Covid: cosa occorre per riaprire l’Italia in sicurezza il prossimo mese di maggio?


Una necessaria premessa: caro presidente Draghi, noi italiani – forse a torto, ma è così! – non siamo interessati né alla Libia né ad altro, per favore ci vaccini a qualunque costo. Ci sono molte questioni importanti, importantissime, che meritano tutta la nostra attenzione, ma che dovranno però aspettare due o tre mesi, perché la priorità assoluta, unica, per far ripartire l’Italia è quella di eseguire non solo a chiacchiere, ma casa per casa, quartiere per quartiere, ventiquattr’ore su ventiquattro, e senza pause per grigliate festive, una campagna di vaccinazione nazionale senza precedenti… Il piano di azione deve realmente prevede vaccinazioni a ritmi serrati, gestione e controllo delle operazioni centralizzate. E poi tracciamento e tamponi molecolari. Superato il tempo delle primule, serve un programma realmente condiviso e organizzato… E se Attilio Fontana e Letizia Moratti, continuano ancora, nonostante il disastro sanitario Lombardo, a chiedere deroghe al piano nazionale che dà priorità vaccinale agli anziani, perché secondo loro ormai contro ogni evidenza, vogliono vaccinare dopo gli ultra 80enni in Lombardia, per primi i lavoratori, saltando ogni regola che stabilisce la priorità sulla base dell’età di anzianità… continuando di fatto a incasinare il decollo del piano vaccinazioni in regione:  forse bisogna cominciate a considerare l’opportunità di arrestateli, per farli smettere o almeno fateli visitare, in quanto probabilmente sono malati (si fa per dire) e stanno aiutando “l’omicidio di massa degli anziani” che è in corso nel  Paese, lo fanno in nome e per conto di veri e propri “criminali di guerra” (la pandemia… così è definita, una guerra) in nome di un altro “virus” quello dell'”ap-profitto di tutto pur di guadagnare ad ogni costo e non pagare le tasse”.   Mi si dica di no! Che sono il solito visionario prevenuto, un cattivo italiano, che sono vecchio e non capisco nulla, che sono il solito privilegiato perché prendo la pensione da troppi anni e quindi come mi permetto di non essere ancora morto?!  Ora, che si debba discutere più razionalmente, su aperture e chiusure delle attività, sono il primo ad esserne convinto, ma basta questo indecente ping pong Stato – Regioni. Chiusuristi contro Aperturisti. Non è un fatto ideologico. Che vede il Ministro Roberto Speranza minacciato di morte lui e famiglia, perché di Sinistra. Salvini quando dice certe cose ci deve stare attento, rischia di apparire colui che suggerisce l’obiettivo. Tra i paladini delle riaperture e i difensori della prudenza l’incomunicabilità cresce. Ma ora occorre un piano credibile di vaccinazioni che preveda sulla base del numero di vaccinati crescente anche un ritorno progressivo, prudente e graduale, ma subito operativo, per riaprire l’Azienda Italia. E poi Salvini: “se ne faccia una ragione”, il governo Draghi nasce di Unità Nazionale, non di Centrodestra e non è lui il Premier, in molti si chiedono cosa la Lega ci stia a fare nel Governo Draghi? Se non per continuare a tirare la giacca di “Super Mario”. Solo per i suoi probabili (da sondaggi) elettori. Che collabori anziché continuare con polemiche divisive.  Adesso, proprio in ragione del piano nazionale vaccini, al netto di ogni polemica sugli stessi (vedi AstraZenica), l’imperativo per tutti è: vaccinare, vaccinare, vaccinare, 7giorni su 7giorni h24! Fare confusione sull’efficacia dei vaccini, significa continuare con centinai di morti al giorno.  Per quel che concerne le pochissime trombosi verificatesi, sostiene con cognizione di causa il Prof. Crisanti:  “AstraZeneca è un vaccino sicuro. Più pericoloso prendere l’aereo”. Il nemico è il Covid non il Vaccino. Ma non c’è alcun dubbio che: «è giunto il momento di programmare una riapertura totale delle attività, dandosi un obiettivo coerente con la nostre capacità vaccinali». Altrimenti il Paese, «non tiene più». Il milione di posti di lavoro persi è lì a indicarlo, insieme ai dati della difficoltà economica attraversata da tutti i settori: «300mila imprese sono a rischio» e i sostegni al reddito necessari ammonterebbero a «circa 50 miliardi di euro al mese», una cifra impossibile da sostenere. Per cui