C’è una grande confusione sotto il cielo. La situazione è eccellente?

Diceva Mao Tse-tung, che se ne intendeva: “C’è una grande confusione sotto il cielo. La situazione è eccellente”.

Il punto interrogativo messo lì nel titolo del post,  fa la differenza con la famosa affermazione di Mao Tse Tung.

Sta di fatto che tutto (…o quasi) è in movimento nella politica italiana, a sinistra, al centro e a destra… bisogna vedere se la situazione anche per noi è  veramente …eccellente. Il Pd, dopo la scissione di Bersani & C. arranca fra mille contorsioni e tende a scomporsi ulteriormente. Cuperlo parla ormai di doppia adesione: PD ma anche a “Insieme” guardando a Pisapia e al “campo progressista”. Orlando conferma che resterà nel PD per “condizionare Renzi …l’ennesima pia illusione?! Sinistra Italiana continua con i “…se e ma” nei confronti di Pisapia e pone veti sul fatto che il PD possa partecipare alla ricomposizione (??!!) del centro-sinistra. Comunque in numerose realtà territoriali, pezzi di partito con i leader locali, dopo l’ennesima sconfitta elettorale del mese scorso alle Comunali lascia il PD alla “spicciolata” e aderisce ad Art.1Mpd. Renzi continua nel suo “arrogante autosufficentismo” disdegnando ogni confronto sulle alleanze pre e post voto, in più continua a sbagliare a comunicare utilizzando slogan che diventano boomerang nei suoi confronti e in quelli del partito. Padri nobili del PD offertisi come “collanti” vista la situazione… Prodi, Veltroni, Napolitano “…vanno più in là” allontanandosi da Renzi, in più semplici parole ormai criticano apertamente atteggiamenti e scelte politiche di Renzi lasciandolo sempre più solo, anche se poi …tutti quanti  “contraddicendosi” invocano l’unità a tutti costi. Pena la vittoria delle destre. Alla destra estrema nasce il “polo sovranista” (Storace a Alemanno, ovvero alle volte ritornano). Mentre Berlusconi evoca un grande centrodestra unito, con lui leader indiscusso e Lega e Fratelli d’Italia satelliti di FI, ma Salvini il ruspante (nel senso della ruspa) non ha orecchie per intendere… e anche la Meloni sembra sorda. Grillo intanto traccheggia, su tutto e tutti… inseguendo parole d’ordine della destra sull’immigrazione, correggendo il tiro su questo e quello che accade, a secondo del “menu” politico di giornata… tuttavia nonostante l’insuccesso nelle Comunali, a differenza del PD, il M5S continua a beneficiare delle vele al vento di un consenso relativamente consolidato e la bonaccia di una instabile ed imprevedibile situazione romana. La politica italiana vive un grande sconquasso, che tutto sommato ci sta… data la situazione traumatica del nostro Paese, dell’Unione Europea e del Mondo intero dopo l’elezione di Trump e dopo la Brexit. Che la politica italiana fosse largamente inadeguata alla società che dovrebbe rappresentare, è noto da tempo. Che i sommovimenti in corso la mettano in condizione di reggere la sfida dell’oggi è tutto da vedere. Ecco perché l’affermazione di Mao Tse Tung abbisogna dell’interrogativo: effettivamente nulla è scritto del futuro. Da parte della grande stampa si versano “fiumi di lacrime” sulla sempre più difficile situazione del PdR(enziano) e sul conseguente vantaggio di posizione dei due grandi avversari – Grillo e le destre – portando così acqua alla sterminata immensità dell’oceano politico. E oggi, il pericolo delle destre, ovvero di una vittoria elettorale del Centrodestra e di un ritorno di Berlusconi in una “unione di fatto” con Salvini al di là della leadership ancora da definire di quello schieramento, come una vittoria del Movimento5Stelle, sono senz’altro più reali. A dir il vero, lo è da tempo, ed in gran parte causato dalla politica di un governo (e di un partito) che in questi anni non è più in sintonia con gli umori veri del Paese. E’ difficile convincere la gente  che l’amico di Marchionne e sostenitore convinto della bontà del job act, sia un sostenitore della causa dei precari. D’altra parte proprio gli ultimi dati elettorali dimostrano che il “male oscuro” che attanaglia l’Italia non è mai stato né interpretato, né ragionevolmente contrastato da Renzi e dai suoi sodali. Ed è un male che non si manifesta solo nei devastanti effetti economici di quella che da tempo chiamiamo crisi (in realtà essa si palesa sempre più come una nuova normalità). Si manifesta anche nel cambiamento delle abitudini, dei comportamenti, dei valori, della vita quotidiana della gran parte del popolo italiano. Il tragico simbolo di questo sconvolgimento antropologico si può trovare nell’oramai famosa lettera di Michele, il giovane uomo suicida che qualche tempo fa, col darsi la morte reagisce a ciò che lui chiama il “furto di felicità”. La nuova normalità sta modellando l’Italia con una “coppia” in passato assente al 50%: l’arte di arrangiarsi, che c’è sempre stata, ma mai in queste dimensioni e con questa qualità, e il diffuso rancore sociale, categoria tutto sommato mancante nella storia dell’Italia