Politica: la situazione politica in Italia all‘indomani delle elezioni amministrative del 3/4 ottobre 2021…

…brevemente:

Il vero vincitore è ancora una volta l’astensionismo. In occasione della consultazione elettorale amministrativa appena conclusasi, oltre 12 milioni di cittadini sono stati chiamati ad esprimere le loro preferenze. Va subito sottolineato che in tale occasione è stato stabilito il nuovo e non invidiabile record di astensione dal voto da parte dell‘elettorato! Infatti, più di un elettore su due non si è recato al seggio elettorale per esprimere il proprio voto, pur potendo votare nell‘arco di due giorni. I primi commenti a caldo per spiegare tale scarsa affluenza hanno riguardato il generico disinteresse, la delusione per le carenze amministrative pregresse e per la politica svolta da alcuni partiti, come ad esempio nel caso del Movimento 5 Stelle e della Lega, nonché lo scarso profilo politico di alcuni candidati cui si è peraltro aggiunto un sostegno inadeguato da parte delle rispettive aree politiche di provenienza. Prevale il centrosinistra a Milano, Napoli e Bologna. Roma e Torino vanno al ballottaggio tra candidati del Pd e del centrodestra che si riconferma alla guida delle Regione Calabria. Il caso Roma resta aperto ad ogni scenario. Infine, il Pd vince le elezioni suppletive per la Camera nei collegi di Siena e Roma Primavalle. La crescita dell’astensione è sicuramente un ulteriore segnale preoccupante per la nostra democrazia. Le elezioni amministrative del 3 e 4 ottobre 2021 interessavano 1.154 comuni tra cui 15 capoluoghi di provincia e 6 di regione. Si è votato anche per l’elezione del presidente della Regione Calabria. Nel prossimo fine settimana si svolgeranno ulteriori elezioni amministrative in Trentino, Sicilia e Sardegna per un totale di 1342 comuni. Quanto ai risultati si può dire che si sono confermate alcune previsioni come nel caso della vittoria al primo turno del centrosinistra a Milano, Bologna e Napoli. In queste 2 ultime città il Pd si è alleato con i 5 stelle superando il 60% dei voti espressi, mentre a Milano il sindaco Sala ha centrato l’obiettivo della sua rielezione mantenendo un profilo indipendente e la personale adesione ai verdi europei senza allearsi con i 5Stelle che hanno raccolto solo il 3,1% dei voti con la loro candidata Layala Pavone. Il centrodestra si conferma in testa a Trieste con il sindaco in carica Roberto Dipiazza che raggiunge il 45% dei voti sul dem Francesco Russo. Vittoria annunciata del centrodestra nelle elezioni regionali in Calabria con il neo presidente Roberto Occhiuto, esponente di Forza Italia proveniente dalla Dc. Bassa l’affluenza al voto (44%) e grande frammentazione di sinistra e centrosinistra con 3 liste che, comunque, messe assieme sono inferiori al 55% raggiunto da Occhiuto. A Torino si andrà al ballottaggio con il candidato del centrosinistra Stefano Lo Russo in vantaggio, contrariamente alle previsioni, su quello di centrodestra Paolo Damilano. I 5Stelle non raggiungono il 10% con la candidata Valentina Sganga chiamata a dare continuità alla sindaca pentastellata Chiara Appendino che ha deciso di non ricandidarsi. Anche a Torino l’affluenza non ha superato il 50% dei possibili elettori così come a Roma (48,83%) con significative differenze in basso nei quartieri periferici: ad esempio nel sesto municipio (Tor bella monaca e Torre angela) ha votato il 42,85% degli elettori contro il 56,67% del quartiere Parioli. Nel lontano 1993 l’affluenza alle urne per le comunali raggiunse il 78,77%. Dunque le urne di inizio ottobre evidenziano, prima di tutto, questo preoccupante assenteismo in base al quale solo metà degli aventi diritto si sono recati alle urne. Un dato che dovrebbe preoccupare sia la tenuta democratica del Paese che la qualità della politica espressa a partire proprio dalle grandi città (ma vale per tutti i comuni grandi, meei e piccoli) dove la scelta dell’amministrazione è una questione alquanto vicina alla vita quotidiana delle persone. Eppure mai come questa volta le forze politiche nelle città hanno incentrato la loro attenzione proprio sul recupero dei voti nei popolosi quartieri periferici. Nella Capitale,  ha visto primeggiare Enrico Michetti, candidato scelto dalla leader di Fratelli d’Italia per la coalizione di centrodestra, sul dem Roberto Gualtieri. Una vittoria