Politica: Rifare il partito? Un congresso col passo lento di Bonaccini per prendersi un Pd dal destino sempre più incerto (e annoiando tutti)…

Il presidente emiliano potrebbe vincere le primarie facendo il minimo indispensabile. Ma i Dem si ritroverebbero alla fine un leader in continuità con Letta e con la storia recente del Nazareno… Ma Stefano Bonaccini vuole veramente “rifare” il Partito democratico? In che senso: di costruire una cosa nuova o “rifare” nel senso di fare ancora? Ecco, del gran favorito per la successione a Enrico Letta non pare ancora chiaro il grado di rottura col passato e anche il presente che egli vuole raggiungere. Molti hanno la sensazione di un leader che se non proprio in continuità nemmeno rivoluzionario rispetto alla storia recente del Nazareno. Può essere una forza apparire rassicurante come può essere una debolezza per un partito politicamente e moralmente col morale sotto le scarpe. Lui certo è un “passista”, direbbero gli amanti del ciclismo, come un vero emiliano, abituato a lunghe strade dritte, non può non essere, più che lo scatto o lo strappo pedala a ritmo uniforme, né lento né veloce, non corre mai da solo ma con la squadra, non sbuffa, sopporta la fatica, alla fine al traguardo ci arriva più o meno com’era partito. Il governatore dell’Emilia-Romagna non è tipo da tirarsi indietro e anzi la battaglia gli piace: però è anche vero che finora ha giocato sempre in casa, nella sua terra, ed è da questa comfort zone che deve uscire se vuole prendersi un partito nazionale. Deve saper parlare ai calabresi e ai valtellinesi e a quelli gli frega ben poco che la sanità emiliana funzioni. E deve necessariamente dare l’idea di una novità, più che ai militanti, agli “esterni” che voteranno alle primarie. Attenzione, perché Elly Schlein sta rimontando (fonte, Swg) e nessuno sa quanta gente andrà ai gazebo: secondo il sondaggista Paolo Natale, «le primarie appassionano sempre meno» e pare di capire che raggiungere il milione di votanti questa volta sarebbe veramente un gran successo (illo tempore, Romano Prodi portò oltre quattro milioni di cittadini a quelle primarie). Insomma, bisogna trovare il modo di scaldare gli animi e riaccendere la passione politica tra i militanti. Da questo punto di vista Elly non ha cominciato benissimo, facendo la prima tappa in Puglia recandosi da quel Michele Emiliano, un personaggio che ha fatto il bello è il cattivo tempo, che è stato con Massimo D’Alema e con Matteo Renzi, dunque un appassionato dell’ottovolante della politica. Si dice che Emiliano abbia anche parlato con Elly Schlein vagheggiando un appoggio, al che lei avrebbe detto: «Basta che non lo dici in giro». Vero o no che sia l’aneddoto, a occhio e croce è plausibile che un rinnovatore non apprezzi la mano di Michele sulla testa: e allora perché cominciare il suo giro d’Italia proprio da lui? E poi, più nel merito, cosa sta dicendo di realmente innovativo, Bonaccini? Che non vuole le correnti? Ma questo lo dicono tutti e in realtà non lo pensa nessuno. Va compreso come sia difficile evitare il solito rosario sul lavoro, la scuola, la sanità, la guerra eccetera eccetera ma finora di proposte shock nemmeno l’ombra, la cosa vale anche per Elly Schlein, la quale però ha un vantaggio: incarna nella sua stessa immagine l’idea del nuovo, ed è come se i candidati alla segreteria del Partito democratico le parole le avessero consumate tutte e si trovassero nella condizione del turista italiano all’estero: esaurite quelle dieci frasi non riesce più a spiccicare parola. Mentre contemporaneamente i “saggi” hanno preso a parlare una lingua loro, tra ordoliberismo e espunzione del liberismo: tra banalità e birignao “de sinistra” muore anche la lingua del Partito democratico. Ed è quando muoiono le lingue che le civiltà declinano. Sicché Bonaccini pedala in pianura verso la presumibile vittoria, almeno nei circoli del Partito democratico, tenendosi lontano dai bordi scoscesi della discussione ideologica e ancor più lontano dalle baruffe goldoniane con i leader attuali, che poi sono quelli di ieri e in molti casi dell’altro ieri. Tutta gente che il governatore ben conosce e con cui è meglio evitare di fare a botte. Non è così – gli hanno insegnato fin dalla sua sezione ex Pci ora Partito democratico di Campogalliano – che si rafforza il Partito ma piano piano, senza rompere ma costruendo. Pedalando in pianura, seguito da vicino da Elly Schlein e un po’ più indietro da Paola De Micheli, rischia di vincere facile Bonaccini. Ma anche e soprattutto di annoiare tutti quanti, senza rinnovare alcun che…

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