostri figli e nipoti, quando gli diciamo: “State attenti, ciò che leggete o vedete su Internet non è la realtà! Dovete imparare a gerarchizzare le informazioni e a non prendere per oro colato tutto ciò che vi viene detto o mostrato”. Nostro malgrado, siamo caduti nel tranello della rete… Già alla fine “molto rumore per nulla” un’opera teatrale. Che della vita, però, ci racconta molto. Non è un caso che l’espressione “molto rumore per nulla” sia entrata nel gergo comune per indicare ogni esagerazione di fronte a fatti trascurabili e che, oggi, di rumore ce ne sia fin troppo. Tanto più che tutto questo rumore distorce i nostri giudizi. Mentre dovremmo imparare a minimizzarne l’impatto, imponendoci una forma di igiene decisionale… È questo l’unico modo per prendere sul serio la situazione? Il modo per escludere dalla discussione pubblica chi, invece di essere mosso dalla paura, vuole solo imporre le proprie scelte, postando su Telegram messaggi folli? Forse ridurre il rumore, come ha recentemente spiegato il premio Nobel per l’economia Daniel Kahneman, è l’unico modo per aumentare l’equità nel mondo… La recente crisi in Afghanistan e i milioni di commenti negativi che girano in rete criticando la fuga precipitosa di tutte le rappresentanze politiche e militari occidentali… ci dicono che le persone contrarie al vaccino coi loro commenti assurdi di “no vax” – che paragonano i diritti negati in Afghanistan dai talebani al diritto di non vaccinarsi in Italia. Basta idiozie! I no vax italiani non sono i perseguitati, sono i persecutori… Sì, sono i nostri ‘talebani’, che vogliono negare il diritto di tutti a una vita normale. La libertà è quella di vaccinarsi e tornare a vivere. E ora che vi siete “contati” nella realtà dei numeri… continuate a …insultare pure. Per nostra sfortuna viviamo in un Paese dove le cazzate abbondano ma quelli che voi minacciate sono veri e propri reati contro lo Stato e i suoi cittadini… Certo, il fatto che lo stesso Matteo Salvini sia stato prima tra quelli che facevano campagna perché adottassimo immediatamente il vaccino russo Sputnik (cioè il meno verificato e sicuro) e poi tra quelli più vicini alle posizioni no vax potrebbe spingere a dare una lettura più semplice del fenomeno, tutta in chiave di influenze internazionali (che senza dubbio ci sono). Ma evidentemente c’è qualcosa di più profondo, che tiene insieme pulsioni anarco-individualiste tipiche del complottismo anti-establishment, ossessionato dal deep state, dalle élite e dalla sinistra, con un sentimento più diffuso di paura, insicurezza anche identitaria, perdita del controllo. È su questo terreno che la destra – e non solo le sue frange più estreme – si è messa alla ricerca di un nuovo popolo e di una nuova bandiera, a partire da un’idea di libertà completamente deresponsabilizzata, al di fuori di ogni vincolo politico e sociale (e persino logico). Il fatto che oggi appaia un azzardo non dovrebbe farci perdere di vista che si tratta pur sempre di una scommessa a medio termine. Eventuali passi indietro nella lotta al Covid, con la necessità di ulteriori restrizioni, potrebbero rivalutare in un attimo l’investimento. In ogni caso, i progressisti farebbero bene a farsi trovare pronti. Dobbiamo proteggerci dal Coronavirus e dai virus politici che ammalano la nostra Democrazia…
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