Italia: l’Ego malato di certa politica e il cinismo delle corporazioni che cercano solo il profitto, cancellano la realtà della pandemia e moltiplicano i morti da Covid…

Emerge sempre più chiaramente che se avessimo vaccinato per età e non secondo le pressioni interessate delle categorie spinte  dalla Politica, che tutto vuole discutere e determinare fino a subordinare, quando addirittura a rifiutare persino la scienza, i morti per Covid sarebbero nel nostro Paese già quasi azzerati… Avendo cavalcato tutti gli istinti più basic, i sentimenti più assatanati e le scorciatoie politiche più avventurose, non c’è da sorprendersi che Matteo Salvini continui con il suo Ego malato (non è il solo, anzi e in buona compagnia non solo a destra ma anche a manca) a procedere ambiguamente anche dentro questa nuova maggioranza che sostiene il Governo Draghi. Salvini è come sempre polemico: “non si può tenere chiusa l’Italia ad aprile”. Lo seguono i governatori di centrodestra ieri in pressing su Draghi: “Sulle riaperture dare segnale al Paese”, insiste Giovanni Toti. Draghi tiene ferme le indicazioni date pochi giorni fa: “Programmiamo le aperture per quando sarà possibile, l’Ue ci assicura quantità di vaccini che ci permetterebbero, se la somministrazione dei vaccini andasse a regime in tutte le Regioni, l’immunità entro luglio”. Il premier dice che bisogna guardare al futuro con ottimismo, che il piano vaccini migliorerà giorno dopo giorno e che non è lontano l’obiettivo delle 500mila dosi al giorno. Il Ministro Speranza sottolinea che: “Serve sempre la dovuta prudenza, non sono ancora possibili passi troppo lunghi”. Diciamolo chiaramente: la cieca propaganda della Lega, non guarda in faccia nessuno e spinge l’egoismo e il cinismo disumanizzante delle varie corporazioni, che non vogliono fare realisticamente  i conti con la pandemia e le decine di migliaia di italiani morti di Covid in questo ultimo drammatico anno. Si fa fatica a crederci ma ecco che adesso anche i magistrati criticano il governo che non li ha inseriti nelle categorie da vaccinare con priorità,  minacciando di sospendere l’attività giudiziaria. Sembra una fake news, e invece è un reality, uno show dove la realtà è sfigurata dalla Politica e dai componenti della corporazione della legge. Chiusi in una stanza sembrerebbe senza finestre da cui guardano – come tanti altri della vasta galassia delle professioni –  il mondo convinti di esserne il baricentro. Il comunicato porta la firma dell’Anm e alle 19.12 di due giorni fa,  irrompe sulla rete dell’Ansa con il suo consueto lessico sindacalese: “Il nuovo piano strategico vaccinale, oltre a destare disagio e sconcerto per la totale sottovalutazione dell’essenziale e improcrastinabile servizio giustizia, appare in assoluta antitesi con gli obiettivi di riduzione dei tempi dei processi, imposti dall’Unione Europea e richiamati dalla ministra Cartabia nelle linee programmatiche esposte recentemente al Parlamento”. Tanto appare improcrastinabile la funzione giudiziaria che se ne raccomanda l’immediato “rallentamento e, nei casi più estremi, la sospensione”. Si fa fatica a crederci: sembra che i magistrati non sappiano che il nostro Paese ha lasciato scoperti dall’immunità i più fragili per proteggere proprio le categorie? Non sanno quale prezzo di morti e di dolore paghi l’Italia al suo inguaribile corporativismo? Allora sarà il caso di rinfrescar loro la memoria con qualche dato. Lo fa efficacemente su Huffpost di Repubblica Alessandro Barbano: “La scorsa settimana, quando il premier Mario Draghi ha censurato in Parlamento il ritardo nella vaccinazione degli anziani, gli “over 80” immunizzati rappresentavano meno del 40 per cento. Un milione 800 su 4 milioni e mezzo. Eppure, in questa fascia di età si conta il 62 per cento di tutti i decessi per Covid. Che vuol dire? Che nella settimana tra il 15 e il 22 marzo ben 1.700 dei 2.800 morti di Covid si sarebbero potuti salvare, se solo tutti gli anziani avessero ricevuto almeno una dose di vaccino. Ce n’era la possibilità, poiché 8 milioni di fiale erano state già somministrate. Ma, come si legge sul sito del Ministero della Salute, due milioni e mezzo erano state destinate al personale sanitario, stimato per eccesso in un milione 400 mila unità, 700mila al personale scolastico, e un milione a una categoria definita genericamente “Altro”, nella quale alcune Regioni hanno infilato di tutto, e tra questo tutto c’erano già in alcuni casi (vedi la Calabria) anche i magistrati. Tant’è vero che il procuratore capo di Catanzaro Nicola Gratteri, preoccupato di smentire chi lo dipinge come un no-vax, per aver scritto la prefazione al libro «I deliri del Covid», prefazione che fa discutere. Anche se gli autori smentiscono: «Mai scritto che i vaccini sono acqua di fogna». A proposito l’ironia di Draghi: «L’avesse detto uno