per quest’ultimo nella competizione per il secondo posto con Virginia Raggi e Carlo Calenda. L’ormai ex sindaca pentastellata ha mantenuto il consenso intorno al 19% dei votanti, più o meno la percentuale raggiunta da Calenda leader di Azione che ha cominciato per primo questa campagna elettorale incontrando interesse nei media. La lista Calenda sindaco ha raccolto più voti di quella di Fratelli d’Italia. Sul sito del ministeri i dati definitivi del primo turno a Roma. Nel ballottaggio del 17 e 18 ottobre si prevede un ulteriore calo dei votanti mentre le eventuali indicazioni di voto dei 5Stelle, Calenda e altre liste minori con percentuali irrisorie non sembrano tali da spostare il consenso degli elettori. Come già esposto ed evidente a tutti, il destino di Roma è centrale nella vita politica nazionale. Il periodo che precede il ballottaggio è contrassegnato dalla ricerca affannosa dei voti per poter vincere ma può anche essere l’occasione per capire le diverse soluzioni proposte dai due candidati sui nodi aperti della metropoli. Una sorta di esame di riparazione per la democrazia che si basa, come sempre, sulla partecipazione diretta prima ancora di una delega cosciente e attiva. E, come in tutte le città, è importante tener presente la geografia del voto che si è espressa nel primo turno per garantire una rappresentatività integrale della cittadinanza. La tornata elettorale di inizio ottobre ha visto infine l’elezione suppletiva a Siena con la vittoria di Enrico Letta, segretario del Pd, eletto deputato grazie al voto considerato incerto fino alla fine in un collegio un tempo blindato ma ora segnato dalle conseguenze sullo scandalo del Monte dei Paschi di Siena: l’affluenza si è fermata al 35,93% dei votanti contro il 78,51 % delle politiche del 2018. Elezioni suppletive vinte dal Pd anche a Roma nel collegio di Primavalle con il voto che porta alla Camera il segretario del Pd romano Andrea Casu. Segnali, secondo Letta, della scelta compiuta, dopo la segreteria di Renzi, di puntare su alleanze più estese del solo Pd. Commenti ricorrenti sulla fine del populismo sembrano, tuttavia, affrettati considerando il problema dell’astensionismo crescente in vista delle prossime elezioni politiche fissate per il 2023. Salvo imprevisti. Vorrei aggiungere (modestamente), visto che non lo hanno fatto altri, il non trascurabile effetto Covid, che non ha di certo invogliato una parte consistente dell‘elettorato (anziani e fragili) a recarsi in locali chiusi ed affollati dopo lunghi mesi di isolamento e di timori di contagio. Ma vengo al dunque. I leader dei partiti che han subito consistenti cali di preferenze in termini percentuali, hanno prontamente dichiarato che coloro i quali si sono astenuti dal voto avrebbero sicuramente votato (se detto voto esprimeva) per tali stessi partiti! È una maniera italica di leccarsi le ferite, dichiarando allo stesso tempo di godere di ottima salute, sempre e comunque in costante miglioramento! Va in ogni caso rilevato che i genitori degli astenuti, pur in tempi di pandemia, continuano a procreare in maniera indefessa e vieppiù feconda! Per quanto precede, così come insegnano queste ultime elezioni amministrative, chiunque ormai raggiunga il 25% più uno dei voti espressi (pari ad uno su quattro degli aventi diritto al voto), può vantarsi di aver ottenuto una schiacciante affermazione con relativa maggioranza assoluta! In attesa dei prossimi ballottaggi, laddove necessario, queste elezioni possono senz‘altro essere interpretate alla stregua di un ampio sondaggio in vista delle prossime elezioni politiche e degli attuali e prossimi equilibri a livello del quadro partitico nazionale. Va innanzitutto rilevato che da questa tornata elettorale amministrativa, il Governo esce sostanzialmente rafforzato, mentre appare ormai oltremodo lontana l‘ipotesi di uno scioglimento anticipato delle Camere, perfino qualora Mario Draghi venisse prossimamente eletto alla carica di Presidente della Repubblica. Infine, così come su questo Blog si era molto precocemente previsto ed anticipato appare ormai sostanzialmente scontato per l’Italia un ritorno possibile al bipolarismo perfetto, così com’era negli auspici e nei toni anti-sovranisti dell‘Unione europea, della Finanza internazionale e dei così detti Poteri forti…

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