Coaching: viviamo tempi difficili. La trance della sfiducia…

Negli ultimi anni, ho avuto la straordinaria opportunità di poter ascoltare i racconti di tante persone diverse e ognuno di loro mi ha narrato la sua versione, unica e speciale, della sua esperienza di vita: ostacoli incontrati, delusioni subite, desideri non soddisfatti. Lo sappiamo tutti, ne facciamo esperienza ogni giorno: vivere oggi, non è semplice. Viviamo in una società complessa, esigente, frenetica, che ci richiede di fare continuamente qualcosa: corriamo tutto il giorno da una parte all’altra, lavorando, comprando, pagando, navigando in Internet, senza mai rilassarci; abbiamo orari da rispettare, obiettivi da raggiungere e siamo sempre di fretta. Anche la nostra mente è continuamente impegnata a pensare a qualcosa: ci preoccupiamo del futuro, della nostra situazione economica, della salute o del lavoro, cerchiamo soluzioni, elaboriamo piani, facciamo progetti. La nostra vita sembra diventata una corsa per raggiungere gli standard che ci vengono proposti per essere vincenti: avere un corpo perfetto, una buona condizione economica, una soddisfacente posizione lavorativa, una famiglia, un’ampia rete di relazioni sociali. Perfino i nostri rapporti interpersonali sono diventati fonte di stress, piuttosto che di gioia: le occasioni di comunicazione autentica e confronto con gli altri sono sempre più rare, mentre aumentano i conflitti e le incomprensioni. Ci sentiamo spesso, delusi e non compresi proprio dalle persone a noi più vicine. Non ci guardiamo più negli occhi gli uni con gli altri e al tempo stesso, siamo continuamente connessi in rete, immersi in un mondo virtuale, fatto di chat e social network. È la realtà, socialmente condivisa, di questi tempi difficili. Gli effetti di questo stile di vita si manifestano in modi diversi: qualcuno di noi ha difficoltà a dormire, altri un rapporto non equilibrato con il cibo, altri ancora hanno dolori fisici cronici, oppure vissuti di ansia e tristezza persistenti, o difficoltà nel rapporto con gli altri. Ognuno di noi ha la sua storia, unica e speciale, che genera la sua insoddisfazione. Anche tu, immagino, avresti la tua storia da raccontare … Nella mia visione però, viviamo tempi difficili non tanto per il modo in cui è organizzata la nostra vita, né per l’insoddisfazione che proviamo – che è sacra, perché se la utilizziamo a nostro favore, può essere un potente strumento di cambiamento – quanto piuttosto, per l’atteggiamento che molti di noi hanno sviluppato nei confronti delle difficoltà, del proprio disagio e della vita stessa. Negli ultimi anni, osservo diffondersi, come se fosse virale, un atteggiamento di rassegnazione e sconforto, come se essere insoddisfatti e scontenti, fosse ormai connaturato al nostro vivere quotidiano. Ci lamentiamo di tutto, e critichiamo tutto: il comportamento degli altri, le situazioni, la società. Accusiamo la vita che non realizza i nostri desideri e ci sentiamo in balia degli eventi: crediamo che la nostra vita sia guidata da forze più potenti di noi (la sfortuna, il caso, le circostanze) contro le quali sentiamo di non avere nessuna possibilità di intervento. Abbiamo perso fiducia anche nella nostra capacità di far fronte alle difficoltà che incontriamo: ci sentiamo disarmati e impotenti. Finiamo così per vivere nell’automatismo della non-vita, “tiriamo avanti” per inerzia, con il cuore indurito, sopravviviamo invece che vivere. Il mare è in tempesta, le onde sovrastano la barca, una più violenta dell’altra, e noi sentiamo di non poter fare niente, se non lasciarci andare in balia delle onde, alla corrente. Chiamo questo atteggiamento “la trance della sfiducia”. Vivere in questa trance può farci sentire cronicamente stanchi, stressati, insoddisfatti, ansiosi, perché la trance rischia di diventare una gabbia: più proviamo sfiducia verso noi stessi e verso la vita e meno ci muoviamo nella direzione di realizzare i nostri obiettivi di ben-essere, e più siamo insoddisfatti…

E’ sempre tempo di Coaching! 

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