Economia italiana nel 2017, quali ‘reali’ prospettive?

L’anno nuovo è iniziato da qualche giorno, ed ecco che per l’economia italiana e le sue prospettive arriva un primo segnale negativo, con ieri, diamo l’addio al rating A, che anche per l’agenzia di rating Dbrs l’Italia diventa BBB con outlook stabile. Dbrs ha tagliato quindi il rating sull’Italia. L’Italia ha perso così l’ultimo giudizio a livello A rimasto finora. Il giudizio è stato espresso per l’incertezza politica legata al post referendum, per la debolezza del sistema bancario, ancora afflitto, nonostante gli interventi di risanamento del governo, da un alto livello di crediti deteriorati, da un debito pubblico ulteriormente cresciuto. Tutto ciò “inguaia” ulteriormente il nostro sistema bancario.
Ecco i rating delle principali agenzie finanziarie internazionali sull’Italia:

S&Poor’s BBB- stabile, Moody’s Baa2 stabile, Fitch BBB+ stabile, Dbrs BBB stabile.

Quindi per l’Economia italiana nel 2017, quali ‘reali’ prospettive?
L’economia italiana dovrebbe continuare a crescere anche quest’anno, ma a ritmi alquanto modesti.
Il 2016 si è chiuso con una crescita economica modesta per l’Italia… salvo sorprese relative all’ultimo trimestre dell’anno, il pil dovrebbe essere cresciuto dello 0,8%, mentre l’inflazione dovrebbe confermarsi sostanzialmente nulla. Numeri non proprio soddisfacenti, se si pensa che solamente un anno fa, in sede di redazione del Documento di economia e finanza per il triennio 2016-2018, il governo stimava una crescita dell’economia italiana dell’1,6% e dei prezzi dell’1%. A fronte di un pil nominale del +2,6% atteso, quindi, ci stiamo imbattendo in uno reale di appena lo 0,8-0,9%, circa un terzo delle stime iniziali.
E per il 2017 il governo ha stimato una crescita dell’1%, più realistica rispetto ai numeri messi nero su bianco in precedenza, ma non è detto che nemmeno questo dato sia centrato. La Banca d’Italia, ad esempio, tre settimane fa ha rivisto al ribasso le sue stime, tagliandole di un decimo di punto percentuale al +0,9%.
La Ripresa continua molto lentamente, ma la disoccupazione resta alta.
La stessa percentuale di crescita è attesa da Palazzo Koch per i prezzi, per cui dovremo registrare un pil nominale del +1,8%, formalmente in grado di impedire che il rapporto tra debito pubblico e pil salga ulteriormente, sempre che il deficit fiscale venga contenuto entro il limite del 2,3% del pil.
I segnali appaiono leggermente positivi sul fronte della ripresa, spiega l’Istat nell’ultime note di aggiornamento. Il punto è che parliamo pur sempre di una crescita modesta del pil, non in grado a questi ritmi di assorbire l’ancora elevato tasso di disoccupazione. E non s’intravede ancora una ripresa dell’inflazione, anzi a novembre i prezzi alla produzione sono diminuiti dello 0,3% tendenziale, mentre l’Istat lo vedremo presto …si attende una variazione nulla per quelli al consumo a dicembre.
L’economia italiana non riesce a salire sul treno della crescita. E le previsioni per il 2017 visto anche il rating… non sono affatto rosee. L’Italia non è un Paese ambizioso e manca di una politica economica di incentivi per gli investimenti di capitali nazionali ed esteri. Troppa burocrazia. Un sistema giudiziario inefficace. Una corruzione dilagante. Un sistema Paese incartato. Rete di infrastrutture sia di trasporto fisico che tecnologico ampiamente superate. Una tassazione alle stelle e una crescita demografica pressoché inesistente. Per non parlare del potere d’acquisto ridotto ai minimi storici.
All’Italia forse serve un vero Leader, visionario e rivoluzionario, che sappia osare e rompere gli schemi e tornare ad investire detassando e stimolando la crescita del reddito. Altrimenti l’economia italiana rimarrà stantia non solo per il 2017…

“E’ sempre tempo di Coaching!” 

 se hai domande o riflessioni da fare, ti invito a lasciare un commento a questo post: sarò felice di risponderti oppure: prendi appuntamento per una sessione di coaching gratuita
0

Aggiungi un commento