Puntare sul benessere psicologico…

Come si può essere felici?

Sembra questo, anche a livello evolutivo, il primo quesito che l’uomo si è posto fin dall’origine dei tempi. Un interrogativo cui, nei secoli, ha tentato di rispondere attraverso la religione, la filosofia, la letteratura, l’arte; ma che oggi, grazie alle ultime scoperte delle neuroscienze, trova una nuova spiegazione nell’ambito della ricerca scientifica… Più recentemente esso è diventato oggetto di studio della psicologia e obiettivo primario del life coaching…  A riguardo sono stati fatti numerosissimi lavori in proposito. Ruut Veenhoven (1995) ha organizzato un World database of Happiness che registra una grande quantità di studi e di notizie relative a questo argomento. Dal punto di vista di medici, psichiatri e psicologi e oggi anche dei Life Coach …il problema della Felicità, che nell’accezione comune ha una dimensione squisitamente personale e spirituale, può essere inglobato utilmente nel più ampio concetto di Qualità della Vita (QdV) e si può considerare che ne rappresenti l’essenza soggettiva La felicità è soggettiva quello che rende felice una persona può non rendere felice un’altra, allora cos’e che rende felici la maggior parte delle persone?? Per ognuno di noi la felicità è uno stato emotivo di benessere diverso, e può dipendere da mille fattori. Le emozioni sono elementi fondamentali della nostra vita. Da loro prendiamo spunto. Loro muovono tutto. E l’uomo ne è sempre alla continua ricerca. Soprattutto di quelle sensazioni che lo fanno stare bene e lo appagano. In una parola sola, l’uomo è alla ricerca della felicità. 
Proviamo a riportare conclusioni di ricerche e studi psicologici e sociologici, per capirci qualche cosa. La saggezza popolare e l’esperienze personali ci suggeriscono che la ricchezza e i suoi abusi possono portare, in certi casi, una infelicità molto piu grave di quella che deriva dalla povertà estrema . Ma sono anche le recenti ricerche a dimostrare che le persone più ricche, benché abbiano con maggiore facilità accesso a beni e servizi, e godano di una salute e di una istruzione migliore, non sempre sono più felici di chi possiede meno. Non è quindi nei beni materiali, o non solo, la risposta alla domanda di felicità e ciò costituisce un importante tema di riflessione: ma come, dice il comico Enrico Brignano “è meglio essere felici su una mercedes quando piove che stare ad aspettare un autobus, che magari mentre aspetti passa uno con la mercedes e ti bagna tutto”. Mentre Claudio Bellotti dice: “i soldi non fanno la felicità, ce lo hanno detto e ridetto, lo hanno persino dimostrato scientificamente così da toglierci il dubbio. Nonostante questo tutti lavoriamo per un benessere economico convinti che: “se i soldi non fanno la felicità l’aiutano parecchio e…”  Anni fa fu chiesto a Freud cosa, secondo lui, rende un uomo felice, lui rispose “lavorare ed amare”. Quello che intendeva è bisogna trovare un equilibrio fra la vita professionale e quella privata e che bisogna amare il lavoro che si fa senza vivere per esso. Semplice vero? Facile? Mah, al giorno d’oggi con il ritmo e le richieste sempre più impellenti direi di no. Le ricerche degli ultimi anni, e il buon senso, ci dicono che i soldi non fanno la felicità ma guadagnarsi qualcosa che si vuole , raggiungere i propri obiettivi, sì. Ben due Università (University of British Columbia e Harvard) hanno studiato quanto i soldi influenzino la nostra felicità e hanno scoperto che non è quanto guadagniamo che conta ma come li spendiamo. La National Academy of Sciences ha pubblicato uno studio che afferma che fino a 75 mila dollari la somma che si guadagna influenza la felicità, ma superata quella somma non c’è differenza. La ragione, secondo lo studio, è che fino a quella cifra c’è una variazione nei “bisogni primari” poi non più. Inoltre non sapendo come comprare la felicità guadagnare 100 o 500 mila non cambia.  Penso che questo studio sia veramente affascinante. Cosa fare allora? Vale la pena guadagnare di più? La risposta ovviamente è sì. Basta spendere nel modo giusto, vuoi sapere quale è? Ecco i 5 modi per comprare la felicità secondo la ricerca fatta: 1. Compra esperienze non le cose. Se compri un’esperienza o qualcosa che rappresenta un esperienza (come una coperta in Scozia che ti ricorda dei bei momenti del viaggio) rimarrà nel tempo e sarà più emotivamente coinvolgente di qualsiasi oggetto. La tua vita è la somma delle sue esperienze, più ricordi più felici hai, più felice sei. 2.Spendi per gli amici e con gli amici. La ricerca dice una cosa così ovvia da essere dimenticata. Il modo migliore per creare bei momenti e bei ricordi è stare con i tuoi cari. Se condividi le tue esperienze aumenterai l’intensità dell’emozione.  3. Focalizzati sul processo. Il viaggio deve essere bello quanto l’arrivo, la preparazione quanto la cena. Se aspetti di essere felice solo quando tutto è fatto sarai felice per poco tempo. 4. Usa il cuore e la mente. Se usi solo la testa spenderai sempre bene i tuoi soldi ma non sarai mai felice. Se usi solo il cuore ti divertirai un sacco ma butterai il tuo denaro. Usa la testa e il cuore insieme. Oppure usa la testa per le cose poco importanti per te così da avere più budget per le cose che ti stanno a cuore. 5. Compra tante piccole cose piuttosto che una grande. Impara a godere di tante piccole cose, di tanti piccole esperienze, così arricchirai il tuo album di memorie e la tua quotidianità di felicità.  In un mondo che corre veloce, dove la gara a qualcosa di meglio è sempre più spietata rischiamo, se non facciamo attenzione, di perderci il momento e di dimenticarci cosa conta veramente. Rischiamo di confondere i fini con i mezzi e i soldi sono di sicuro un mezzo. David G. Myers, psicologo della Hope College di Holland, nel Michigan, dove ha svolto un’interessante ricerca. Nella sua ricerca, Myers ha individuato una notevole discrepanza tra benessere economico e felicità. Traduco: non necessariamente avere molti soldi, una posizione economica importante, successo e notorietà, sono sinonimi di felicità. In effetti, le cronache quotidiane sono piene di casi di persone ricche e famose piene di problemi. A testimonianza del fatto che i problemi, non fanno distinzione tra ricchi e poveri. Volendo esagerare, potrei affermare che in molti casi, i soldi sono stati dei veri e propri strumenti per “uccidere” la felicità.  
Ricercatori degli Stati Uniti affermano che le realizzazioni individuali, come la carriera la scuola, possono prendere la maggior parte dei nostri sforzi, ma ciò che ci rende felici o infelici sono le esperienze con gli altri , gli eventi sociali l’appartenenza ad un gruppo. Questo il risultato di una ricerca condotta da Jaremka Lisa , una studentessa di dottorato in psicologia presso la University of California, Santa Barbara, e Mauricio Cavallo, assistente professore di psicologia presso l’Università di Oklahoma , Norman , coautore dello studio Shira Gabriel dell’Università di Buffalo. “La maggior parte di noi trascorre molto tempo e concentra gli sforzi sui risultati individuali come il lavoro, hobby e scuola “, dice Gabriel in un comunicato. “Tuttavia questa ricerca suggerisce che gli eventi che finiscono per essere più importante nella nostra vita, gli eventi che ci portano più felicità e trasportano anche il potenziale dolore, sono eventi sociali – dei momenti di collegamento con gli altri e sentire le loro connessioni ” La ricerca ha coinvolto 376 soggetti di studio, che hanno partecipato a quattro studi . Uno studio ha coinvolto studenti di college chiesto di descrivere le esperienze più positive e negative emotivo della loro vita. La stragrande maggioranza , hanno descritto eventi sociali. Lo stesso studio con i partecipanti di mezza età ha ottenuto risultati simili. Il terzo studio ha dimostrato che il forte impatto emotivo di interdipendenti – o sociale – gli eventi riportati nei primi due studi non è dovuto a eventi sociali sono più salienti di eventi indipendenti. Il quarto studio rileva che gli eventi sociali ottengono il loro pugno emotivo dalla necessità di appartenere ad un gruppo. ( www.upi.com)