repubblicana. Il tutto in una condizione di vuoto di speranze, prospettive, futuro, che è piombata come una bomba sulla condizione esistenziale di milioni di famiglie e di un’intera nuova generazione… Non stupisce che in questo brodo di rassegnazione/disperazione sguazzino come pesci i sostenitori della divisione popolare, per cui il nemico del povero è il più povero, per esempio il migrante…   Oppure che torni di moda, contro l’innegabile sottrazione di sovranità popolare, una riedizione 2.0 del vecchio armamentario nazionalistico, tipico delle destre europee, ribattezzato oggi col neologismo del “sovranismo”. Oppure ancora che tutti i luoghi comuni del qualunquismo dettino sempre più legge: i politici sono tutti uguali, onestà onestà!, basta con le poltrone, e via banalizzando. La novità – stile Renzi – è solo una sorta di qualunquismo dall’alto particolarmente evidente durante la campagna referendaria e ancor più nelle ultimissime amministrative comunali di un mese fa. A ciò si aggiunge una generalizzazione/demonizzazione della parola “populismo”, accusa troppe volte rivolta a chiunque non sia d’accordo con le decisioni dell’establishment, come se qualsiasi posizione a difesa di un interesse popolare sia riducibile alla categoria del populismo.  Se poi rivolgiamo uno sguardo al resto del mondo: è in corso d’opera un movimento sismico di dimensioni intercontinentali che porta a destra, come confermato sei mesi fa dalle elezioni presidenziali americane, con l’elezione di Trump. Non si tratta, com’é evidente, della tradizionale destra conservatrice, ma di una destra estrema, modernissima, eppure erede delle pulsioni, delle tradizioni e delle culture della prima metà del 900 che hanno portato ai regimi nazifascisti.  E’ quindi plausibile immaginare che, se prevalesse nei prossimi anni, in un tempo relativamente breve, gran parte della costruzione Ue, già in cattiva salute, cadrebbe in pezzi e entrerebbe in crisi la moneta unica. Ci sarebbe una stretta micidiale al fenomeno migratorio che non lo risolverebbe affatto, ma lo trasformerebbe in un problema di ordine pubblico, si rafforzerebbe in modo incontenibile la presenza già diffusissima di gruppi neonazisti. L’Italia, già travolta, si troverebbe in un nuovo mondo, ancora più sgradevole di quello in cui viviamo oggi, a misura per alcuni aspetti del M5S, per altri di Salvini e compagnia cantante. Che c’entra la politica italiana? Per il nostro Paese, c’entra moltissimo. Il Pd, nella migliore delle ipotesi, si è dimostrato incapace di contrastare la grande deriva di destra e qualunquistica, fulminato dalla fata morgana del 40% alle ultime elezioni europee, cieco davanti ai disastrosi risultati delle ultime elezioni amministrative, autistico davanti all’esito referendario che ha spazzato via d’un colpo l’intero armamentario politico, ideologico e retorico di Matteo Renzi. D’altra parte alcuni esponenti di questo partito, nel contesto di alcuni articoli di stampa peraltro molto “interni” alle dinamiche del Pd, affermano che: “siamo diventati un partito lontano dalla vita vera e dalle persone. Al centro e nei territori in mano alle correnti sempre più autoreferenziali che hanno lasciato aperta una prateria a Grillo e alla destra xenofoba e aggressiva che si sta organizzando”. Infene, si può dire che: la sinistra radicale (oppure, secondo molti, la sinistra tout court): non è esistita… punto.  Conclusioni: è pensabile contrastare il dramma sociale che da tempo ha sconquassato il Paese e l’avanzata delle destre e del fenomeno 5Stelle, con questo status quo della politica italiana? Detto in breve: come si fa a fermare la destra se la sinistra non c’è o, se c’è, non batte un colpo? Dov’è qui ed ora, una forza popolare e nazionale che rappresenti la parte significativa del mondo del lavoro, dei disoccupati, delle giovani generazioni, delle donne, che contrasti, il liberismo senza alcuna regola all’insegna del mito del mercato e dei consumi… e perciò che sia di parte, senza se e senza ma? Questo – piaccia o meno – non è stato e non è il Pd a trazione renziana, che non ha affatto interpretato il nuovo, cioè un possibile volto della sinistra nei giorni che viviamo, ma il vecchio modello di Tony Blair, appunto un “laissez faire” al mercato senza regole in una fase di espansione con eventuale redistribuzione di qualche surplus, un modello che fin dal suo tempo posto ha posto le basi per l’attuale cupio dissolvi… C’è una grande confusione sotto il cielo. La situazione è eccellente? Rimane, in conclusione, il punto interrogativo. Non è dato sapere se i cambiamenti in corso nella politica italiana ricostruiranno una significativa rappresentanza popolare o se, viceversa, si ridurranno al film già troppe volte visto di riposizionamenti vari di una nomenclatura rissosa e settaria. C’è però una certezza: se tutto cambia, forse si va a sbattere. Ma se nulla cambia, si va a sbattere sicuramente…

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