Politica: ma come, in Italia i fascisti non esistono, la pandemia nemmeno, la Terra è piatta e la democrazia è una dittatura che per difendersi nega la libertà…

I fascisti sono sempre quelli che non esistono. Quelli che nessuno vede, nessuno sente, nessuno riconosce. Il saluto romano? Goliardia. L’appello ai camerati, i brindisi, le teste del duce? Folklore. Nemmeno la parola, “fascisti”, si pronuncia con tanta facilità (Giorgia Meloni è riuscita ad articolarla dopo giorni dall’inizio dell’affaire Fanpage): meglio un aggettivo passepartout, “nostalgici” – che suona così languido e inoffensivo, nemmeno fosse un tango al crepuscolo, e mette l’accento su una cosa nobile e in fondo sentimentale e un po’ contemplativa, come è la nostalgia, che pare l’esatto opposto della violenza. E le prese di distanza, quando avvengono, sono sempre piene di distinguo, di fatica lessicale, di esibizioni di voltafrittatismo: “Fascisti sarete voi, che chiamate fascista chiunque non è d’accordo con voi”. Di queste ore il meglio di Giorgia Meloni: “A Roma (attacco alla sede nazionale della CGIL) sicuramente squadrismo. Ma non conosco la matrice”. Lo ha detto la leader di Fdi  alla convention nazionale di Vox, partito di estrema destra spagnolo che vuole restaurare il Franchismo. Per poi sottolineare: “Dal Ministero dell’Interno, pessima gestione dell’ordine pubblico”. Cose assai subdole, perché da queste marche linguistiche passa la normalizzazione, la banalizzazione di qualcosa che oggi, ottobre 2021, appare semplicemente inconcepibile e assai pericoloso: richiamarsi, a qualsiasi titolo e in qualsiasi circostanza, a valori, idee, motti, personaggi, modalità del fascismo (sì, quello storico, costante alimento di quello che Umberto Eco definiva perenne, come un serbatoio d’immaginario, di simbologie: non vederlo con chiarezza è oggi impossibile). E oggi la responsabilità morale delle forze e dei personaggi politici che, a qualsiasi titolo e con qualsiasi modalità, hanno avuto a che fare con questa galassia di disturbo democratico – anche solo tollerandola, derubricandola, minimizzandola, ignorandola (ma ben sapendo di pescarci dentro, sia pure a occhi chiusi) – è innegabile e precisa e non è più eludibile. L’assalto alla sede della Cgil è un’azione intollerabile, la dimostrazione che la protesta ha evidentemente passato il segno. Anche perché rende visibili gli effetti della degenerazione che può causare. La manifestazione di ieri ha superato il livello di guardia. Altre mobilitazioni sono già annunciate per i prossimi giorni e per questo è necessario attrezzarsi. Mettere a punto un dispositivo di sicurezza che renda possibile l’espressione del dissenso, ma isoli i violenti. I fascisti esistono, e lottano assieme a loro. Chiunque siano, questi “loro”. Oggi sono i novax e i nogreenpass (che, tanto per chiarire, è un doppio no: ai vaccini e ai tamponi, di cui il greenpass è solo la certificazione), quelli che appena ieri erano i nochiusure i nolockdown i nostatodemergenza i nomask i nopandemia, e domani saranno i nochissàcosa, i noqualunquecosa i nopurchessia: un universo composito, con una bolla resistente a tutto, a ogni evidenza, e altri strati più mobili e meno strutturati. Novax e nogreenpass che mai hanno avuto ritegno a scendere in piazza fianco a fianco con i più conclamati dei fascisti, i quali ieri hanno fatto nient’altro che quello che i fascisti (storici? perenni? “nostalgici”?) fanno sempre: assaltare le sedi degli avversari, meglio se case del popolo o sindacati, menare le mani, tradurre ogni istanza in violenza, sono 38 gli agenti di polizia che sono ricorsi alle cure mediche, per lesioni fisiche riportate durante gli scontri di piazza. Con l’effetto surreale degli adoratori del manganello e delle polizie che sfidavano i manganelli delle polizie urlando “libertà”. Ma non chiamateli “infiltrati”, gente cattiva che s’infila di soppiatto, invisibile, nelle pacifiche manifestazioni di liberi cittadini. E oggi è tutta una gara al distinguo, a partire da Salvini che si dice “vicino a lavoratrici e lavoratori che difendono, pacificamente, i loro diritti e le loro libertà”. Come se il greenpass fosse una qualche lesione, di quei diritti e di quelle libertà: detto da una forza di governo, che il greenpass ha istituito e sostiene, è bizzarro almeno quanto i fascisti (storici, perenni, nostalgici, etc. etc.) che protestano contro una “dittatura”. Ma tant’è, ed evidentemente c’è chi, a furia di strizzare l’occhio di qua e di là, a destra e… a destra, prima o poi diventerà strabico. Stiamo comunque tranquilli: i fascisti non esistono, la pandemia nemmeno, la Terra è piatta e la democrazia è la dittatura che nega la libertà. Di paradosso in paradosso…

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