Secondo un’indagine tedesca svolta intervistando telefonicamente 28mila uomini dai 20 ai 75 anni residenti in svariati Paesi, una buona salute ed una famiglia felice sarebbero di gran lunga più importanti di una vita sessuale soddisfacente. La salute, comprensibilmente, batte tutti ottenendo quasi un terzo dei voti, seguita da vicino dal desiderio di una famiglia serena, che ottiene il 26% delle preferenze. La soddisfazione sessuale si ferma però, sorprendentemente, ad un misero 2% nelle priorità degli uomini intervistati (…che dite, mentono?). L’importanza va ad una buona salute che risulta fondamentale per raggiungere qualsiasi altra forma di felicità. Una ricerca ad opera di Luis Angeles dell’Università di Glasgow, pubblicata sul Journal of Happiness Studies, ha rivelato che per le persone di tutte le età (in particolare per le donne) i figli rappresentano la principale fonte di felicità, e più ce ne sono più sono felici. La felicità massima si raggiunge, quindi, essendo genitore ed avendo una vita sentimentale stabile e appagante. Allora se siete ancora single? Non sentitivi affatto sfigati perchè, anzi, senza saperlo, state meglio di chi ha una normale vita di coppia. La singolare fotografia dei single quarantenni di oggi è stata scattata da un gruppo di studiosi del Lafayette College di Easton. I ricercatori hanno coinvolto 1.500 americani, sposati e single, tra i 40 ed i 76 anni – ai quali sono stati proposti dei questionari finalizzati ad indagare sul loro benessere. Ne è emerso che i single non sono affatto tristi, infelici e incapaci di badare a loro stessi come si potrebbe pensare. I risultati sono stati sorprendenti: i single over-40 godono di ottima salute mentale, sono autosufficienti, responsabili della loro vita e felici di come procede. I single mostrano uno stato di salute simile a quello delle persone sposate, ma anche una maggiore autosufficienza e sicurezza che, invece, non è stata riscontrata in tutti gli ‘accoppiati’. E ancora un altro recente studio ha evidenziato quali sono i fattori che ci permettono di vivere meglio:

• L’autonomia
• La capacità di fare bene il proprio lavoro
• La vicinanza emotiva
• L’autostima

Autonomia
Vivere la propria esistenza scegliendo liberamente e senza imposizioni. Ma chi può essere totalmente libero? Chi può alzarsi al mattino e decidere senza limiti cosa fare? Allora dato che questa è molto probabilmente una chimera per la maggior parte di noi, un consiglio… abbassiamo un’aspettativa così alta e difficile da raggiungere e cerchiamo di essere autonomi e liberi tutte le volte che possiamo, senza farci condizionare da falsi bisogni . La capacità di fare bene il proprio lavoro Fare un lavoro che si ama e dà entusiasmo è un privilegio di poche persone. Cercare di fare bene il proprio lavoro e sentire di essere preparati per affrontarlo può essere molto più realizzabile e fonte di felicità. Per cui, se non siete felici del vostro lavoro, chiedetevi se veramente non è possibile cambiarlo, prima che lui cambi voi. La vicinanza emotiva
Vivere bene con gli altri, sentirsi parte di un gruppo, provare affetto, non sentirsi isolati… Per raggiungere il benessere psicofisico è sicuramente importante essere vicini emotivamente e non solo fisicamente alle altre persone.

Autostima
Per sentirsi bene con se stessi è importante credere nelle nostre capacità, non considerarci, sempre e comunque, fuori posto o “sbagliati”, stare bene “nella nostra pelle”, cercando di valorizzare i nostri pregi, senza focalizzarci esclusivamente sui nostri difetti, ma semplicemente facendo il possibile per risolverli. Il cammino della “psicologia positiva” e del Life Coaching sono in pieno sviluppo, e i risultati ci portano a sorprendenti conclusioni. Ci sono prove oggettive che la felicità non si raggiunge con i soldi. Secondo queste ricerche, le persone più felici sono quelle che si concentrano sul “presente”, sul vivere bene l’oggi e non, sul domani. “pensare al passato o di vivere proiettati nel futuro”. Smettere d’ingannarsi che “domani sarà migliore”. Se non si fa qualcosa per essere felice, domani non sarà migliore di oggi. Pensare ad oggi e viverlo intensamente, magari come se fosse l’ultimo giorno della vita. Grandi psicologi di primo piano, come Carl Rogers o Fritz Perls, nei loro libri descrivono la salute psicologica come la capacità di vivere nel presente. Concentrarsi sul presente, su quello che uno fa e che ha già, aiuta ad essere più felici, più soddisfatti della vita. E’ difficile essere felici se uno non si sa apprezzare le cose belle che possiede già. La felicità deve venire principalmente da dentro, dalla soddisfazione di alzarsi tutte le mattine e ripetersi che “Oggi è una bellissima giornata e chissà quante cose belle posso fare”! Soltanto quando si è sei felice internamente, accade il miracolo: che anche le cose materiali cominciano ad arrivare. il successo è una conseguenza della felicità e non un modo per raggiungerla. E ancora: una recente indagine scientifica condotta in Inghilterra da psicologi intenti ad analizzare un campione di soggetti sulla questione della felicità. Chi è felice? Dall’indagine risultano che “felici” sono soprattutto le persone che si dedicano agli altri, che hanno tempo per il volontariato e che si occupano dei propri figli. Meno felici – paradossalmente – risultano invece quelli che si possono definire “edonisti”, i ricercatori di una felicità che è fuga nel piacere per il piacere, che considera gli altri solo come oggetti che possono procurare il proprio piacere (dei mezzi). Insomma, chi esce dalla logica del dono gratuito di sé non è felice. A sostegno di questa tesi ci sono anche dati di una ricerca della San Diego University condotta su studenti in un periodo molto lungo di oltre 50 anni: l’infelicità tra gli studenti è aumentata negli anni con la crescita del benessere economico e del materialismo… Continuate  quindi con …la qualità della vita.

E’ sempre tempo di Coaching!”

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