Pd: una politica nevrotica ridotta a un format del tutti contro tutti…

La paura e la tattica fanno dire ai dem vicini a Nicola Zingaretti e Dario Franceschini che il No può vincere e che a quel punto sarebbero guai per il governo. In realtà, fanno finta di non sapere che la barricata populista alzata in questi anni è ancora molto molto alta e che, peraltro, il governo, in questo discorso, non c’entra niente. Oppure potrebbero nascondere l’idea geniale di trasformare il 20-21 settembre in un referendum su Giuseppe Conte: una drammatizzazione che sarebbe davvero un harakiri. Che cosa succederà veramente dopo il voto regionale e quello referendario per il taglio del numero dei parlamentari? I retroscenisti sono al lavoro perché, come in un reality show (vedasi Temptation Island), per mantenere l’equilibrio e raggiungere l’obiettivo, la sfida per i vari protagonisti è capire fin dove conviene tirare la corda: perché in qualsiasi momento il soggetto più debole può decidere di rompere il giocattolo… E a quanto scrivono da giorni più o meno tutti gli articolisti che conoscono i retroscena dei partiti del nostro paese, nel Pd, in caso di sconfitta nella prossima tornata elettorale, regionale in particolare (figuriamoci poi se ci si aggiungesse pure una molto improbabile vittoria del No al referendum), Nicola Zingaretti verrebbe scalzato da Stefano Bonaccini, già d’accordo con Matteo Renzi per organizzare (udite, udite) successivamente il rientro dei profughi di Italia Viva, visto il grande ed ennesimo flop di Renzi… Che sarebbe più o meno quello che i renziani accusavano Zingaretti di voler fare con Leu e che quasi certamente accadrebbe, se dal voto l’attuale Segretario dovesse ottenere un risultato positivo, capace di rilegittimarlo. Vero o fantastica fake? Comunque la si pensi su Renzi e Zingaretti, renziani, bersaniani e dalemiani, da questa semplice constatazione dovrebbe apparire chiaro che il problema principale del Pd e del centrosinistra, non può essere unilateralmente attribuito a nessuno di loro, perché li precede e li supera tutti, da almeno un quarto di secolo. Un problema che è stato però portato all’estremo a partire dall’introduzione delle primarie. È la logica dei gazebo, con la campagna elettorale interna e la divisione verticale in sotto-partiti l’un contro l’altro armato, che ha trasformato la normale dialettica di corrente in una vera e propria guerra senza prigionieri, in cui agli sconfitti non resta che l’esilio in un altro partito, da dove tentare di organizzare poi la resistenza e la riscossa in patria, quando giunga il momento propizio. È questa dinamica perversa, unita alla personalizzazione e alla spettacolarizzazione che pervadono ormai il sistema politico, che ha trasformato la vita democratica interna del principale partito del centrosinistra in un’interminabile edizione di ‘Temptation Island’. Per i pochi (incolti) che non conoscessero il programma, si tratta di questo. Alcune coppie vengono portate su un’isola e divise per qualche settimana: gli uomini da una parte, le donne dall’altra. In questo periodo gli uni e le altre saranno esposti alla convivenza, rispettivamente, con tentatrici e tentatori. A sera, ogni tanto, saranno convocati in spiaggia davanti a un falò, e a ciascuno saranno mostrati i video contenenti i momenti salienti riguardanti la vacanza del proprio partner, con le reazioni che si possono immaginare. Si dice che in amore, come in politica, alla fine è sempre questione di strategia. E così ognuno alla fine deve capire fin dove gli conviene tirare la corda: perché in qualsiasi momento il soggetto più debole può decidere di rompere il giocattolo, annunciare la scissione, la fine del gioco e lasciare l’isola… Ora risulta inutile fare l’elenco dei giornali che promettono il brivido della rottura… certo è che da tempo l’elemento di tensione e consolidato nel Pd, per dir meglio, quello della maggioranza del partito, è giocare al “buttafuori” sapendo che un minuto dopo essere usciti …si scompare e si è scansati come la peste persino dalle tv locali. Quindi per danzare sul confine della rottura senza mai farsi cogliere in fuorigioco serve un talento speciale, che l’imbarbarimento delle relazioni politiche e sentimentali ha reso, purtroppo, sempre più raro. Non si contano più i dirigenti, i padri nobili, le giovani promesse e persino gli ex segretari del Pd che alla prima sconfitta congressuale hanno fatto i bagagli e se ne sono andati. Salvo poi minacciare di tornare un minuto dopo, ripensarci in extremis, chiedendo un confronto e il parere del pubblico. Insuperabile in questo campo resta Michele Emiliano, passato nel corso della stessa direzione del Pd, nel febbraio 2017, dalle dichiarazioni congiunte con Roberto Speranza ed Enrico Rossi per la fondazione di un nuovo partito alla decisione di candidarsi alla segreteria del partito vecchio… Nonostante le molte somiglianze tra Temptation Island e Partito democratico – del resto si tratta in entrambi i casi di format americani successivamente riadattati – c’è una differenza essenziale che non andrebbe sottovalutata. Ed è che non per caso i protagonisti del programma televisivo cambiano a ogni stagione, mentre quelli del Pd restano sempre gli stessi. Ma il gioco delle coppie, proprio come il gioco delle correnti, è bello quando dura poco. È questo carattere nevrotico, inevitabilmente contraddittorio, per non dire ossessivo del format democratico a segnarne il declinante successo di pubblico e di critica. Perché ormai tutti hanno già fatto tutte le parti in commedia: il traditore e l’agnello sacrificale, il cospiratore e l’alleato fedele, il leader pugnalato alla schiena e il pugnalatore. E così l’elettorato ha perso il bene più prezioso: la sospensione d’incredulità… ormai è tutto vero anzi verissimo!!! Chissà… forse il ritorno a una legge elettorale proporzionale – ammesso e non concesso che si verifichi – non favorisca anche nei partiti il ritorno a format di confronto più tradizionali. Magari sui contenuti di una necessaria politica per il Paese. Anche se non tutti sembrano rendersene conto, i primi a guadagnarci sarebbero proprio gli ultimi naufraghi dell’isola PD…

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