l’Italia è ripartita ma la ripresa non c’è…

“La salita è modesta e deludente”, lo dice Vincenzo Boccia, neo Presidente di Confindustria nella sua prima assemblea.

Per questo gli industriali chiedono di spostare le tasse “dal lavoro alle cose”. Aumentando l’Iva. Confermando il super ammortamento. Rendendo strutturali gli sconti sul salario legato alla produttività, senza tetti di salario e di premio.  Il taglio dell’Ires non basta! Inoltre evitare di sforare ancora le regole sul deficit. Nel suo primo discorso da presidente all’assemblea di Confindustria, Vincenzo Boccia presenta il suo conto al governo. Ed elenca le richieste degli imprenditori, garantendo in cambio il sì alle riforme di Renzi, a partire dal referendum sulla Costituzione di ottobre.

confindustria-621x320Sullo sfondo, continua uno scenario ancora fosco sull’economia italiana. In platea all’Auditorium, oltre a numerosi industriali, il presidente della Repubblica Mattarella, molti ministri (eccetto Padoan e il premier Renzi in Giappone per il G7), i segretari nazionali di Cgil, Cisl, Uil.

Dopo Boccia ha parlato Carlo Calenda, neo ministro dello Sviluppo economico, alla sua prima uscita. E anche Dario Franceschini, ministro della Cultura …un esordio assoluto per questo dicastero ad un’assise confindustriale.
Quindi l’ economia è ancora in affanno. E il panorama economico continua ad essere dei più sconfortanti. Il Presidente della Confindustria non lo nasconde: “La nostra economia è senza dubbio ripartita. Ma non è “in ripresa. È una risalita modesta, deludente, che non ci riporterà in tempi brevi ai livelli pre-recessione. Infatti le conseguenze della doppia caduta della domanda e delle attività produttive sono ancora molto profonde”.
Come dimostrano i dati Istat sul crollo di fatturato e ordinativi nell’industria (il peggior calo dal 2013). O quelli sulle vendite al dettaglio nel commercio e gli stipendi mai così bassi dal 1982.non cresce

Continua Boccia: “Per risalire la china dobbiamo attrezzarci al nuovo paradigma economico”. E dunque costruire un capitalismo moderno fatto di mercato, di apertura ai capitali e di investimenti nell’industria del futuro. Un’industria che richiede dimensioni adeguate”.

Piccolo dunque non è più bello! Sicuramente significativo, proprio perché detto da un industriale simbolo della piccola e media industria italiana. Chi ha superato la crisi, insiste il Presidente degl’Industriali, l’ha fatto solo perché ha: “innovato, esportato, modernizzato la governance. E perché ha provato a crescere. Piccolo non è bello in sé, ma è solo una fase della vita dell’impresa, si nasce piccoli e poi di diventa grandi. Crescere, crescere deve diventare la nostra ossessione”.

Spostare le tasse dal lavoro alle cose.

Al governo la nuova Confindustria di Boccia chiede con forza uno scambio significativo: abbassare la tassazione su lavoro e imprese, incrementando l’Iva. “Chiediamo di spostare il carico fiscale, alleggerendo quello sul lavoro e sulle imprese e aumentando quello sulle cose”.istat
Una richiesta che il governo sin qui ha sempre respinto al mittente, promettendo anzi di scongiurare il salasso dell’Iva da 15 miliardi per il 2017 incluso nelle clausole di salvaguardia della legge di bilancio.
Allo stesso tempo, il governo Renzi avanza l’idea di ridurre il cuneo fiscale. Boccia intravede l’impossibilità di avere le due cose insieme. E preme sul governo perché, dovendo scegliere, opti per il lavoro, visto che il suo costo è salito del 56% in Italia dal 2000, rispetto al 58% di Francia e Spagna, il 55% del Regno Unito e soprattutto il 36% della Germania.
Anche perché il taglio dell’Ires al 24% – già previsto per il prossimo anno – è “ottimo”, sottolinea Boccia, ma “non basta!”. “Ci vuole una politica fiscale a sostegno degli investimenti, a partire da quelli in ricerca e sviluppo. Il credito di imposta previsto dal governo va potenziato superando la logica incrementale. E il super ammortamento sta funzionando: rinnoviamolo”.
Non vogliamo scambi, né favori. “Nella gestione del bilancio pubblico non chiediamo scambi né favori, chiediamo politiche per migliorare i fattori di competitività”, insiste il presidente di Confindustria. “Proponiamo un programma certo, da realizzare in quattro anni. Certezza e stabilità sono fondamentali per creare aspettative positive”. Occorre una “ricomposizione delle voci di spesa e di entrata”. Servono, incalza ancora, “manovre di qualità, politiche a saldo zero ma non a costo zero, senza creare nuovo deficit”.
Scambio salari-produttività. Il confronto con i sindacati sul modello contrattuale partirà appena conclusa la stagione dei rinnovi delle singole categorie (a partire dai metalmeccanici, la cui trattativa però è in salita), assicura Boccia. Ma al centro dovrà esserci lo scambio salari-produttività, “l’unica strada praticabile”. Per questo (altra richiesta al governo) “serve una politica di detassazione e decontribuzione strutturali, senza tetti di salario e di premio”. In ogni caso, gli aumenti retributivi “devono corrispondere ad aumenti di produttività”. Mentre il contratto nazionale “resta per definire le tutele fondamentali del lavoro e offrire una soluzione a chi non desidera affrontare il negoziato in azienda”.
Basta deficit. “Se oggi la politica di bilancio in tutta Europa non è più restrittiva, lo si deve all’azione dei governi italiani, soprattutto quello in carica”, concede Boccia. Ma “ignorare ogni vincolo” per ridurre le imposte, “anche in modo consistente”, con la prossima legge di stabilità per il 2017, “non è ciò di cui abbiamo bisogno”. Un’azione di questo tipo, in violazione delle regole, “verrebbe sanzionata dai mercati, prima ancora che dall’Europa”. Dunque basta spesa in deficit. Ma come secondo il Governo Renzi …l’Italia è ripartita alla faccia dei “Gufi” …e ora cambiato il presidente confindustriale …secondo le imprese …invece No?!  Anzi, dopo il jobs act (che mostra qualche risultato al limite del paradosso) e le “ricche” incentivazioni alle assunzioni attraverso i risparmi contributivi… si allunga ancora la “lista della spesa” con richieste che costeranno ulteriormente alla …fiscalità generale proponendo …non investimenti e occupazione, ma l’assenso degli industriali al referendum costituzionale… ma come il Premier “rompe” in due il paese legando la continuità del suo Governo all’esito referendario… chiamando al “plebiscito” su di se il Paese a conferma dell’opera di governo di questi ultimi due anni…  chiede agli italiani l’impegno e la fede nel rinnovare la Costituzione…  e gli industriali all’insegna della “novità” della loro azione   …assentono solo a fronte di uno “scambio” di ulteriori sconti ai loro costi aziendali: …alla faccia di chi ci mette la faccia come dice il Primo Ministro Matteo Renzi!

renzi_0Bene, il Governo chiede agli Italiani il loro impegno a rinnovare la Costituzione …mentre l’economia reale continua a languiree e quella finanziaria continua ad avere la febbre. E gli industriali? Si industriano chiedendo di far pagare ulteriormente la crisi ai cittadini con l’aumento dell’IVA… “già dal lavoro alle cose” che loro produrranno a un più basso costo fiscale e salariale… mentre… gli italiani pagheranno “le cose” di più …per l’aumento dell’IVA.

Grazie! ma anche NO!!! Quando mai…  “lor signori” penseranno realmente al Paese e al bene comune degli italiani?!

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