Life: lì davanti ai miei piedi…

Ciao a tutti,
in queste settimane stiamo parlando di paura, vi sto spiegando qual è la sua natura, quando la viviamo, perché e come arrivare a eliminarla distruggendo le radici che la alimentano. Abbiamo visto le prime due radici, nelle storie di  Alda e Francesca i loro discorsi e nella storia delle scale e dei sassi… nonché nell’esercizio delle pretese. Oggi ho un’altra  storia che mi è capitata tra le mani qualche giorno fa,  che come vedrete ha molto a che fare anche con la capacità di prendere le decisioni migliori, oltre che, ovviamente, con la paura…  La donna entrò in casa trafelata preda d’emozione e di paura, osservando il ragazzo molto preoccupata. “C’è un serpente nel bagno!” esclamò. Il giovane rimase stupito e chiese conferma. La donna aveva visto una coda nascondersi dietro una pila di lenzuola poggiate per terra. Il bagno, una piccola casetta di mattoni costruita alle spalle della loro casa, era chiuso e difficilmente poteva infilarsi un serpente dentro. Ma la donna ne era certa. Il ragazzo la tranquillizzò dicendole che avrebbe affrontato il problema. Nel frattempo le suggerì di chiamare il fratello per una riunione in merito alla situazione. Il fratello arrivò con il responso di Google: chiamare il medico di una clinica veterinaria. Il ragazzo era perplesso: dubitava che avrebbe avuto risposte utili, ma chiamarono ugualmente. Le alternative erano due: accompagnare fuori dal bagno il serpente con una scopa, oppure chiamare i vigili del fuoco. Già, i vigili del fuoco per un serpente. Sarebbe stato divertente! L’unica informazione davvero utile era la conferma che i serpenti della zona non sono velenosi. Così il giovane prese la decisione. Afferrò una scopa, chiamò il suo cane e andò verso il bagno.La sua squadra (donna e fratello) rimase a controllare la situazione all’esterno. Il ragazzo entrò nel bagno con passo cauto, osservando con attenzione ogni angolo. Nulla si muoveva. Si voltò dietro e vide la sua squadra… a molti metri di distanza. “Bene” pensò, “questa faccenda me la devo sbrigare da solo!”.Dopo aver controllato la stanza senza vedere nulla, chiamò al suo fianco il cane per annusare il pericolo. Ma sembrava che non ci fosse traccia di nessun serpente. Avendo capito che se il cane non ringhia, il serpente non morde, iniziò a controllare con la scopa il cumulo di lenzuola dove la coda era stata avvistata, poi le bacinelle, i secchi, insomma, uno a uno ogni angolo venne controllato, prima con la scopa, poi con le mani, senza alcun timore. Del serpente nessuna traccia. Così, per togliere ogni dubbio, il giovane decise di spostare degli oggetti posizionati sul gabinetto in disuso nell’angolo. E lì, sotto il coperchio del water, c’era il serpente. Ma a quel punto il ragazzo non aveva paura, e iniziò a spostare con calma ogni oggetto che potesse fare da rifugio all’animale, per spingerlo fuori dal bagno e chiudere la questione. Il cane entrò in azione avendo finalmente visto il nemico (ma non hanno un fiuto eccezionale?). La lotta fu aspra. Il ragazzo e il cane ingaggiarono un combattimento in tutta la stanza. Il serpente correva in ogni angolo, aggredendo i suoi avversari. Il ragazzo fece fare il lavoro sporco al cane, che ne sapeva molto di più in fatto di serpenti. Alla fine il cadavere del serpente, ucciso dal cane, era sotto la scopa, per terra, fuori dal bagno. Se lo avessero chiesto, il ragazzo avrebbe risposto di non avere mai avuto paura. All’inizio era titubante all’idea di entrare nel bagno con dentro un serpente (stanza piccola per giunta!), ma consapevole che nessuno lo avrebbe fatto altrimenti, e che poteva gestire la situazione.Il serpente era un cucciolo, lo ammetto, e non era certo un nemico feroce. Ma era un serpente e prima di individuarlo si sarebbe aspettato un serpente adulto, grande e grosso.  In questi giorni sto parlando di paura, e mi sono ritrovato un’occasione meravigliosa per averne e non agire. Sapete qual è la sola forza che ha la paura? Tenervi fuori dal bagno. Se resstiamo fuori, se non entriamo in quella stanza, la paura vince e non avremo modo di capire che quella è una cosa che possiamo fare, gestire, superare. Teniamo conto di alcune cose: che il serpente non è velenoso. Pericolo ridotto quindi. Che i serpenti non ti attaccano per sport. basta non agire per minacciarlo. Avevamo accanto l’amico cane e i cani sanno trattare con i serpenti meglio di noi.  Avevamo fiducia che, in caso di pericolo, avremmo potuto lasciare la stanza o difenderci se fosse servito. Se dentro ci fosse stato un cobra, avremmo agito probabilmente in modo diverso. E non avremmo certo mandato avanti il nostro cane con un serpente potenzialmente mortale nella stanza. E se dietro al gabinetto avessimo trovato un serpente adulto, saremmo stati sicuramente meno spavaldi con la scopa! Ecco perché saper fare sempre la scelta giusta è prezioso. Non avere paura, come avevo spiegato in un dei primi post di questa serie, non significa essere incoscienti, ma capire, comprendere, valutare con attenzione e poi agire, o evitare. Non ho bisogno di avere paura del serpente per gestire una situazione simile. Anzi, la paura mi fa agire con meno lucidità e attenzione. La paura non serve. Serve consapevolezza e attenzione. Serve comprendere la realtà, capire e valutare istante dopo istante cosa fare. Domani o dopo vi spiego qual è la terza radice che alimenta le nostre paure. Una delle più insidiose e difficili da estirpare.

E’ sempre tempo di Coaching!

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