I democratici non possono più stare ulteriormente fermi, aspettare il giorno per giorno, una buona parte della sua opinione pubblica si è stufata dell’attendismo di Zingaretti & C. e di farsi prendere a schiaffi da tutti Salvini e Meloni, Di Maio e Di Battista per dire poi di Renzi, il più accanito critico del Pd. Serve quindi una controffensiva vera contro i bugiardi di Bibbiano. del “salva stati”, della stessa Manovra Economica dalla migliaia di emendamenti, del o così o si va al voto… che suonano come dei quotidiani ultimatun. A questo punto occorre, che per il Pd sia davvero: “tutta un’altra storia”. Immagino che nel Pd si confrontino due linee (magari anche di più, ma per stare all’essenziale). Quella che pensa che sia più giusto comunque tirare avanti con il governo Conte 2, facendo ogni tanto la voce grossa (e se non proprio grossa, almeno un po’ alterata) perché conviene prendere tempo e non correre il rischio di dare subito il Paese in mano a Matteo Salvini e Giorgia Meloni. Nella speranza che qualcosa d’altro accada, magari un Salvini che faccia il bis del Papeete, si insomma, un’ennesima cazzata ecc. ecc.. L’altra linea dice che non se ne può ormai già più, che questo tira e molla con i Cinque Stelle ha superato ogni decenza, che Luigi Di Maio è di fatto totalmente inaffidabile e che il povero Beppe Grillo non lo controlla più e che quindi il Pd non può consegnare al Paese l’immagine di sé come una forza irresoluta, che sta al governo per disperazione, che teme il voto. In tutto questo c’è anche la partita con Matteo Renzi, visibilmente nei guai giudiziari, che ogni giorno (ormai sempre più a sproposito) alza la voce, ma ha una paura matta del voto che lascerebbe a casa quasi tutti i suoi attuali parlamentari sottratti al partito democratico. Mentre proprio il Pd rischia di essere travolto dal troppo attendismo. Lo scontro fra queste due linee ha anche una base di contrasto culturale. La prima linea, quella dell’attendere, fa capo all’idea che bisogna farsi carico dei problemi del Paese fino al proprio sacrificio, che bisogna difendere l’Europa dai barbari, che l’opinione pubblica alla fine capirà la generosità di una linea responsabile. Personalmente resto dell’avviso che i bugiardi di Bibbiano del Mes e quant’altro si agiti contro questo instabile governo reggeranno a loro volta al governo per pochi mesi… e che quindi immolarsi come argine estremo, sia un sacrificio inutile. La seconda linea, invece, crede che sia irresponsabile affidare l’Italia per quei pochi o tanti mesi dopo le elezioni alle scorrerie di Salvini e, Meloni e a ciò che, resterà del M5S. Che l’Europa si salva da sé e che di fronte alle intimidazioni di Matteo Salvini, Alberto Bagnai e Claudio Borghi a Bruxelles scoppiano in grandi risate continentali. Infine che la funzione di un partito è salvaguardare il proprio blocco elettorale per la vittoria o, di fronte alla minaccia della sconfitta, per costruire nel tempo successivo la rivincita. Il Pd dunque deve scegliere fra il suicidio o il combattimento che potrà finire con mille ferite ma che comunque lo lascerà sul campo di battaglia pronto per la prossima battaglia. Nicola Zingaretti non dovrebbe avere dubbi al proposito. Certo votare subito significa dare al centrodestra la possibilità di eleggere il nuovo capo dello Stato? Bene questo sta oggettivamente nelle cose. Infatti, sia se vince la prima linea sia se vincesse la seconda, con tutta probabilità il prossimo presidente della Repubblica sarà di destra. Vorrei dire ai candidati di sinistra di rassegnarsi. Semmai accetterei il consiglio di Enrico Mentana di cercare fra la gente di destra uno/a adatta a salire al Colle. Qualcuno/a c’è. Per il resto si inizi la guerra totale contro i bugiardi di Bibbiano e contro Di Maio nella speranza che nel M5s emerga una leadership almeno dignitosa. Mi immagino un Natale e Fine Anno con il Pd lancia in resta sul fronte salva-Stati e manovra economica, che faccia casino sull’Ilva, che sbugiardi i due bugiardi di Bibbiano su tutte le fake news che propagano con l’aiuto di giornalisti arruffapopoli. Il Pd non può più stare fermo, aspettare il giorno per giorno, che Conte e Di Maio decidano che fare dopo l’approvazione della manovra economica per un rilancio dell’attuale maggioranza… o che Renzi la smetta di fare la sua personale battaglia contro tutto e tutti. La parte d’opinione pubblica che guarda al Pd, si è stufata dell’attendismo e di prendere schiaffi. I Democratici si facciano coraggio: si risale nel consenso anche con un gesto di orgoglio, con una controffensiva mediatica, con mille piazze, milioni di messaggi sui social, in cui si mette l’Italia di fronte alla cialtronaggine della destra che vuole portare il Paese fuori dall’Europa per consegnarlo magari a Vladimir Putin. Se ciò dovesse accadere vedremo probabilmente togliete i monumenti a Garibaldi, reo di aver combattuto per l’unità d’italia… Traditori altro che patrioti, traditori che non sono altro…
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