scienziato o un virologo». E anche il giudice si difende: «Mi sono vaccinato, altro che no vax» e assicura che i pm del suo ufficio sono tutti vaccinati. Com’è potuto accadere tutto ciò? Si dice: “personale sanitario” e il vaccino finisce ai diciottenni iscritti al primo anno di medicina o ostetricia. Si dice: “personale scolastico”, e a immunizzarsi sono i docenti a contratto di “sociologia dei pesci rossi” all’Università di Vattelapesca, in smart working ormai da un anno. Si dice: “caregiver” e chi non ha almeno un genitore anziano da assistere, anche se abita a centinaia di chilometri di distanza e magari lo si va a trovare una volta all’anno? Così gli anziani sono finiti in coda. Ancor meno protetti erano e sono tutt’ora gli “over 70”. Che in Italia sfiorano i 10 milioni e mezzo e rappresentano ben l’86 per cento delle morti per Covid. La percentuale di vaccinati una settimana fa era sotto il 20 per cento. Se invece di distribuire vaccini secondo le pressioni delle categorie sulle istituzioni, si fosse scelto il solo criterio anagrafico, i morti per Covid sarebbero stati già da tempo quasi azzerati”. Come del resto è accaduto in Gran Bretagna, dove prima hanno vaccinato gli “over 90” al 95 per cento, poi con gradualità anagrafica hanno coperto l’intera popolazione sopra i 65 anni. Dopo l’intervento di Draghi in Parlamento qualcosa è cambiato. Gli “over 80” immunizzati con almeno una dose sono oggi tre milioni, circa due su tre. Ma resta ancora un milione e mezzo di loro senza alcuna copertura. Per risparmiare altre morti si dovrebbe sospendere la vaccinazione di tutte le categorie, e procedere unicamente per diritto di anzianità e di accertata vulnerabilità. Se Draghi avesse potuto disporlo, lo avrebbe certamente fatto. Ma il rispetto dell’autonomia delle Regioni e le difficoltà organizzative di riprogrammare l’intero piano lo hanno indotto a una mera raccomandazione. E’ un vero paradosso quello dei 70enni: dosi solo a uno su dieci, ma sono loro i più colpiti. Ieri l’allarme di Locatelli: “Mortalità alta, va data la priorità a quella fascia”. E poche sono le Regioni virtuose e restano  ancora tanti gli ostacoli per le prenotazioni e le vaccinazioni. Un Paese che ha già pagato al Covid un tributo di 108mila morti dovrebbe interrogarsi se le sue inefficienze e i suoi egoismi non siano complici di questa strage. Non per aprire inutili inchieste, che pretendano di risolvere con il diritto penale ciò che invece spetta alla responsabilità politica e civile di una comunità. Ma per comprendere senza ambiguità che la politica e il corporativismo sono stati e sono in Italia i primi alleati della pandemia. A 300 morti di media al dì, saranno ben 9.000 gli italiani che per ogni mese a venire moriranno e l’86% sarà ancora nella fascia d’età tra i 70 e i 79 anni. E’ fin da quando il virus è dilagato nei nostri confini, grazie anche a una medicina di base dissipata in 20 anni di politiche regionali che hanno favorito la sanità privata a pagamento, una medicina di prossimità oggi è ormai pressoché inesistente. Tant’è che a tutt’oggi (dopo 13 mesi di pandemia) la partecipazione dei medici di famiglia alla lotta al Covid è ancora marginale. Ma va detto chiaramente che è la rigidità delle categorie che ha impedito anche di aprire le scuole facendole funzionare per recuperare le carenze della Dad anche in estate, di rafforzare i trasporti pubblici, di adeguare molte strutture dell’economia e della società all’emergenza diventata quotidianità. E, da ultimo, di evitare che la campagna dei vaccini fosse sporcata e ridimensionata dai privilegi categoriali spinti propagandisticamente da certa politica. Prima del prossimo inverno, si voterà alle amministrative comunali. Saranno oltre mille i comuni interessati dalle elezioni amministrative 2021 che sono state rinviate per l’appunto all’autunno: un voto che interesserà città come Roma, Torino, Milano, Napoli e Bologna. Nessuno, perciò può provare “disagio” e neanche “sconcerto”, se la macchina della salute rimette con ritardo gli anziani nel suo radar. Riproponendo l’età come baricentro della priorità di vaccinazione. D’altronde anche i tribunali civili sono in smart working da tempo. Nel penale alcune Corti d’appello svolgono le loro cause da remoto. Ciò non ha impedito rallentamenti e ritardi che i cittadini già pagano duramente. Rivendicare in questo clima una priorità assistenziale come un diritto sindacale vuol dire continuare a vivere sulla luna e tradire il ruolo che l’emergenza assegna alle élite. Le quali mai come oggi sono utili al Paese, solo se condividono responsabilità, non se estraggono e distribuiscono dividendi sull’economia di guerra di una pandemia. La magistratura e le altre corporazioni professionali scelgano finalmente di farsi rappresentare dai più degni…

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