Governo: e adesso? La crisi c’è ma nessuno sa come uscirne. Non chiedetevi come andrà a finire, sarà ancora lunga…

Renzi è consapevole che senza Italia Viva il governo non ha i numeri e ne approfitta a costo di perdere credito politico. Con Conte, che a questo punto dovrebbe dimettersi, la distanza sembra incolmabile… Non è bastata la giravolta di Giuseppe Conte per addomesticare Matteo Renzi. Due giorni fa aveva chiuso le porte, ieri le ha riaperte seppure in modo da far invidia a Bisanzio. Non è passata la mediazione – senza tanta ciccia, per la verità – del Nazareno. E ora è tutto in alto mare, nella disperazione dei parlamentari di ogni tipo e colore che sono costretti a prendere in considerazione che la strada delle elezioni, pur non voluta da nessuno, torna a farsi minacciosa. Lo stesso Sergio Mattarella, che ieri ha caldamente “consigliato” l’avvocato del popolo a lasciar perdere la caccia ai “responsabili mastelliani” e la tentazione di una morte eroica in Senato, a questo punto è in difficoltà. Renzi sta facendo impazzire il mondo politico, pur scontando un evidente isolamento politico e una vastissima ostilità di un’opinione pubblica che non ci si raccapezza più. Questo per un leader politico dovrebbe essere un grosso problema, ma sembrerebbe non lo sia per lui… Si è preso ben sessanta minuti per accusare Giuseppe Conte di badare ai like, alle dirette Facebook, alla politica pop, e a passare il tempo facendo mister Simpatia. Ma come? E’ esattamente ciò che l’Italia, noi tutti, abbiamo imparato da lui: dalle sue dirette, dalle sue slide e dai suoi modi pop, dalle sue enormi capacità di essere un giocoliere spericolato nel potere e del potere. Sessanta minuti – gli ultimi sessanta di una serie di ore interminabili di enunciazioni, illustrazioni, ultimatum – per dire che il premier è un accentratore. L’ha detto proprio lui, l’ex premier, che nel suo governo accentrava ogni decisione. Ora chiede di rispettare la liturgia del Palazzo, come un novello De Gasperi, proprio lui che ha sfondato ogni regola, e sconvolto ogni prassi. Oggi, per dirne solo una, è contro i decreti legge, mentre ieri ne sfornava a decine… C’è qualcosa di allarmante nella misura con la quale Matteo Renzi avanza, senza memoria e anche senza prudenza, che lo porta irrimediabilmente a una doppiezza francamente insopportabile. E’ vero: la politica dovrebbe rispettare le regole del teatro, e questa interminabile, incomprensibile, incredibile crisi, che si svolge mentre il Paese si avvia nella più cruenta ondata della pandemia, pare proprio una grande prova di teatro, un palcoscenico sul quale: si parla senza dire, si propone senza fare, si costruisce distruggendo. Si palesa così, una enorme questione per il sistema politico italiano: il fatto di poter essere messo sotto scacco praticamente da un uomo solo, capo di una forza politica minoritaria e che nel Paese non rappresenta praticamente nulla se non se stessa… Se la dovrebbero porre questa domanda, Zingaretti, Di Maio, Conte, Bersani (e lasciamo perdere l’opposizione di cui non vale la pena qui di parlare, anche se nelle proiezioni di un voto è evidente che nei numeri sarebbe vincente). Ma com’è possibile che il Senatore semplice di Firenze e Scandicci stia portando tutti quanti a spasso? Perché Renzi ha questo potere?  Ce lo ricorda Enrico Letta: «Perché nelle elezioni del 2018 ha fatto lui le liste elettorali del Pd. Si tratta di un potere inerziale di interdizione, con il quale oggi ha messo in ginocchio la politica italiana e ci fa fare nel mondo la figura del solito Paese inaffidabile, pizza, spaghetti, mandolino». Perché, a mente fredda, la realtà è piuttosto banale: senza i voti di Italia viva non c’è una maggioranza parlamentare (che è o meglio sembrerebbe secondo i sondaggi essere comunque già minoranza nel Paese) e nel momento che nessuno vuole andare al voto per paura di quel possibile risultato, piaccia o non piaccia bisogna trovare un accordo con Renzi. Lui lo sa e martella con la solita baldanza che in verità è tracotanza – perché o fanno un accordo con lui o si va a elezioni mortali per il centrosinistra… La palla torna sempre nel campo di Conte, che da un mesetto non sta capendo più nulla della situazione. E, solo da 48 ore si è svegliato il Partito democratico, l’unico soggetto che può dargli qualche consiglio utile (altrimenti gli restano Travaglio e Casalino) e che ieri ha cercato, e tuttora cerca, nonostante gli anatemi contro Renzi una strada per ricomporre la medesima maggioranza (Partito democratico-Movimento cinque stelle-Liberi e uguali-Italia viva) offrendo a Renzi la proposta di un tavolo – i soliti barocchismi della politica – per ridiscutere tutto, programma e squadra. Solo che c’è un ulteriore piccolo problema: Giuseppe Conte. Additato ieri da Renzi come un problema per la democrazia italiana, un uomo incerto che calpesta regole e liturgie e che non trova nemmeno parole congrue per condannare Donald Trump con nome e cognome, creando subito un problema con la nuova amministrazione Biden… Un capo di un governo che ha smesso di governare. Qui non è un problema di Mes. Ci vuole una discontinuità – ma nemmeno Renzi indica come. Il «non poniamo veti» pronunciato dal capo di Italia viva è una cortesia, però immediatamente sovrastata da un’altra frase: per guidare il governo “ci sono tanti nomi”. La domanda vera è: il Partito democratico quando sarà quindi costretto a mollare l’avvocato del popolo? Questo è il punto. E se questa è l’aria che tira (e lo è), una ricomposizione fra Conte e Renzi da oggi già appare impossibile. A parte che non si capiscono nemmeno le intenzioni del Premier, che non si vede come possa non rassegnare le dimissioni. Certo la difficile mediazione del Partito democratico non si è interrotta ieri sera, malgrado la rabbia (qui una parolaccia renderebbe meglio l’idea) per le parole del senatore fiorentino, d’altronde lo chiede proprio lo stretto sentiero che porta a un Conte ter se non lo si vuole considerare completamente ostruito, ma francamente ho l’impressione che forse ci vorrebbe uno scatto di fantasia politica. Da parte di tutti. Infatti, non avrebbe alcuna credibilità un Conte ter con l’attuale maggioranza seppur con qualche diverso Ministro e l’attuale Premier. Ma l’abbiamo capito veramente cosa ieri Renzi ci ha detto, dicendolo contemporaneamente al Mondo? L’unico che Renzi pensa sia in grado di fare il Primo Ministro in Italia in questa situazione disastrata del Paese… è lui stesso! Mi sbaglio? Non credo proprio… d’altronde lui ritiene ancora che la composizione dei Gruppo parlamentari del Pd gli permettano di tenere sotto scacco Zingaretti & Compagni… e forse non senza qualche ragione. Orbene, mi dite anche chi sarebbe il “pazzo” del Pd o del M5S che (accantonando gioco forza Conte) andrebbe a fare il Premier di questa medesima maggioranza? Renzi, senza mai misurarsi con il voto popolare, potrebbe defenestrarlo in qualsiasi momento…

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