serve un obiettivo condiviso e ragionevole. Aspettare di vaccinare la totalità della popolazione prima di riaprire è irrealistico: «Non avverrebbe prima della fine di quest’anno». Ma noi abbiamo a disposizione ormai solo poche settimane, per vedere la luce in fondo al tunnel, la data realistica a riguardo non può andare oltre «Il 15 o al più il 30 maggio prossimi». E’: «La soglia minima per mettere in sicurezza chi rischia di più con almeno una dose», cioè gli over 70 e tutti i soggetti indicati come vulnerabili. Ragion di più ora che AstraZenica è consigliato per la popolazione over 60,  Si tratta ancora di «circa 11 milioni di persone». Ad aprile sono previsti otto milioni di nuove dosi, che saranno somministrate con «300mila inoculazioni al giorno per il mese di aprile, mentre i restanti sei milioni saranno vaccinati con 400/500mila dosi al giorno nelle prime due o tre settimane di maggio». Questo obbiettivo, come auspicano ormai in molti è realistico, però servono alcune precise condizioni. La prima: «Una radicale strategia di contenimento delle infezioni nelle prossime settimane per riportare le terapie intensive e i contagi a parametri accettabili: non più di 100 contagi ogni 100mila abitanti e il 30% di occupazione delle terapie intensive». Subito dopo, è essenziale: «che il governo gestisca l’approvvigionamento dei vaccini delle regioni in modo da raggiungere uniformemente in tutte l’obiettivo di copertura». Terza condizione è «che il governo condizioni tassativamente le forniture regionali alla sola vaccinazione delle categorie identificate. Non un vaccino deve andare a soggetti non inclusi». Mentre la quarta impone «il rafforzamento della cintura di protezione costituito da tracciamento, tamponi e terapie sub-intensive e intensive». Ultimo punto (ma fondamentale): «Lo sviluppo massiccio della capacità di fare tamponi molecolari, collegato a un sistema di green pass». L’Italia, sul tema, è sempre stata in ritardo rispetto agli altri Paesi europei. Come ha detto un Carlo Calenda leader di Azione alquanto infuriato (ma non senza ragione) solo qualche giorno fa e prima di lui, per la verità molti epidemiologi italiani e stranieri, restati inascoltati: «i nostri piani di prevenzioni sono stati confusi e complicati. Non si è pensato di prevenire il virus, ma solo di inseguirlo». Quindi ci tocca un altro mese e poco più di passione? Si, ma non basta… servano per questo periodo altri “sostegni” economici adeguati, un calcolo approssimativo dice ulteriori 35 miliardi circa per coprire l’80% delle perdite ulteriori di molte attività. Che devono sicuramente arrivare subito… Facciamolo, ma lo sottolineo: deve essere l’ultima volta, poi riapriamo in sicurezza tutto quanto è possibile, avendo vaccinato a quel punto, almeno tutti i soggetti a rischio per l’età e le patologie pregresse. Sapendo che poi dovremo ricominciare a ricontrollare il nostro debito pubblico aumentato a dismisura nell’ennesima emergenza italiana. Facciamolo, ma per favore Draghi… “super Mario” parli e dica precisandolo bene, soprattutto a questi “nuovi facinorosi” scesi in piazza aggressivamente nei giorni scorsi, che a pagare il loro disagio che è uguale a quello di tutti noi, è ancora una volta quella parte del paese fatta di buoni italiani, con le loro tasse che hanno sempre pagate fino all’ultimo centesimo! E che permettere a Salvini e Fontana & ad altri capataz leghisti, di continuare a dividere gli italiani (oggi divisi anche tra lavoro dipendente e lavoro autonomo) intestandosi propagandisticamente la rappresentanza della maggioranza del Paese, tutta ancora da verificare e provare col voto nell’urna e non solo a colpi di sondaggi, non aiuta certo tutti quanti i cittadini, non almeno allo stesso modo.  Non tiene debitamente in conto che sul ciglio del baratro: «c’è l’Italia intera, non solo una parte di essa e del suo popolo», si continua continua di fatto a soffiare sul clima di “guerra civile”, sempre meno (come si usa a dire) a bassa intensità, direi invece sempre più ad alta tensione. E’ una condizione costante portata avanti in primis dalla Lega,  contro tutti coloro che non votano Salvini & C. E così il  Paese va ulteriormente a rotoli…

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