PD: Zingaretti & C. sono finiti in un cul de sac, meglio andare subito al voto…

Il governo Conte è sottoposto al logorio quotidiano Salvini lo ‘bombarda’ dall’opposizione, mentre Renzi e Di Maio lo fanno da dentro la maggioranza. Convinti a modo loro di non dover fare subito i conti con le elezioni. Tuttavia, questo Governo, appare retto da una maggioranza senza futuro.  Per la prima volta un esecutivo appena nato risulta così diviso e privo di qualsiasi collante politico… Altro che alleanza organica PD-M5S… La strategia filo-grillina di Zingaretti convince sempre meno e ormai più quasi nessuno. Sicuramente non Orfini, che chiama l’ennesimo Congresso, ne i renziani rimasti nel PD… tutto ciò vorrà dire bene qual cosa? E senza pensare a “complotti” e/o altro di ancora peggio, per la leadership di Zingaretti, non c’è dubbio che ci sono molte e diffuse perplessità sull’idea del segretario Pd di stringere un’intesa politica con i 5 stelle. Dietro alla sua frettolosa decisione non c’è solo il timore di perdere l’Umbria e, peggio, l’Emilia, ma anche l’ipotesi di un accordo di ampio respiro che andrà discusso approfonditamente, nell’ennesimo straordinario Congresso… Personalmente ho paura di un partito, e “per” un partito, che dedica ormai ossessivamente tutte le sue attenzioni alla questione delle alleanze. Il segretario Pd si dovrebbe invece occupare di dare un quid alla sua forza politica. Al primo appuntamento politico del Conte2 sulla manovra economica, questa idea che motivava la necessità di una alleanza larga che comprendesse tutta la sinistra, più i cinque stelle e magari Matteo Renzi e perché no pezzi di Forza Italia. Sembra francamente sempre più un “Fantacalcio…”. Di Maio continua a proclamare la centralità del movimento 5 stelle dal “basso” di un sempre più probabile scarso 20%, partendo “dall’alto” del 30% con cui a tuttora identifichiamo il popolo grillino. Non c’’è dubbio che il fondatore (Beppe Grillo) vuole far diventare i 5 stelle una forza “governista” guardando ad una leadership di Conte, ma proprio questo manda “nei matti” Giggino… preoccupato sempre più solo di se stesso e del suo futuro politico. Inoltre, questi 5 stelle continuano ad essere una bella ammucchiata di sempre incazzati, ancora anche con il Pd, se non soprattutto col Pd. E parlare di alleanze strategiche, in queste circostanze, pare veramente una cosa poco seria. È un bene che un governo si sia fatto ma che sia davvero un bene lo si potrà vedere dal lavoro che saprà fare se reggerà alle sue contraddizioni e all’attacco dell’opposizione Salviniana. Tenere lontano Matteo Salvini da tutto ciò che può distruggere è utile per il Paese e persino per lui. Ma non si fonda una strategia politica solo su no a Salvini… Quindi lo ridico: Nicola Zingaretti si occupi di dare un quid al suo partito. Non tema etichette, lo faccia di sinistra, socialdemocratico, lo vesta con abiti vintage. Prenda pure dall’armadio cose belle del passato e le rimetta in sesto per le nuove battaglie, poi vada con chi incontrerà per strada, persino con Di Maio e la sua banda di “scappati di casa” ma dopo aver verificato nell’urna, l’attuale vera consistenza numerica di questi signori. Nel frattempo, si faccia una ragione che Renzi è un nemico quanto Salvini se non di più del Pd… L’uomo di Rignano è politicamente parlando un ‘avventuriero’ e sempre più mostra un insano narcisismo, cosa che ha in comune con Salvini e anche con Di Maio ma non c’è dubbio alcuno ne mantiene la royalty. Renzi dice di stare tranquilli, di voler andare al voto non prima dei 3 anni e mezzo. Ma ecco perché ha bisogno di tenere le luci puntate su se stesso e Italia viva, ecco allora anche l’urgenza di vittorie intermedie: ad esempio, eliminare dalla scena Conte, “l’avvocato del popolo”. Sostituirlo con un “mister x”, magari proprio con Franceschini, e fare del Pd un partito di ceto politico, guardiano di interessi costituiti, docile davanti al neo-macronismo arrembante. Per quanto la tentazione del potere sia sempre forte nel Pd, non c’è chi non veda che questo sarebbe il sentiero verso il declino finale. Inoltre come scrive Massimo Franco sul Corriere: “lo sfilacciamento della coalizione è difficile da ignorare. Si manifesta quasi quotidianamente, evocando le convulsioni di precedenti governi, compreso quello di Giuseppe Conte con M5S e Lega. Dall’Europa all’Umbria, i segnali che arrivano mostrano la difficoltà a coordinare una politica comune: a vantaggio delle opposizioni di destra, pure divise. Il voto di ieri del Parlamento europeo che ha bocciato l’apertura dei porti alle navi delle Ong ha lasciato il segno. In più, Forza Italia chiede al Quirinale se il decreto fiscale presenti aspetti di incostituzionalità nel modo in cui prevede manette per gli evasori.  E allora, forse, meglio le elezioni. Come si suole dire è l’ora del coraggio. Il leader del Pd si tenga pronto e faccia saltare il banco ora, sarebbe un regalo per la democrazia… Due straordinari affabulatori hanno preso la prima scena nel fine settimana che abbiamo alle spalle. Una cosa hanno in comune: sono totalmente inaffidabili. Matteo Renzi perché è pronto a tradire sempre chi ha appena appoggiato. Matteo Salvini perché cambia idea con la stessa rapidità con cui passa da una birra a un mojito. Renzi ha spinto in modo eccezionale per fare un governo che mandasse a casa il leader della Lega e subito dopo si sta impegnando per tenerlo a ballare sulla corda e farlo cadere quando a lui farà comodo. Salvini è passato dal secessionismo al sovranismo, dal no-euro al viva-euro. Insomma la politica odierna, nei suoi dirigenti più dotati di carisma, prova che il trasformismo è lo stile prevalente. RENZI E SALVINI STANNO DETTANTO I TEMPI DEL DIBATTITO POLITICO. Renzi ha fondato un partito e da quel che ha detto, e che ha fatto dire ai suoi, ha creato un partito di centro che non guarda a sinistra. La sua ambizione è di strappare a Salvini i voti di Forza Italia adescando quei moderati che non vogliono stare con il segretario del Carroccio. Salvini sta provando a cambiare una parte della sua narrazione per diventare più appetibile a chi si è stufato delle sue frasi proterve e delle sue cazzate, ma personalmente resto dell’idea che il suo consenso sia molto sopravvalutato dai sondaggi. E comunque continuano le tensioni tra le forze di centro destra, anche dopo la prova di forza della Lega a P,zza San Giovanni. Con la Meloni che ha una linea più coerente e rigorosa, se guardata da destra. Sia con Berlusconi, che non garantisce più una reale leadership su Forza Italia, destinata a implodere. In questa situazione il governo Conte e il Pd rischiano di fare una brutta fine. Renzi e Salvini hanno dato le carte in questo passato week end. Renzi si sta muovendo come il detentore della golden share del governo. Salvini come quello che, a capo di un popolo vero e niente affatto demoralizzato, aspetta di vincere. Giuseppe Conte deve ancora definitivamente guadagnarsi la leadership del Movimento 5 stelle e convincere i suoi nuovi “diretti” a diventare “democristiani”. Il Pd di Nicola Zingaretti deve invece reggere l’attacco più subdolo che gli hanno scatenato Renzi e le sue girl, cioè Teresa Bellanova e Maria Elena Boschi, con l’accusa infame di essere il partito delle tasse. SERVE CHE IL GOVERNO CONTE-PD NON REGGA PIU’ IL GIOCO A ITALIA VIVA, LEGA E M5S. Forse il momento di far saltare il banco è arrivato. Come ha avuto modo di dire domenica scorsa a “Non è l’Arena” intervistato da Giletti sulla situazione createsi e sulla tenuta del Governo,  Zingaretti:  “Non fa solo effetto, fa male, noi saremo molto responsabili e diciamo agli alleati che si può. Gli italiani sono stanchi e non sono dei coglioni. Bisogna mantenere le parole sennò si arrabbiano e ci sarà una rivolta”. La scommessa può essere questa. Se si continua così con un governo sottoposto al logorio di una forza che conta di non verificare il proprio consenso per un paio di anni e con un’altra che ha un leader, Luigi Di Maio, ormai stracotto, è bene staccare la spina. Garantire a queste due posizioni la rendita di un governo che si può attaccare, minare, indebolire tanto non c’è il rischio del voto, sarebbe un errore. Si vada a votare e si vedrà quanto vale Renzi e quanto vale Di Maio. Andare a votare può riproporre la possibilità che Salvini vinca, ma su quale linea vincerà? Guardati da sinistra, Matteo Salvini e Matteo Renzi… competono entrambi nel centro-destra. In questo casino può nascere un’alleanza di persone serie, in cui ci deve essere una vera sinistra riformista, che si opponga agli affabulatori, a chi ha già fallito (entrambi Salvini e Renzi), a chi sa lavorare solo contro ma non ha proposte per il futuro (sempre Salvini e Renzi). Purtroppo non c’è più tempo da perdere. Salvini ha bisogno di tempo (qualche mese) per far digerire un nuovo centrodestra a totale trazione leghista, azzerando FdI e FI e Renzi per far decollare il suo partito verso percentuali credibili che effettivamente ne certifichino la possibilità di essere l’ago della bilancia di un quadro politico sempre più complicato. Colpirli ora sarebbe un regalo per la democrazia. Forse alla fine l’asse Pd-Conte non vincerà, ma costituirà una base forte per riaprire un’ipotesi vera di ricostruzione di un nuovissimo centro-sinistra. Tanto Salvini, malgrado le promesse, al Papeete ci tornerà la prossima estate. La sua natura è quella. E Renzi è ormai inemendabile… nel suo avventurismo politico mentre Luigi Di Maio & Soci quelli che gli soro restati, devono rendersi conto che è finito il tempo dei ‘capricci’…

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